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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Signore,1
Sono a significarle che sua nipote2 partirà dimani con suo fratello Luigi, quando possa oggi avere
dalla Polizia l’assenso, il che non dubito avrà certamente.
Ho chiesto liberamente alla suddetta
se sapeva essere necessaria una mia ricevuta, pei denari spesi dal suo Signor
Zio; disse saperlo ed esser verissimo che li ha spesi per essa.
Che cosa pensa la stessa, io non
potrei certo dirlo, mentre nel poco tempo ch’è stata qui mi parve molto
putella, intendo poca nel suo pensare, provandolo questo fatto, che dico per
aderire alla secreta sua dimanda.
La Teodora mostravasi tenerissima per
me, e la trattavo come si fa con le bambine, le quali poi nella semplicità loro
sono sincere.
Amantissima sono di questa virtù,
dunque credendo tale Teodora, mi faceva compassione non trovarla per noi
adatta.
Quando ha voluto il mio dovere mi
recassi due giorni in Padova, il pensiero che mi allontanavo un poco
dall’Istituto fece smaniare la stessa.
Ho dovuto confortarla ed assicurarla
che l’assenza mia era breve. Ritornata, seppi con rincrescimento che una
giovane,3 venuta da poco
nell’Istituto come aspirante allo stesso, aveva narrato a Teodora che prima di
giungere in Venezia - 581 -
sentitasi era una grande ripugnanza di
abbracciare lo stato religioso, per cui spiacevale ricordare che non sarebbe
più ricevuta nella casa di educazione da dove era sortita.
Pare che, udito ciò, dovesse darle un
solido consiglio; Teodora invece le disse avere degli zii ricchissimi, che
scriveragli segretamente, onde concesso siale portarla con sé come sorella, e
quando questo non avvenisse, tengo – disse – la patente da Maestra, faremo
scuola e camperemo insieme.4
Posta in cognizione di ciò, furono
separate ambedue, dando una delle nostre Suore vecchiette a loro compagnia,
finché si partiranno.
Voglio tenere per certo questa
irriflessione sia stata l’effetto di un buon cuore, ma come sta mai operare
così, Ella troverà giusto dica ch’è buona, ma putella.
Al fratello della stessa consegnerò
la somma di 50 Austriache; lo stesso par disposto comperare di Teodora il
letto. Io terrò allora il resto, acciò non perda la poverina.
Se la qui acclusa non va bene,
favorisca farmi il modulo, non avendo cognizioni a questo riguardo.
Piena di rispetto, Le bacio la sacra
mano, pregandola benedirmi
Umilissima Dev.ma
Obbl.ma Serva
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di Santa Dorotea
Venezia il giorno 2 xbre 1844
Al Molto Reverendo Signore
Il R.do Sig. D.
Carlo Angelini Prevosto
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