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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume V. LETTERE (1843-1844)
    • LETTERE 1844. 5 gennaio – 30 dicembre. nn. 801–1023.
      • 857
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857

 

Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Illustre Signore,1

In godendo della Santa Città ed altri Santuari, presente mi tenevo Lei, mio buon angelo,2 con tutta sua famiglia, e ricreavami qualche volta pensare com’Ella goduto avrebbe colla carissima sua figlia udire le benedizioni, che sparse Iddio sopra di noi anche in questo viaggio, ma siccome ogni piacere quaggiù misto dev’essere, così permise Iddio che s’ammalasse in Macerata Maria Rosa,3 e temevamo di sua vita, mentre stette per tre giorni assopita, quantunque le fosse fatta un’emissione di sangue ed applicate mignatte.

Ella può immaginarsi quale sia stata la mia pena. Ristabilita poi un poco, visitammo la Santa Casa di Loreto, indi abbiamo continuato il nostro viaggio, tenendo però sempre presente il malstare di Maria Rosa.

Giunte in Ferrara, sospiravo riverirla, ma la spossatezza, in cui si trovava la suddetta mia compagna, non lo permise, e perciò siamo state alla locanda della Stella, come la più vicina alla Diligenza.

Di non sono sortita neppure un momento, sebbene avessi una lettera4 per l’Arcivescovo.5


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Io sono col desiderio di rivederla e spero tra non molto passerà di qui, e mi donerà la consolazione di riverirla.

Tengo per la carissima sua figlia una corona benedetta dal Santo Padre, che mi lusingo di poter consegnare a lei.

Dia per me un abbraccio alla cara sua bambina, la quale prego Dio faccia crescere in bene ed allegrezza di Lei e suoi Genitori, che tanto riverisco.

Ella mi creda, mio buon angelo, quella mi segno piena di gratitudine

Umilis.ma Dev.ma Obbl.ma Serva

                                  Suor Maria Rachele Guardini

 

Il giorno 29 Giugno 1844

 

All’Illustre Signore

L’Illustre Signor Guglielmo Macalister

Vice Console di Sua Maestà BritannicaFerrara




1 ASDR, reg. III, pp. 126-127.



2 Cf. lett. n. 701, nota 2.



3 Sanfermo: cf. lett. n. 856.



4 Cf. lett. n. 858.



5 Card. Ignazio Giovanni Cadolini. Nacque a Cremona (4-11-1794) da famiglia patrizia; laureatosi in giurisprudenza a Bologna, si avviò al sacerdozio. L’arcivescovo mons. Giacomo Giustiniani aveva di lui molta stima, e quando fu inviato nunzio apostolico in Spagna, lo volle con sé come uditore della nunziatura. Il Cadolini venne ordinato sacerdote a Madrid il 30-5-1818. Rimase come incaricato d’affari, quando mons. Giustiniani lasciò Madrid per la difficile situazione politica. Il re di Spagna stimò molto Cadolini per la sua prudenza. Leone XII, accogliendo l’istanza del re, nominò Cadolini vescovo di Cervia. Fu consacrato il 29-10-1826 nella cappella del palazzo reale di Madrid dal card. Giustiniani. Nel 1831 mons. Cadolini da Cervia fu trasferito a Foligno, dove rifulse la sua carità verso la popolazione colpita dal terremoto. Dopo un anno venne nominato arcivescovo di Spoleto. Nel 1838 divenne segretario della Sacra Congregazione de Propaganda Fide. Nel gennaio del 1843 fu creato cardinale e nominato arcivescovo di Ferrara. Ivi diede prova di carità evangelica; intransigente sui principi di dottrina, si dimostrò comprensivo di fronte ai nuovi problemi dell’Italia. Istituì asili infantili, case di ricovero e fondò il monastero delle Suore Sacramentine. Morì a Ferrara l’11-4-1850.






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