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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Monsignore Reverendissimo,1
L’uomo propone, Dio dispone. Avevo
stabilito col Conte Luca che, nel mio ritorno dalla Santa Città, mi sarei
procurata la consolazione di baciarle sua sacra mano, ed abbracciare così la
mia cara Madre con le Sorelle, ma giunti a Foligno, Maria Rosa stette svenuta
per tanto tempo; in Macerata poi presso le Suore2 ebbimo per
essa molta pena, mentre non si poteva svegliare, per il che temeva il medico
una stasi.
Le fecero un’emissione di sangue, applicazione di
mignatte, insomma cura; ora sta in piedi, ma è di poca
voglia.
Questo malore ci ha private della
consolazione propostaci, ma spero ci rivedremo presto.
Dalla sua lettera, segnata per me la
giornata3 Giugno,3 pare ch’Ella non fosse in cognizione del soggiorno
del Conte Luca e nostro in Roma, e sì desso promisemi Le avrebbe scritto,
altrimenti io l’avrei fatto.
Il Molto R.do
Padre Artini,4 che tanto la
riverisce, dissemi - 319 -
che avevale date nostre nuove.5 Come sono andate adunque le lettere? Forse più
tardi le sieno giunte?
Moltissime cose avrei a raccontarle
riguardo all’Istituto, - 320 -
che per misericordia di Dio è ben veduto nella
Santa Città, come in Macerata.
Tutte le Suore fanno con Lei e mia
buona Madre i loro rispettosi doveri, e così caramente salutano le sorelle; a
far questo anch’io mi unisco con tutta questa Comunità.
Il Santo Padre6 ci accolse
con somma bontà e ci ha trattenute credo tre quarti d’ora, facendoci varie
interrogazioni, tra le altre ci disse: le molte Case formeranno poi una sola.7
Ho mostrato che questo è nostro
desiderio, e tornerà utile alla conservazione dello spirito.
Ei benedisse tutta la Congregazione,
ma in particolare quelli che sostengono i pesi.
Nel frattempo che ci siamo trovate
colà, sono state disposte tutte le carte, per inoltrarle alla Congregazione dei
Vescovi e Cardinali,8 affine
sieno esaminate.
Il Conte Luca non ha lasciato quei
passi, che credeva tornar potessero utili allo scopo propostoci.
Mi faccio piacere includere la copia
di quello [che] è stato stabilito per la conformità di spirito e di vestito.9
Continuerei molto volentieri, ma
lascio, per andare da Monsignor nostro Superiore10 a
ragguagliarlo per quanto sarò capace di farlo.
Rispettosa, Le bacio la sacra mano,
accertandola che la portavo meco con cotesto Istituto in ogni Santuario, che
abbiamo visitato, e particolarmente pregavo.
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Ella ci benedica, perché
corrispondiamo al ricevuto nuovo beneficio, ch’ebbimo di vedere la Santa Città,
la quale non potrò mai dimenticare
Umilissima
Dev.ma Obbl.ma
Serva
ed indegna Figlia
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S. Dorotea
Venezia il giorno 28 Giugno 1844
T.p. Venezia 28 Giu. –
Vicenza 29 Giu.
A Monsignore Reverendissimo
Il
R.mo Monsignor Antonio Farina
Vicenza
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