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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Stimatissimo Signore,1
Sono persuasa che col percorrere degli anni, padre
com’Ella è di molti figli, avrà passato qualche cosa, perciò reso più forte.
Non v’ha così di me, gracile per temperamento e molto sensibile.
Ho varie volte sofferto per la cara
sua Sofia, mentre faceva di quando in quando vedere desiderio di appartenere a
qualche austero monastero, nulla ho lasciato per mostrarle come poteva qui
santificarsi nella mitezza di nostra Regola, che lo scopo suo è quello
d’esercitare la carità colle indigenti; ma essa forte instava di partire nel
decorso 7bre,2 quando, giunto
il momento per noi del rinnovare i santi voti, spontaneamente ha pregato il
Superiore nostro Monsignor Balbi e disse conoscere tentazione l’insistenza
usata, perciò supplicava essere nuovamente accettata. Questa sua mozione pareva
sincera, ma diversamente lo prova il seguente fatto.
Ricevuto l’ordine di portarmi per
qualche momento alla Santa Città, dietro l’incostanza mostrata dalla Sofia
vennemi pensiero garantire l’Istituto, affine succedendo altra Superiora motivi
non tenga di afflizione.
Difatti chiamate le Suore che hanno
piccola parte di dote, lasciai sentire che, dietro l’avvenuto colla Sofia, mi
tenevo obbligata facessero una dichiarazione, onde l’Istituto non avesse a
soffrir danno per la incostanza delle menti. Qui unisco - 381 -
a Lei una
copia di ciò che in Roma pure si ammise, trovato giusto.3
Questa cosa non piacque a sua figlia,
ed ha mostrato coi fatti e colle parole non amare il suo Istituto, perciò ieri
sera è stata dal Superiore licenziata, lasciandola libera dai voti, ed anche
disporre quello crederà, secondo la sua coscienza, pel tempo che qui stette;
quel tempo più di due anni continuò a studiare.
Fecimo di ciò parola coll’ottimo suo
fratello Luigi, che volentieri l’avrebbe ricevuta in sua casa, quando la
convenienza non volesse diversamente. Così sta esso, come io, attendendo la sua
volontà.
Io prego il buon Gesù concederle pazienza, mentre
quaggiù siamo spesso necessitati adoperarla.
Piena di stima, mi segno
di
Lei
umilissima
serva
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S.ta Dorotea
Venezia il giorno 10 Luglio 1844
Allo Stimatissimo Signore
Il Signor Gasparo Sisinio Ziller
Tirolo – Valle di Non
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