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10. Madre Rachele confermata superiora.
Dopo un corso di esercizi spirituali
predicato da don Marco, il 19 settembre 1839 Madre Rachele rinnovò i voti, 15
novizie, terminato l’anno di noviziato, emisero la professione, e due aspiranti
iniziarono il noviziato.
Alla cerimonia fu presente don Luca.
Don Farina e Madre Olivieri erano stati invitati, ma non poterono partecipare a
causa della malattia dello zio del Farina.
In quella circostanza, furono
rinnovati gli incarichi. Madre Rachele venne confermata superiora e maestra
delle novizie per altri tre anni; la Sanfermo e l’Aprile furono nominate
assistenti; la Sanfermo ebbe anche l’ufficio di economa.142
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Il 18 dicembre 1839 Madre
Rachele inviò al Farina questo quadro della casa di Venezia: suore 15, novizie
5, maestra approvata 1; allieve interne 18, distribuite in due classi; esterne
40, in una sola classe, «perché
tutte prive di cognizioni»;
compagnie della Pia Opera 7. «Si
potrebbe assumere di più se non fosse per la distanza, in cui ci troviamo, e
quando questa Casa sarà Centrale, si potrà mettere una Casa Figliale in qualche
altro angolo della città, e così assistere le indigenti, come qui si fa colla
Scuola esterna».143
Il bilancio dei primi passi della
casa di Venezia era, dunque, molto positivo. Nonostante la malferma salute,
Madre Rachele aveva svolto una sorprendente attività formativa ed apostolica
che, con la benedizione di Dio, aveva prodotto i frutti sperati.
Nella lettera, che il patriarca Monico le inviò il 3
giugno 1840, leggiamo: «La
sacra Visita, che abbiamo eseguita in cotesto Istituto [...] ci fu cagione di
vero spirituale conforto; mentre abbiam potuto meglio conoscere […] che ogni
cosa vi procede ottimamente, non solo riguardo allo stato materiale
dell’Oratorio e della Casa, che ricevettero in breve tempo un notabile
miglioramento; ma, ciò che più importa, riguardo all’aumento delle Sorelle, ed
allo spirito di carità e di pace, che le tiene strettamente congiunte fra loro
in G.C., e che tanto giova al mantenimento della buona
disciplina, ed alla edificazione delle giovinette interne ed esterne».144
Madre Rachele era riuscita a dare
all’Istituto il volto e lo spirito, che don Luca desiderava. Le erano stati di
sostegno la - 153 -
fede, la confidenza e l’amore. Nel marzo del 1839 confidò
ad un’amica: «Oh come è vasto e
bello il soggiorno del Cuore amabilissimo di Gesù! Questo è il luogo dove
io trovo riposo stanca, conforto afflitta, fortezza nella debolezza mia».145
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