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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Dilettissima,1
È veramente della nostra povera umanità
il sentire la pena ed il piacere, ma non si può inoltre negare che le
impressioni vengono modificate dalla ragione, nonché dall’amor di Dio.
Conoscendo adunque ch’Ella è mossa
dalla carità in operando, non le spiaccia che un momento la trattenga con
questa mia, onde schiarirle meglio quanto l’altro giorno ho detto facendole
risposta.
Le espressioni usate da Lei,
mostranti stanchezza per l’assunto impegno, realmente mi ferirono; perciò le
ripeto: basta si dichiari con Monsignore,2 mentre sono disposta trasferire, quando le piace, le Suore in
Venezia.
Prove Ella già ebbe del mio
disinteresse ogni qualunque volta furono cambiati gl’individui, avendoli sempre
corredati di nuovo, ritirando quelle, che avevano esercitato costì la carità,
stracciate; cosa veramente poco conveniente, mentre credo troverà Ella stessa
giusto, se riflette, che abbiano le Suore ad avere diritto quello [che]
abbisogna loro non solo di vitto, ma di vestito pure, avendo con Lei così
trattato, anzi Le dico con tutta sincerità, non è possibile continuare nella
stessa maniera.
Mia cara, la prego non prendere in
mala parte quanto scrivo, ma lo esamini colla sua saggezza, senza passione;
persuasa sono [che] ciò troverà ragionevole.
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Favorisca tanto riverirmi
suo Marito3 e mi saluti la maestra Gioacchina, la Nenne4 e tutte quelle persone che altre volte ho nominate.
La lascio nei Cuori dolcissimi di
Gesù e di Maria, ed in essi mi creda
di
Lei Affezionatissima sorella in Gesù
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di Santa Dorotea
Venezia il giorno 26 Agosto 1844
Alla Stimatissima Signora
La Signora Teresa Melchiori
Padova
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