- 393 -
894
Viva il Cuor di Gesù e di Maria
Molto Reverendo
Padre,1
Sono persuasa che, prima del suo
partire da Calcinate, sarà giunta colà una mia diretta al Signor Conte D. Luca,2 nella quale toccavo la festa fattami da tutta
la Comunità in qui arrivando, eccetto la Ziller.3 Della stessa avrà pur sentito come sia
licenziata da Monsignor Superiore.4
Pare impossibile, ma è ben vero, ciò
devo confessare solo a gloria di Dio: quello, che sento e pronuncio, ad un tempo
o l’altro si avvera.
Quale interna tristezza mi senta,
certo non saprei manifestarla; sono persuasa basterebbe a farmi ammalare, se
non considerassi che tutto ciò permette Dio è buono.
Confortami anche che sia sviluppato
questo sotto la Superiora S.ta Catterina5 di Bologna. Essa poteva facilmente impedire quello che alla
nostra ragione sembra contrario, mentre in Dio credo potesse penetrare i cuori
di quelle creature, che erano ad essa specialmente raccomandate, pure lasciò
che operassero con quella libertà che Dio stesso non volle assoggettare, affine
possiamo avere maggior merito o demerito.
Prego il buon Gesù che benedica le
sue fatiche.6 Spero che la
terra sia stata ben preparata, così sarà centuplicato il frutto della divina
semente.
- 394 -
Faccia tutte innamorare di
quell’amore di Dio, che discenda sopra il prossimo. Ella già vide quanto
bisogno ha il mondo di anime generose, che attendano a santificare se stesse,
non abbandonando però la povera gioventù.
Santa Teresa, nel capo VII: Concetti
d’amor di Dio, dichiara quel sostenetemi
con fiori nella maniera più bella.7
Facciamo, caro Padre, che le opere
dette esteriori abbiano la radice dell’amore di Dio, e manderanno la soavità
dell’odore sopra il nostro prossimo, e sarà l’utilità.
Godo che Lei si possa ricreare in
leggere le opere della Serva di Dio, che abbiamo comperate nella Santa Città.
La mia vita, caro Padre, molto è diversa dalla sua, e qualche volta mi solleva
il pensiero del sostenetemi con fiori,
e questo acciò non venga meno la mia fortezza per l’opera di Dio.
Ella mi preghi quella magnanimità che
sempre vince per amor di Gesù.
Qualche volta mi sono tornate utili
le Catacombe. Tutto è niente in paragone di quello che patirono i Cristiani al tempo
della persecuzione.
Da coteste semplici contadinelle
faccia qualche volta recitare l’Ave Maria per la povera mia anima.
Rispettosa, Le bacio la sacra mano,
pregandola benedirmi
Umilissima
Obbligatissima Figlia
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S.ta Dorotea
– Venezia il 16 Luglio 1844
Al Molto Reverendo Signore
Il Rev.do Sig. Conte D. Marco
Passi – Cemmo
|