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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume V. LETTERE (1843-1844)
    • LETTERE 1844. 5 gennaio – 30 dicembre. nn. 801–1023.
      • 948
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Eccomi a darle notizia di questa giornata. Prima delle otto antimeridiane si era qui approntato l’ottimo Monsignor nostro Superiore col Signor Arciprete2 di Massa Lombarda ed il Padre Confessore3 con i Sacerdoti della Parrocchia.

Entrato Sua Eminenza nell’Istituto, sorridendo dissemi di essere venuto a ricrearsi.

Ascoltata la Santa Messa, egli ha celebrato ed ha ricevuto i nostri voti; poi ha cresimato varie fanciulle.

Compìto il ringraziamento, ha parlato con molta mellifluità e cuore, mostrandoci il suo contento di avere in quest’anno pure goduto di sì solenne giorno per noi.

Aggiunse che saggiamente si era scelto questo , che ricorda la miracolosa visione avuta da S. Pietro Nolasco, il quale fu eccitato da Maria a fondare una Congregazione pel riscatto degli schiavi.4

«Quel miracolo in qualche maniera mi sembra vederlo rinnovato nell’Istituto vostro, mie dilettissime; ciò mostra le molte benedizioni che sopra esso versa Dio».

Qui ha nominato l’affetto che sempre più fa conoscere la Piissima Imperatrice, nonché l’impegno della Regina Madre,5 come l’interesse del Santo Padre, dei Cardinali, Vescovi, ecc.


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Ha particolarmente raccomandato di pregare per la conservazione di Lei, che nominava con affetto.

In mezzo però a questi ed altri encomi, ha fatto cenno di sua oppressione riguardo a quello che tutto avviene; ma prendendo le parole di S. Bernardo anche a suo conforto disse: «Non sono i reggitori responsabili dell’esito, quando abbiano usato una vigilanza incessante».

Perciò ha tutte noi eccitate alla cautela, facendo mostra come il mondo maligno procura sempre sinistramente interpretare le azioni buone, maggiormente inclinadisse – a divertire il sentimento di quelli che sacrati sonosi particolarmente a Lui. «Mie figlie e sorelle carissime, scusatemi se così vi parlo, ed accertatevi che ben di cuore ringrazio Dio pel vostro contegno ch’è veramente edificante, ma sapete che chi ama teme; per questo adunque per voi pure sento timore; mentre come il cacciatore si espone ai morsi delle fiere per far sua una preda, così voi, dilettissime, professate di attendere alla vostra ed altrui santificazione, perciò esposte siete. Per carità, cautelatevi coll’orazione; questa sia il vostro scudo per garantirvi dalle insidie tutte».

Preghi Ella e faccia con Dio questo patto, che spero sarebbe caro alle Suore tutte, se fossero in cognizione: ci mandi Dio qualunque tribolazione, ma non avvenga mai che qualcuna di noi giungiamo a far ridere il nemico, facendo disdoro alla Religione con qualche leggerezza. Sì, moriamo, e perché sia maggiore il mio tormento, viva io, per vederle tutte morire, piuttosto che abbiamo ad offendere il nostro buon Dio.

Colazionando, mi parlava del bene che hanno fatto le due Suore nelle scuole Maggiori Elementari,6 e desidera che, al riaprirsi le scuole, ne mandi anche il prossimo anno.


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Ha pur esaminato i registri della Pia Opera, mostrando il suo impegno perché si dilatasse. Ha tanto meravigliato in trovare la chiesa e casa in sì bell’ordine.

Monsignore mi fece presentargli quel bellissimo camice, che abbiamo novellamente fatto.

Delle scuole pure è stato contentissimo. Quattro fanciulle hanno detto cose relative al giorno; ma più volte dissemi: «fanno proprio allegrezza; oh, sono veramente ben fondamentate ed istruite!».7

Sì, gli risposi, Iddio ci compensa largamente per le pene sostenute da noi nei primi anni che cominciammo l’Istituto.

Ho inoltre pregato Sua Eminenza di impartire una benedizione particolare alle due che partiranno, Marianna Roberti e Cominelli.

Esso mi ha compiaciuta, facendo ad esse coraggio e raccomandandole al Signor Arciprete di Massa, ch’era presente.

Benediciamo per tutto Dio! La ringrazio per la visita, ch’Ella ha fatto al Signor Osculati.

Dopo la sua partenza mi è giunto altro foglio da Monza colla soprascritta della solita mano, dove mi viene spedito un sonetto dedicato alle Figlie di Carità, credo Ospitaliere.

Lascio per non abusare di sua bontà, pregandola di benedirmi, e presentarmi rispettosa con tutti della nobile sua famiglia

Umilissima Dev.ma Obbl.ma Aff.ma Figlia

                           Suor Maria Rachele Guardini

Dall’Istituto di Santa DoroteaVenezia il 24 7bre 1844

 

Al Molto R.do Signore Conte D. Luca PassiBergamo




1 ASDR, reg. III, pp. 170-171.



2 Don Emidio Foschini.



3 Don Antonio Scarsi.



4 Ordine della B.M.V. della Mercede.



5 Carolina Augusta di Baviera.



6 Cf. lett. nn. 772, 776, 783; doc. nn. 97, 98.



7 Don Luca il 31-12-1844 scrisse al Farina che il patriarca era rimastocontento nella visita fatta in settembre alla casa di Venezia: cf. lett. n. 1002, nota 6.






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