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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume V. LETTERE (1843-1844)
    • LETTERE 1844. 5 gennaio – 30 dicembre. nn. 801–1023.
      • 946
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946

 

Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Dilettissima,1

Con sommo piacere ho ricevuto la sua lettera e godo udire in essa come il giorno dedicato alla Bambinella Maria sia stato quello per Lei decisivo.

Non lo dimentichi mai, affine di crescere sempre più in amore verso Maria. Persuasa intanto che non lascerà sfuggire occasione onde mostrarle sua gratitudine, la supplico tener me pure, benché indegna, presente.

Sì, quantunque abbia molto a rimproverarmi, tuttavia desidero ardentemente che la mia divozione sia con sì cara Madre non superficiale, ma effettiva, per cui presti parlassero in me i fatti che le espressioni.

Ella, già spero, mi avrà inteso. Ah, le virtù da Maria praticate siano impresse nel mio cuore! Per carità, me le preghi, carissima, ed io ripeto la mia promessa; sì, particolarmente dimanderò a Dio quelle grazie che le abbisognano per divenire una gran santa.

Io conservo pensiero di rivederla in 8bre, piacendo a Dio si avvererà. Favorisca riverirmi la buona compagnia in cui si trovava, quando la vidi.


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La giovanetta Tonina mi piacque abbastanza, eccettuata (parlo con Lei liberamente sicura di giovare alla stessa) la poca gravità che mostra nel modo esterno, come ho veduto in essa troppa trascuratezza in tenersi, mentre aveva l’abito scuro cucito in bianco.

È vero che non sono queste cose d’importanza pel cielo, ma siccome noi abbiamo educazione, sconverrebbe affatto che le destinate ad instituir le fanciulle non dessero coi fatti l’esempio.

Perciò Lei, mia cara, potrà esserle molto utile, tanto assistendola collo studio e lavori, come procurando renderla pulita ed esatta nelle cose tutte che farà.

Ho raccomandato alla detta di esercitarsi molto nella santa umiltà ed annegazione di se stessa, essendo queste due virtù assolutamente necessarie, se vuol appartenere alla nostra povera Congregazione.

Divenuta maestra con approvazione governiale, tratteremo pel suo qui entrare, assicurandola [che] farò il possibile, acciò possa effettuare sua brama.2

Piena di sentimento per Lei, mi segno

                                              umilissima in Gesù sorella

                                    Suor Maria Rachele Guardini

 

Dall’Istituto di Santa Dorotea

Venezia il giorno 20 7bre 1844

 

Alla Stimatissima Signora

La Signora Elisabetta Vaccari

Lendinara




1 ASDR, reg. III, p. 169. Elisabetta Vaccari, nata il 10-3-1826 a Castelguglielmo (Rovigo) da Francesco e Antonia Carnacina, il 10-11-1845 entrò nel monastero delle Cappuccine Concette di Venezia. A causa della sua età giovanile, poté fare la vestizione religiosa soltanto nel 1847, e prese il nome di suor Maria Caterina Crocefissa. Per molti anni fu abbadessa
del monastero, distinguendosi per pietà, virtù e saggezza nella guida della
comunità in momenti difficili: cf. arch. monastero S. Giuseppe, Capriate d’Adda.



2 Per le sue «titubanze», non fu accettata: cf. lett. n. 983.






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