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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume V. LETTERE (1843-1844)
    • LETTERE 1844. 5 gennaio – 30 dicembre. nn. 801–1023.
      • 984
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984

 

Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

L’affabilità sua mi fa prendere coraggio a chiederle se fosse possibile avere le costituzioni e le regole di S. Vincenzo de’ Paoli mentre, dietro un mio discorso riguardante appunto cotesta sua cara città, è invogliata qualche persona di qui avere le Figlie di detto Santo per l’ospitale.

Oh come sarei contenta, se potessimo cooperare a sì gran bene! Vegga la carità di Lei che tutto sia ben schiarito, affinché possano decidere. Dica inoltre quanti sono gl’individui, che dedicano ad una fondazione.

Ho letto con tanto piacere la sua bella lettera negli Annali,2 e con Maria Rosa3 dissi: chi mai avrebbe creduto avesse il R.do Padre Pendola in quel momento della Congregazione sì ben pasciuto il suo spirito.

Ah, si vede proprio che, giunta l’anima ad unirsi al suo Dio, nulla più la trattiene, per cui si ricrea con Lui ad ogni occasione, benché sembra in certi momenti d’altra cosa occupata.

Io spero sarà Ella in buona salute. Questo pensiero mi rallegra, mentre conosco quanto bene può fare in cotesta sua cara Comunità, e farà grazia ricordarmi rispettosa e gratissima.


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Dica tante cose per me al Sig. D.re Peruzzi,4 e quando ha la fortuna di ossequiare l’ottimo Arcivescovo5 di costì, favorisca baciargli per me il sacro suo anello, dicendogli tutto ciò crede, affine mostrargli mia gratitudine. Questo sentimento a suo riguardo non si scancellerà mai dal mio cuore.

Lascio, pregandola perdonare la libertà mia. Rispettosa, le bacio sua mano, mentre ho l’onore dirmi

                          Umilissima Dev.ma Serva

                                   Suor Maria Rachele Guardini

 

Dall’Istituto di Santa Dorotea

Venezia il giorno 17 9bre 1844

 

Al Molto Reverendo Padre

Il R.do Padre Tommaso Pendola





1 ASDR, reg. III, p. 188.



2 N. 1, vol. I, pp. 65-72.



3 Sanfermo.



4 Andrea, nato a Cortona il 4-9-1787. Nella prima giovinezza fu laico cappuccino. Per la soppressione napoleonica tornò alla vita civile, dedicandosi come infermiere all’assistenza dei malati presso l’arciospedale di Firenze. Fu assunto poi come infermiere presso il collegio Tolomei. Dietro consiglio del prof. Giuseppe Lodoli della clinica medica dell’Università di Siena, si dedicò allo studio della medicina. Conseguita la laurea, divenne medico del collegio Tolomei e successivamente dell’Istituto dei Sordomuti. Devoto di S. Francesco d’Assisi, impiegò i proventi della professione per fondare e dotare la parrocchia di S. Francesco all’Alberino nella periferia di Siena. Donò all’Istituto dei Sordomuti un’ampia infermeria, creò alcuni posti gratuiti e lasciò al caritatevole asilo ogni suo avere. Morì il 29-11-1868: cf. ASR.



5 Mons. Giuseppe Mancini.






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