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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Con questa mia sono ad annunciarle esserci quaggiù mancata una giovinetta2 nell’età di 22 anni, già da tre anni qui venuta per sacrarsi a Dio come fece. La stessa ha sempre dato segni di grande virtù, ma nel corso poi di sua malattia, ch’è stata penosa e lunga, essa ci ha edificate colla sua pazienza e devozione. Questi sì dolci conforti mitigano quel dolore che avrei provato nella sua perdita. Spero ch’ella sarà già in possesso di quel bene che noi attendiamo, nonostante supplico la carità di Lei e delle sue figlie di suffragare quell’anima bella, onde possa giungere, se ancor non fosse, ad unirsi con Dio per mai più separarsi da Lui. Approfitto di quest’occasione, per notificarle ch’ebbimo la visita dell’ottimo nostro Cardinale Patriarca,3 il quale ha mostrato di essere molto contento di noi. Siamo pure state onorate da Sua Maestà la Piissima Imperatrice4 nostra, che visitammo in Trieste. Dessa ci diede tosto udienza, trattenendoci forse più di tre quarti d’ora in discorsi relativi all’Istituto ed al nostro viaggio costì ed in Roma, e godeva intendere il bene che vien ovunque fatto. Benediciamo Iddio, e particolarmente ciò facciamo, per averci data la grazia della vocazione. Tutto è vanità: lo ripeteva il Sapiente5 dopo aver gustato d’ogni delizia; ma così non è per quelli, che sacransi a Dio e per amor suo godono di ciò ch’è fumo. La rettitudine dell’intenzione, il non voler che quello che Dio vuole, fa sì che le vanità divengano tesori. Ho ricevuto il primo semestre degli Annali. Mi è piaciuta molto l’umile descrizione del Signor Preposito.6 Favorisca riverirlo tanto e raccomandarmi alle orazioni sue; ciò faccia, la supplico, col R.mo Monsignor Canonico,7 e con tutti i parenti delle sue figlie. Non le spiaccia dire alla buona Conca che pel suo male non so dolermi; vorrei piuttosto esserle vicina per ricevere un po’ di quell’umore, che spanderà. Raccomando però alla stessa, che sia umore allegro e forte, acciò non possa il nemico cangiare le fiamme che lo fa bollire. Piena di estimazione, mi segno di Lei e di tutta cotesta cara Comunità Umilissima Obbligatissima Sorella in G.C. Dall’Istituto di Santa Dorotea Venezia il giorno 14 8bre 1844
Alla Stimatissima Signora – La Signora Pellegrina Manetti Superiora nell’Istituto di S.ta Dorotea in Toscana
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1 ASDR, reg. III, p. 179. 2 Suor M. Luigia Faroni: cf. lett. n. 959; doc. n. 126. 3 Jacopo Monico: cf. lett. nn. 947 ss. 4 Maria Anna Carolina: cf. lett. nn. 931 ss. 5 Cf. Eccle. 1, 2; 12, 8. 6 Don Alessandro Baldanzi: cf. lettera del 21-7-1844, in Annali della Pia Opera, n. 1, vol. 1, pp. 73-81. 7 Sigismondo dei marchesi Della Stufa. |
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