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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Dilettissima,1
Con sommo rincrescimento ho inteso il
mal stare della carissima Elena.2
La saluti a mio nome, dicendole che desidero, se piace al buon Gesù, si rimetta
presto, questo anche a di Lei conforto.
Mia dilettissima, non perda coraggio
per le vicende umane. Quello che fa, io credo l’eseguisca, onde piacere al suo
e mio Gesù; con le ali della retta intenzione si solleverà dalla terra, benché
le sembri d’essere fissa col piede nel pantano.
Mi duole pure la sua pena in riguardo
nostro, ma Ella stessa conoscerammi obbligata [a] parlare.
Verissimo è quello che Monsignor
R.mo diceva con Maria Rosa;3 si doveva far scrivere da principio quello che
credevo dovuto per le Suore.
Ma che cosa dirò per questo? niente
altro ch’essere io una pandola credula. Perciò persuasa che Lei, piena com’è di
zelo, non avesse bisogno di schiarimenti, così bonariamente le ho dato le
Suore.
Ora sono necessitata pregarla
disporre una carta, onde possa, quando avrò la consolazione [di] abbracciarla,
vedere come si è intesa colle buone Monache di S. Pietro, affine conosca chi
dovrà in avvenire rimettere la roba che vanno consumando - 478 -
le Suore;4 inoltre chi dovrà sostenere le spese relative ad una malattia
qualunque potesse nascere in esse Suore, mentre io sono ben disposta a cambiar
l’individuo ammalato, ma in istato di poter fare il viaggio, senza soverchio
incomodo.
Credo inutile assicurarla, mia cara,
essermi penoso questo modo di operare, conoscendo Lei quale sia il mio cuore,
nonché la mia brama di servire Dio, giovando al prossimo.
Il dì 24 corrente avremo tra noi Sua
Eminenza.5 Godo in essere
accertata ch’Ella pure sarà qui.
Piena di affezione, mi segno di Lei
Umilissima ed
Obbl.ma sorella in Gesù
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di S.ta Dorotea
Venezia il giorno 16 7bre 1844
Alla Stimatissima Signora
La Signora Teresa Melchiori
Padova
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