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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume V. LETTERE (1843-1844)
    • LETTERE 1844. 5 gennaio – 30 dicembre. nn. 801–1023.
      • 966
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Se personalmente non mi è possibile presentarle i miei più felici auguri pel giorno di Lei onomastico, impugno la penna onde assicurarla ch’io, benché miserabile, questa mattina ho portato alla Santa Comunione la disposizione di esserle spiritualmente utile; perciò ho particolarmente pregato il nostro buon Iddio di spargere sopra la Signoria Vostra tutte quelle benedizioni che abbisogna, onde vegga compiersi l’Opera da Ella incominciata in sua gloria ed in vantaggio della società.

Da Maria Rosa è già messo in cognizione dell’impressione che mi fecero le due novelle qui venute.2 Fino a questo momento non si potrebbe ripetere che il detto. L’Angelini viene da me trattata come la più piccola delle nostre bambine, colla sola differenza che le piccine si possono qualche volta prendere in braccio, e dessa si appoggia sopra le mie spalle, pigliandomi pel collo ed accarezzandomi. Vedremo in seguito che cosa vorrà Dio da essa.

Alla fine sono giunti gli Annali. Ho cominciato a distribuirli. Desidero sapere se la Casa di Vicenza ne ha fatto venire; caso contrario gliene spedirò.

Alla prima occasione manderò in Bassano le due copie al Signor Fazolo; così unirò le due copie di Donna Giuseppina.3


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In Padova pure li farò tenere io stessa, mentre non ho potuto colà portarmi la giornata di S.ta Teresa,4 per causa d’indisposizione mia; m’avrebbe pure impedito la mancanza della Faroni.5

La stessa fece un testamento, ch’io non mi sarei mai pensato.6 Ringrazio Dio di non aver saputo, nel corso di sua vita, niente, mentre potemmo meritare assai nel tempo di sua malattia: quello è stato fatto colla purità d’intenzione, cioè per piacere a Dio e sollevare, operando, l’inferma, dove se avessi avuto cognizione del testamento, si sarebbe dovuto qualche volta pensare al dovere come interesse.

Favorisca presentarmi doverosa a tutti di sua rispettabile famiglia, e piena di rispetto bacio a Lei ed al R.do Sig. Conte D. Marco la sacra mano, pregandoli della carità di benedirmi

Umilissima Dev.ma Obbl.ma Figlia

                                 Suor Maria Rachele Guardini

 

Dall’Istituto di Santa Dorotea

Venezia il giorno 18 Ottobre 1844

 

Al Molto Reverendo Signore

Il R.do Signor Conte D. Luca PassiBergamo




1 ASDR, reg. III, pp. 179-180.



2 Teodora, nipote di don Carlo Angelini, e Maria Eleonora Capitanio: cf. lett. n. 974.



3 M.C. Passi, Memorie sulla vita di Donna Giuseppina Passi nata Marchesa Lomellini, Bergamo 1833. Cf. lett. n. 973.



4 Cf. lett. n. 964.



5 Morta il giorno 11-10-1844: cf. doc. n. 126.



6 «Lascio a favore dell’Instituto il Capitale di Aust.e £. 6000 Lire seimille, che ho già predisposto per la mia Professione, e costituisco erede residuario, e universale di quant’altro potesse sussistere di mia appartenenza al tempo della mia morte l’Instituto medesimo, cui appartengo, e son certa mi suffragherà colle sue preghiere, instituendolo inoltre erede d’ogni mia azione, e ragione presente, e ventura, e mio esecutore testamentario senza resa di conto ad alcuno»: Testamento, Venezia 25-7-1844, ASDR.






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