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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1
Speravo ch’Ella ricevuto avesse
un’altra mia diretta in Firenze, nella quale significavo d’aver goduto, perché l’amabilissimo
Gesù li ha salvati da ogni periglio nel viaggio loro.2
Annunciavole pure la consolazione
provata il giorno di S.ta Dorotea, ch’ebbimo nella nostra
chiesetta 26 Messe, indi Vespro ed Esposizione del SS. Sacramento.
Nei tre ultimi giorni di carnevale
abbiamo avuto 10 Messe, nel corso poi della giornata fino cinque fervorini.
Ella può immaginarsi qual fosse la
nostra spirituale allegrezza. Pare impossibile, pure è vero: vi furono anche
fra le ragazze di quelle che si stettero spontaneamente all’adorazione tutte
due le notti oltreché il giorno.
Parlavo pure di quella di Bassano,
che trovasi ancor qui e credo presto partirà, entrando invece sua sorella.
Raccomandavo al Padre Luca che non
avvenga del Co. Cavalli ciò che altra volta successe, cioè avendo lo stesso
promesso una carità, la fece nella Casa di Padova.
È ben vero che colà vi sono le Suore,
ma è pur vero essere stabilito per quelle il loro mantenimento, dove le
accettazioni gratuite di questa casa sono appoggiate alla Provvidenza.
Dicevo qualche cosa della povera
gobbetta scrivente (che sospira di essere sciolta dai lacci, cui è avvinta, per
amare con perfezione il suo Gesù). Desidera il Medico si allontani un poco
dall’Istituto, affine di rimettersi meglio, ed è della stessa
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opinione il buon Pare, il quale brama si avveri quanto loro dissero
del viaggio. Fino qui è il contenuto della lettera spedita in Firenze.
Eccomi a rispondere subito alla
pregiatissima sua, segnata il 28 febbraio in Siena. Come scorgerà di sopra, ho
ricevuto la sua scritta in Bologna, ed avrei goduto se prima d’ora mi fosse
pervenuta qualche altra sua, oppure del Padre Luca, la quale mi avesse
partecipato il loro essere.
Godo che stieno bene, così facciano
incontro nella predicazione,3
mezzo per condurre a Dio le anime: segno di predestinazione per quelli che
ascoltano con cuore ben disposto.
Ah! caro Padre, cosa è mai questa
vita, se in essa non godiamo sacrificare le nostre inclinazioni e gusti, per
amore di Dio? Nell’atto che leggevo la morte, o dirò meglio il transito della
buona Teresa Algarotti,4 mi
giunse la nuova della perdita, - 281 -
che hanno in terra fatto nell’Istituto
di Genova, della edificante Pestarino.5
Confesso con sincerità che altro
sentimento in esse nuove non ebbi che la consolazione sieno quelle belle anime
in possesso di Dio. Oh come saranno contente dei loro sempre piccoli sacrifici!
Mi preghi caro Padre la grazia
d’imitarle nelle virtù praticate da tutte due, e venga poi il felice momento
anche per me, però sia fatta la volontà di Dio. Dica qualche cosa in mio
riguardo alla gran Santa Catterina di costì.
Prima di partire per Bologna, spero
saremo visitate da Sua Eminenza, che fa la Pastoral Visita.6 In quell’occasione bacierolle per loro la Sacra
Porpora.
L’altro giorno ho ricevuto lettera
dal Conte Dietrichstein, - 282 -
il quale mostra d’aver aggradita una mia,
consegnata all’Oratore Defendi.7
Così ho ricevuto un’altra del
Cardinale Patrizi, che con tutta carità fa risposta ad una mia dimanda,8 mentre per la condiscendenza ed affezione
che mostra il mio buon Pare con me, temevo diportarmi male, riguardo un punto
di regola, ma veggo della stessa opinione il Cardinal Vicario, perciò sonomi
tranquillata.
Ho sperato che il mio dubbio possa
tornar utile alla Congregazione tutta, e per questo lo esposi a sì gran
personaggio, acciò venga il capitolo nominato con maggior attenzione.
Vorrei darle nuove, come brama,
consolanti, ma se tali non saranno, almeno torneranno loro meritorie.
La povera Maria Regina9 Superiora in San Pietro a Padova, si è spezzata un braccio e
cadendo si è tutta contusa nel corpo. Si teme pure abbia perduto le gambe.
La nostra buona Gambara ora lotta con
la morte, mentre ha un forte gastrico con infiammazione. Mi spiacerebbe assai
questa fanciulla pei suoi cari parenti, essendo figlia unica. Basta, faccia il
Signore quello ch’è meglio per la sua ed altrui anima! Rispettosa, bacio la
mano a tutti due, pregandoli benedirci
Umilissima Dev.ma
Obbligatissima Figlia
Suor
Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di Santa Dorotea –
Venezia il dì 8 Marzo 1844
Al Molto Reverendo Signore
Il Molto R.do Sig. Co. D.
Marco Passi – Firenze
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