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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume V. LETTERE (1843-1844)
    • LETTERE 1844. 5 gennaio – 30 dicembre. nn. 801–1023.
      • 837
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Monsignore,1

Dall’ottimo mio Superiore,2 buon amico di Vostra Eccellenza Reverendissima ed Illustrissima, ho ricevuto la pregiatissima lettera, che tosto riscontro, affine di mostrarle come desidero obbedire alla venerata sua persona.

a) La preferenza, che nella scelta degl’Istituti al nostro poverissimo che è sorto l’ultimo nella Cattolica Chiesa, mi confonde, per cui umiliata confesso non meritare questo favore; tuttavia l’accerto quanto da me dipende sono disposta fare qualunque sacrificio, perché non diverta la Signoria Vostra Illustrissima il premeditato pensiero, però facciomi dovere prevenirla che noi non possiamo avvicinare la squisita educazione delle piissime Dame del Sacro Cuore,3 mentre la nostra è famigliare.

b) In sul principio credo saranno bastanti quattro individui, tre addetti all’insegnamento, uno pel servizio, e si potrà


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prendere una buona donna o giovane in aiuto, quando gli affari richiedessero.

c)  Come dicevo personalmente in altro tempo alla Signoria Vostra Ill.ma, non esigo per la fondazione altra cosa che quella disse Gesù Cristo agli Apostoli, cioè che le Suore trovino quello basta pel necessario sostentamento.

Potendo esse vivere sopra l’Educandato, nulla chiederanno (ben inteso che il locale sia poveramente, ma decentemente fornito); caso diverso Ella darà, per amore di Dio, il giornaliero pane alle povere sue figlie. Se Dio poi volesse concederci vita senza pane, Lo benediremo.

d)  Il numero preciso di Educande potrà stabilirlo Ella, persuasa di ciò che farà.

e)  Pel piano disciplinare, ci atteniamo al regolamento metodico scolastico, fino alla terza classe elementare. Pei lavori famigliari credo saranno contenti. Non si omette poi tutto ciò tornar potesse utile alle alunne, per cui se in cotesta regia città vi fosse una buona Maestra o Maestro Francese, volendo le famiglie, sarà permesso l’insegnamento.

f)  Come buon Padre stabilisca l’annua pensione delle educande, così l’età pel ricevimento e sua sortita, eccettuato qualche caso straordinario; come l’uniforme o no.

g)  Stabilita la pensione, farà dichiarato il trattamento, che sarà eseguito fedelmente.

h)  Per la pochezza di individui [di] servizio, sarà bene che le famiglie si carichino del bucato; e più piacevole cosa e soddisfacente alle famiglie pensare, nelle malattie, per medico e medicine. Si avverta che, per mali cronici, non si possono tenere nello stabilimento le fanciulle; pegli epidemici, sì, quando vi sia un luogo apposito.


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i) Il desiderio di giovare anche alla classe indigente, ch’è scopo dell’Istituto, mi ha fatto pensare alla scuola esterna, e parmi che non sia difficile.

Piacendo al buon Gesù, spero baciarle tra poco il sacro Anello; allora potremo più chiaramente trattare di questo.

Frattanto La prego esercitare la carità di benedirmi, ed assicurarsi del mio rispetto e devozione

                                        della Signoria Vostra Illustrissima
                                                Umilissima Devotissima Serva

                                   Suor Maria Rachele Guardini

 

Dall’Istituto di Santa Dorotea

Venezia il giorno 13 Aprile 1844

 

A Monsignore Reverendissimo ed Illustrissimo

Bernardo Antonino Squarcina

Vescovo ZelantissimoRovigo





1 ASDR, reg. III, pp. 117-118.



2 Mons. Balbi.



3 Mons. Squarcina, l’11-5-1844, scrisse ad Anna Marovich: «Sono in progetto d’istituire qui in Rovigo una Casa di Educazione femminile (di cui manca questa Provincia); sono in dubbio se invitare a tale oggetto le Dorotee, ovveramente le Suore del Sacro Cuore di Gesù. Ne consulti il Signore, e mi sappia dire la di Lui risposta, se si compiacerà di risponderle»: ACPV. Le trattative per la fondazione delle Dorotee in Rovigo (cf. lett. nn. 853, 890, 919, 924, 932, 1025) non approdarono ad esito positivo: cf. vol. I, pp. 342-344.






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