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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1
Mi sarei prima d’ora fatto dovere
riscontrare la pregiatissima sua segnata il dì 27 decorso, ma stavo nella lusinga
di essere visitata dalla Signora Tagliaferri, affine significarle quello fosse
alla stessa qui piaciuto, ma ho troppo bisogno di preghiera, per novellamente
protrarre.
Riguardo all’incontro, che ci fecero
le fanciulle con le Suore, dicevo in altra mia diretta al Padre Marco2 quello che potevo, tuttavia quel momento stesso il volto della
Ziller3 presentavami turbamento.
La chiamai la seguente
giornata in camera, e dimandai ad essa la causa di sua inquietudine.
Mi rispose che la mia presenza concentravala per rispetto. Sorridendo aggiunsi:
per un poco fingi di essere tu la Superiora, e dimmi se potresti contentarti
veder mancare perfino agli atti di urbanità persuadendoti conservare in questa
maniera il dovuto riguardo.
Di più non dissi; quando pochi giorni
dopo si sviluppò la Ziller aver nuovamente determinato volersi far conversa in
un rigido monastero ed aver avuto l’imprudenza, nel tempo dell’assenza mia,
recarsi da due confessori estranei, affine di consigliarsi.
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Dessa è già licenziata da
Monsignore;4 separata è
dalla Comunità, e si attende una riga da suo padre, mentre lo zio, che ha qui
la stessa, non l’ha voluta in sua casa, fintantoché non riceve ordine da suo
fratello.5
Ora sta il Superiore facendo esame
alle Suore a riguardo d’Irene6 che, per una malintesa carità, si fece compagna
della Ziller in andando a consigliarsi.
Sì, vado ripetendo, era giusto avessi
qualche pena, dopo un godimento sì prezioso, qual è stato quello in giungere
alla Santa Città e Santuari da noi visitati, ma tormento maggiore non poteva
darmi Dio, mentre siamo in tanto bisogno d’individui. Se potessi, mi
contenterei essere tagliata in pezzi, affine di giovare al mio prossimo.
Mi scrivono da Massa Lombarda che il
Vescovo d’Imola7 si è molto rallegrato, ed ha eccitato gli
Amministratori di Lugo a procurarsi un tanto bene.
Qui tengo la carta, che essi devono
sottoscrivere,8 ma
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non gliela spedisco, perché avevo prevenuto il Signor Parroco9 ed Amministratori delle dichiarazioni [che] abbisogna, per essere
posta la carta nei Registri.
Ella mi diceva di non toccare la
Taverna,10 ma non posso
altrimenti verificare in Massa quanto si ha stabilito, altrimenti dovrò
rifiutare Rovigo.11
La Faroni12 sta male;
quando si potesse avere due civili giovani capacitate da Maestre, le
accetterei, purché pagassero nella prova e corredo.
Le unisco quello avevo per qui preparato
alla Madre Maestra; mi dirà se può essere mandato com’ei disse in Roma.
Parlando delle giovani civili, mi
raccomando che abbiano buon criterio, disinvoltura e ferma volontà.
Piena di rispetto, Le bacio sua sacra
mano, pregandola della carità di benedirmi
Umilissima Dev.ma
Obbl.ma Figlia
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di Santa Dorotea
Venezia il giorno 12 Luglio 1844
Al Molto Reverendo Signore
Il Molto R.do Signor Conte D.
Luca Passi
Bergamo
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