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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto R.do
Signore,1
Mi procuro il piacere di lasciarle
sentire che la pregiata sua lettera,2 contenente il verbale,3 qui è giunta il giorno dopo segnata la mia, portante – credo – la
data 8 corrente,4 perciò ho
creduto conformarmi al suo volere, attendere la decisione sopra quei due punti,
che nel verbale abbisognavano di schiarimento. Autorizzata da Lei, aggiunsi
quello che è conveniente, indi è stato firmato da Maria Rosa5 e da me; poi l’ho spedito ai Signori Conti Passi a Bergamo, affine lo sottoscrivano essi
pure, così Ella, Molto R.do Signore, il riceverà da quella
parte.
Permetta che a di Lei consolazione
dica sperare io in cotesta sua cara greggia un gran bene dalle Suore, mentre gli infernali nemici non lasciano
di ruggire, fino a qualche momento farmi restare com’estatica, per conoscere che
cosa Dio voglia con questo suo fortemente permettere di bastonarmi, espressione
impropria, ma della povera umanità capace.
Sappia che la Ziller, della quale
costì ho tenuto discorso, in tempo di mia assenza novellamente ha fatto sentire
di essere chiamata in un austero e penitente Istituto; così dovemmo licenziarla
per non attenersi ad un individuo che potesse suscitare spirito contrario al
nostro, mentre abbiamo ben da - 416 -
meritare sacrificando tutte noi stesse
per amore a quella carità che Gesù Cristo ci ha insegnata, che parte da Dio e
discende al nostro prossimo.
Ah potessi farmi a pezzi, che
volentieri abbraccerei anche Lugo,6
ma in questo momento non è possibile, visitando l’amante Gesù con qualche
indisposizione anche le Suore.
Una giovinetta pare la voglia con sé.
Che cosa dirogli io? Siate sempre benedetto, perché voi siete il Padrone.
Maria Rosa ed un’altra ho dovuto
allontanarle per un poco dalla fatica, perché sotto quella mi cadevano. Spero
in Dio che torneranno da campagna fortificate.
Oh ammirabili ed imperscrutabili
giudizi di Dio! Agli occhi nostri pare che la cosa dovrebbe andar diversamente,
ma non istà così scritto in cielo. La tribolazione come più facilmente
purifica, così è la sicura via per giungere alla patria celeste. Ella, Molto
Reverendo Signore, con tutte del suo caro Orfanotrofio, mi preghi la fortezza
necessaria, perché non venga mai meno la mia confidenza in Dio, ed il mio
coraggio nelle tribolazioni.
Presenti, la prego, i miei rispetti
ai Signori Amministratori, e con tutti della sua ottima famiglia.
Rispettosa, Le bacio la sacra mano e
mi segno
Umilissima
Dev.ma Serva
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di Santa Dorotea – Venezia il 27
Luglio 1844
Al
Reverendissimo Signore
Il R.mo Sig. D. Emidio Foschini
Arciprete e Vicario Foraneo – Lugo – Massa
Lombarda
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