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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Dilettissima Sorella in G.C.,1 Non differisco un momento a rispondere alla gentilissima vostra, che oltremodo mi è stata cara. Veramente credo avervi una volta scritto, dopo che ci siamo vedute; comunque però sia, v’accerto ricordarmi quel caro patto spirituale da noi fatto,2 e qualche volta ho anche pregato il nostro buon Gesù di non permettere giammai che voi abbiate a soffrire per cagione mia, voglio anzi che tutto ciò che non è buono sia mio, ben persuasa di meritarmi ogni male; quello poi colla grazia sua venisse da me fatto capace di merito, sia pur tra noi unito, sono contentissima. Non posso dirvi, mia cara, patisca pei regali, che tratto tratto mi va porgendo l’amabilissimo nostro Sposo Gesù. Egli dalla Croce mi dice al cuore che troppo mollemente sono trattata, per cui debbo confessare non soffrire altro che l’umiliazione di non patire. Conosce Dio che sono fanciulla, così mi confonde riempiendomi di suoi parziali favori, tra i quali tiene appunto il primo luogo le benedizioni ch’Ei versa sopra questo suo Istituto. A sola sua gloria, e perché voi Lo ringraziate per me, vi unisco la lettera che Sua Eminenza3 ha scritto dopo la sua Pastorale Visita, giorno ch’è stato per noi solenne, anche per la rinnovazione dei nostri voti. Sì, dilettissima, facciamo di non vivere che per Gesù ed in Gesù, finché ci venga dato di possederlo per sempre. Oh, come sospira l’anima mia questo dì beato, ma sia fatta la sua volontà! Purché mi sostenga Egli colla sua grazia onde non mai l’offenda, sono contenta di ogni cosa. Roma, oh la gran Roma! Colà pure vi ho tenuta presente, come nella Santa Casa di Loreto ed in Assisi. Di quanti beni debbo render conto al buon Gesù. Ah, pregatemi colle vostre buone sorelle quella grazia che mi è necessaria, per corrispondere a tanti ricevuti favori; riveritele tanto per me, così fate colla vostra cara zia e zio, che sembrami vedere, quando loro annunciai che voi eravate in monastero. Se vi è permesso, scrivetemi più frequente, che sarammi dolcissimo sentirmi eccitata ad amare l’Amore la vostra in G.C. Affezionatissima Sorella
Dall’Istituto di Santa Dorotea
La R.da Madre Carolina Costanza Mangiagalli nel Convento del Matris Domini – Bergamo
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1 ASDR, reg. III, pp. 184-185. 2 Cf. lett. nn. 534, 586, 925. 3 Jacopo Monico: cf. doc. n. 125; lett. n. 1002, nota 6. |
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