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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1
Sì, ho più volte pensato quale poteva
essere la causa del suo silenzio. Molte cose mi vennero alla mente, alle quali
non ho risposto, ma per tranquillare il mio spirito sonomi fermata in questo pensiero
che volesse la Sig.ria V.ra nel Santo
Avvento privarsi di ogni benché minimo piacere.
Un tal riflesso addolciva la pena,
prodotta in me dal timore ch’Ella fosse ammalato; lagnavomi già e dissi che il
nostro Padre mortifica più noi che egli stesso in privarci di sue nuove.
Oh com’è vero che i cani abbaianti
non morsicano! Intendo parlare di quella Rachele spesso suscitata contro Lei,
quasi avesse procurato il suo male, per aver con ella esercitato sua carità. Poveretta,
mi fa compassione, mentre sforzasi continuamente per adempire il suo dovere,
fino a sentirsi venir qualche volta meno, e Le protesta di cuore che,
quantunque vede Dio benedire ciò che fa, sarebbe sempre, se fosse di piacer
suo, contenta morire piuttosto che reggere, tuttavia regge per obbedire.2
Ieri ho ricevuto lettera da
Massalombarda. Sono contentissimi delle Suore; a gloria di Dio trascriverò
quello che dice il Signor Arciprete:3 «Il
contegno, modestia, temperanza delle Suore le rendono esemplari; noi siamo di
esse contentissimi; - 586 -
ci fanno pur esse coi fatti vedere che lo sono di
noi. Suor Marianna4 si occupa della fondazione Pia Opera, e Maria
Giuseppa5 nella scuola fa egregiamente; dessa è
diligente, attenta e manierosissima».
Ecco una visita del Signore. Chi mai
avrebbe detto che la Cominelli si ammalerà? La stessa trovasi a letto che
trattiene i progressi. Sia benedetto Iddio! Tanto si dice dell’aria di Venezia;
le altre noi esperimentiamo piuttosto fatali. Preghiamo, ed avvenga quello che
Dio vuole; tutto sarà buono!
Noi siamo imbarazzate a disimpegnare
i doveri che sono realmente molti.
Sua Eminenza, quasi non avesse
abbastanza espresso di bontà nella particolare lettera inviatami la giornata
dopo la Pastorale sua visita, una ufficiale ci ha fatta tenere, che a gloria di
Dio qui unisco.6
Ella ci ottenga dal caro Gesù le
virtù che abbisogniamo, per corrispondere alla nostra vocazione, come alle
premure dell’ottimo Pastore.
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Monsignore7 tanto la riverisce in unione al Signor Conte D. Marco, e si unisce
meco ed a tutta la Comunità nostra per augurar loro quelle benedizioni adattate
al loro apostolico ministero nella ricorrenza delle Sante Feste Natalizie come
pel cangiarsi dell’anno.
Ah possano far Essi amare da molti,
se non è possibile da tutti, l’amabilissimo nostro Gesù.
La notte del Santo Natale, in
quell’ora appunto che a noi, per eccesso di carità, si è presentato Bambino,
quest’anno avremo la fortuna di riceverlo Sacramentato. In quel momento, s’Ei
mel concede, qualche cosa, benché conosca mia indegnità, dirogli per loro.
Ringrazio Lei ed il Padre Marco per
le buone disposizioni di Padova. Spero gioveranno davvero i discorsi che terrà,
mentre ho scorto amare le Collaboratrici la parola.
A Siena continua l’Opera
vigorosamente; il Padre Pendola m’incombe di riverirli.
Dal Signor Conte Cavalli ho ricevute
due Genove pel mantenimento della Guidinali. Quando gli scrive, credo sarà bene
faccia sentire di saperlo. Finché siamo quaggiù, bisogna operare coi riguardi
sociali, affine di assecondare quel tutto a tutti di S. Paolo per guadagnarli a
Gesù.8
Rispettosa, bacio sua sacra mano,
dicendomi
Umilissima
Dev.ma Obbl.ma Figlia
Suor Maria Rachele Guardini
Dall’Istituto di
S. Dorotea – Venezia il giorno 21 xbre 1844
Al Molto Reverendo Signore
Il Molto R.do
Signor Conte D. Luca Passi – Genova
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