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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Monsignore Reverendissimo,1
Con vero piacere ho ricevuto la
pregiatissima sua segnata 3 corrente.
In essa ho scorto averla il buon Gesù
tolto dalla sua patria, per impiegarla particolarmente alla sua gloria.
Sia Egli benedetto! Questa
espressione la tenga cara nei vari casi, che incontrerà nel suo regime.
Il non aver Ella cercato quel posto,
ma essere stato messo per volontà di Dio, la deve tener tranquillo; per cui la
prego non occuparsi del modo che tiene, del frutto che sia per venirne, ma
preso il consiglio ch’è proprio da quello che in nome di Dio lo guida, preghi
confidentemente l’amabilissimo Gesù e la cara Mamma Maria, onde non permettano
mai che un’azione, benché minima, sia da Lei fatta quando non abbia per iscopo
la gloria loro e l’utilità del prossimo.
La confortino anche le parole di S.
Paolo: tutto posso nel Signore.2
Coraggio, adunque, coraggio!
Riguardo poi alla giovane conversa
Ella, in ricordando il tempo di esperimento, sovverrassi anche avermi promesso
darmi di quando in quando nuove della stessa; cosa che non è stata eseguita,
così ho accettato altra in sua vece.
Mi spiace non poter accondiscendere;
ciò attribuisca al suo silenzio, mentre ho supposto [che] non si fosse
verificata della giovane la vocazione.
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Sono io stessa persuasa che
molte giovani cadono inconsideratamente nel male. Infelici, mi fanno veramente
compassione; tuttavia non converrò che cadano per necessità, dovendo noi
cristiani essere sempre disposti a morire piuttosto che acconsentire al
peccato; ecco [il] bisogno di presenza di Dio e preghiera.
Perciò spiacente le dico non potrò
aderire a simili accettazioni, benché ferme sieno le poverine di voler servire
Iddio in Religione.
Per queste tali, due cose credo sarà
bene tenga Ella presenti, perdoni la mia libertà di schiettamente dire: una,
che siano allontanate da tutte le occasioni: questo non conviene al nostro
Istituto che pel quarto voto, che professiamo, siamo anzi sempre esposte; la
seconda cosa è che nel ritiro, qualunque sieno per entrare, abbiano da vivere
comodamente, altrimenti sarà difficile [che]perseverino.
Quando poi alla
Sig.ria V.ra si presentasse una giovane
sana e d’illibati costumi, amante di fanciulle, e capace di onorevolmente
passare gli esami da maestra, che vengono esaminate in Religione, Catechismo,
Vangeli, Sacra Scrittura, Grammatica, Aritmetica, Metodica, Calligrafia e
lavori, faciliterò molto volentieri, per consolare il suo pietoso cuore.
Monsignore,3 Maria Rosa4 e tutta questa mia cara Comunità la riveriscono
e pregano meco Iddio, acciò colmata sia di benedizioni, e gli anni per Lei
scorrano pieni di meriti.
Non le spiaccia, quando scrive a
Monsignor Capanna, ossequiarlo tanto per me.
Dica quello Ella crede, in mio nome,
anche alle buone Suore, alle quali mi farà il piacere di consegnare il denaro
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speso nel viglietto della lotteria ordinatomi, che qui unisco; esse
ne useranno come a loro piace, forse per prendere delle coroncine pei doni alle
fanciulle.
Piena di rispetto, le bacio sua sacra
mano, pregandola della carità di ricordare al buon Gesù la povera anima mia, e
mi dico
della
Sig.ria V.ra R.ma
Umilissima
Obbligatissima Serva
Suor
Maria Rachele Guardini
Il giorno 12 Gennaio 1845
A Monsignor Reverendissimo
Il R.mo Monsignor Gio. Maria
Teloni
Rettore del Seminario e Collegio di Senigallia
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