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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume V. LETTERE (1843-1844)
    • LETTERE 1844. 5 gennaio – 30 dicembre. nn. 801–1023.
      • 856
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856

 

Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Monsignore Reverendissimo,1

L’uomo propone, Dio dispone. Avevo stabilito col Conte Luca che, nel mio ritorno dalla Santa Città, mi sarei procurata la consolazione di baciarle sua sacra mano, ed abbracciare così la mia cara Madre con le Sorelle, ma giunti a Foligno, Maria Rosa stette svenuta per tanto tempo; in Macerata poi presso le Suore2 ebbimo per essa molta pena, mentre non si poteva svegliare, per il che temeva il medico una stasi.

Le fecero un’emissione di sangueapplicazione di mignatte, insomma cura; ora sta in piedi, ma è di poca voglia.

Questo malore ci ha private della consolazione propostaci, ma spero ci rivedremo presto.

Dalla sua lettera, segnata per me la giornata3 Giugno,3 pare ch’Ella non fosse in cognizione del soggiorno del Conte Luca e nostro in Roma, e sì desso promisemi Le avrebbe scritto, altrimenti io l’avrei fatto.

Il Molto R.do Padre Artini,4 che tanto la riverisce, dissemi


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che avevale date nostre nuove.5 Come sono andate adunque le lettere? Forse più tardi le sieno giunte?

Moltissime cose avrei a raccontarle riguardo all’Istituto,


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che per misericordia di Dio è ben veduto nella Santa Città, come in Macerata.

Tutte le Suore fanno con Lei e mia buona Madre i loro rispettosi doveri, e così caramente salutano le sorelle; a far questo anch’io mi unisco con tutta questa Comunità.

Il Santo Padre6 ci accolse con somma bontà e ci ha trattenute credo tre quarti d’ora, facendoci varie interrogazioni, tra le altre ci disse: le molte Case formeranno poi una sola.7

Ho mostrato che questo è nostro desiderio, e tornerà utile alla conservazione dello spirito.

Ei benedisse tutta la Congregazione, ma in particolare quelli che sostengono i pesi.

Nel frattempo che ci siamo trovate colà, sono state disposte tutte le carte, per inoltrarle alla Congregazione dei Vescovi e Cardinali,8 affine sieno esaminate.

Il Conte Luca non ha lasciato quei passi, che credeva tornar potessero utili allo scopo propostoci.

Mi faccio piacere includere la copia di quello [che] è stato stabilito per la conformità di spirito e di vestito.9

Continuerei molto volentieri, ma lascio, per andare da Monsignor nostro Superiore10 a ragguagliarlo per quanto sarò capace di farlo.

Rispettosa, Le bacio la sacra mano, accertandola che la portavo meco con cotesto Istituto in ogni Santuario, che abbiamo visitato, e particolarmente pregavo.


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Ella ci benedica, perché corrispondiamo al ricevuto nuovo beneficio, ch’ebbimo di vedere la Santa Città, la quale non potrò mai dimenticare

    Umilissima Dev.ma Obbl.ma
                                                       Serva ed indegna Figlia

                                     Suor Maria Rachele Guardini

 

Dall’Istituto di S. Dorotea

Venezia il giorno 28 Giugno 1844

T.p. Venezia 28 Giu. – Vicenza 29 Giu.

 

A Monsignore Reverendissimo

Il R.mo Monsignor Antonio Farina
Vicenza




1 ASDV, I. 192; ASDR, reg. III, pp. 125-126.



2 Cf. lett. n. 850, nota 4.



3 Cf. doc. n. 110.



4 Luigi Gaetano nato il 5-12-1808 a Verona da Giovanni e da Maddalena Sartori. Il 24-9-1831 fu ordinato sacerdote e nel 1839 divenne parroco di S. Luca in Verona, ma nell’agosto del 1841 rinunziò alla parrocchia. Il 29-10-1842 entrò fra i Padri Camilliani a Verona; il 30-10-1842 iniziò il noviziato e l’8-9-1843 fece la professione. Dotto, pio, virtuoso ed esimio predicatore, si adoperò per diffondere l’Ordine nel regno Lombardo-Veneto. Fu maestro dei novizi e provinciale (1862-1868). Morì a Verona il 7‑3‑1872: cf. ACR.



5 L’11-6-1844 l’Artini scrisse al Farina: «La raccomandazione poi, che mi fece colla sua del 16 p. Maggio, fu nella sera stessa eseguita del ricevimento. Viene in questa Casa nostra alla sera più volte alla settimana il Cardinal Vicario, penitente ch’è del nostro Rev.mo P. Generale, e ne gli potei presentare, e a lungo parlare, descrivendo minutamente codesto suo Istituto. Le speranze che concepii dalle sue degnissime risposte furono grandissime. Per vari giorni ebbi il bene poi di vedere e trattare coi Conti Passi, che furono in Roma dal 16 Maggio al passato Venerdì, e il Co. Luca m’impose tanti doveri con Lei, e che L’assicurassi di felice riuscimento anche per la parola del Santo Padre, che gli fu di piacere, e che accolse come i suddetti Fratelli, così la Sig. Superiora di codesto Istituto in Venezia, che pur qua stette più giorni, colla consueta somma sua benignità, e con approvazione dell’Istituto e dell’Opera. Forse la Signora Superiora di Venezia al suo ritorno, che non sarà lontano, passerà per Vicenza, e Le parlerà a voce, e Le porterà i miei rispetti, e a Lei Ella, Monsignore Rev.mo, presenterà i miei. Si conforti. Qui coepit opus bonum Ipse perficiet. Parlerò e tratterò col Cardinal Vicario, e forse non sarà difficile che in un’Udienza Privata al Santo Padre gliene dica parola. Spero al mio ritorno, che sarà agli 8, o 10 di Luglio, di passar per Vicenza, e consolarla e consolarmi in persona. Il suo Istituto m’interessa quanto il mio». T.p. Roma 11 Giu. 44 – Vicenza 16 Giu., ASDV.

Il 27-6-1844, l’Artini scriveva ancora al Farina: «Vorrei dirle mille cose per lo favore di S.E. il Cardinal Vicario. Mi riservo a voce. Si consoli. Ieri celebrai nella Cappella di queste Suore di S. Dorotea: facevano la Festa di S. Luigi. Le conobbi: quanto mi piacciono! Conobbi e trattai nei giorni passati la Signora Superiora di Venezia, e ricevetti commissioni, che mi seppero carissime, e credo aver eseguite, e lascerò a V.S. Rev.ma gli oggetti da spedire a Venezia. Si consoli. L’opera sua è veramente opera del Signore. Viva sicura della feconda benedizione di Dio [...]». T.p. Roma 27 Giu. 44 – Vicenza 2 Lug., ASDV.



6 Gregorio XVI.



7 Cf. doc. n. 145.



8  Cf. doc. n. 109.



9 Cf. doc. n. 111.



10  Balbi.






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