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Viva il
Cuor di Gesù e di Maria!
Dilettissima,1
Ho ricevuto la vostra letterina,
dalla quale ho compreso che mancaste ai vostri proponimenti.
Che cosa dirovvi per questo? Niente
più di quello che tante altre volte vi ripetei, ed è di esaminare se mancaste per
fragilità o per negligenza; nel primo caso, umiliatevi avanti al nostro buon
Iddio, riconoscete la vostra pochezza e compiacetevi ch’Egli sia infinita bontà
e sapienza; nel secondo caso, prostratevi ai suoi piedi, chiedetegli perdono e
proponete, coll’aiuto del buon Gesù, di stare sopra voi stessa in avvenire.
Ricordatevi, mia cara, ch’evvi
bisogno di vegliare attentamente sulle piccole cose, affine di non cadere nelle
grandi mancanze.
Altro motivo più nobile dev’essere
quello appunto di pregiare il titolo che portate, cioè sposa del Salvatore.
Vergogniamoci proprio tutte le volte che non sappiamo vincere noi stesse per
amore di Quello che, dopo aver consumato sua vita onde salvarci, con tanta
carità ci chiamò alla sua dolce sequela.
Ah, comprendessimo noi bene la grazia
della vocazione, oh con quanta più diligenza e fervore serviremmo
l’amabilissimo Gesù! Fate adunque di
tenervi alla sua presenza; questa vi farà più riflessiva, e potrete così
confortare anche il suo Sacro Ministro, che tanto zelo tiene per la vostra
santificazione.
Presentate i miei doveri ed anche
quelli di D. Marco2 a - 51 -
Monsignore.3 Dimandategli poi se ha preparato l’articolo pel
secondo semestre degli Annali, mentre potrebbe prenderlo il Signor Conte D.
Marco, che sarà costì mercoledì prossimo.
Fatemi sentire alla buona Maria Regina4 ed alle Monache5 sensibile per la perdita quaggiù fatta della
bell’anima Manzoni,6 ed
assicuratele che ricordiamo giornalmente le Consorelle loro tutte a Dio.
Salutatemi caramente la Melchiori,7 e ditele che il Superiore dei Fate Bene
Fratelli mi ha significato avere nello stabilimento il Fassina.8 Tosto che potrò allontanarmi dall’Istituto,
anderò a visitarlo.
Il Signore vi benedica tutte, mie
care; fate, per carità, di crescere nel santo amor di Dio, ed ogni cosa
supererete con facilità; non dimenticatevi mai perché siete costì.
Grande Iddio, vi prego, assisteteci
acciò possiamo tutte una volta essere con Voi per tutta l’eternità
la Vostra
Aff.ma Madre in G.C.
Suor Maria Rachele Guardini
Il giorno 11 marzo 1845
A Suor Maria Catterina Gavazzi – Padova
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