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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Monsignore,1 Sente il mio cuore come bisogno presentare all’Eccellenza Vostra Reverendissima i più felici auguri per l’onomastico giorno di Lei. Ho sperato poter accludere una poesia della nostra Marovich,2 che pregai dire qualche cosa sull’uomo giusto, così nomato nelle sacre carte, aggiungendovi quello [che] avrà meritato l’Eccellenza Vostra Reverendissima nel lustro che in esilio stette per la Religione,3 ch’è quanto dire per amore della giustizia; ma non piacque al nostro buon Dio irrigare le idee della pia Poetessa, e forse io ne sono cagione, mentre avrei troppo amato poterle ciò presentare. Voglia la bontà di Lei accettare questa mia, come un testimonio di quella gratitudine che mai verrà meno nel mio cuore per tante ricevute gentilezze ed ospitale carità, che mai dimentico al buon Gesù, e particolarmente lo farò nel ritorno delle Pasquali Sante Feste, che piene desidero a Lei di ogni benedizione. Supplico l’Eccellenza Vostra R.ma impartirmi la S.ta Benedizione, ed in ispirito bacio il sacro suo Anello, e meco s’unisce Maria Rosa4 Ossequiosissima Umilissima Serva Suor Maria Rachele Guardini
Il giorno 14 Marzo 1845
A Sua Eccellenza Reverendissima Il R.mo Monsignor Giuseppe Mancini Arcivescovo di Siena
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1 ASDR, reg. III, p. 219. A p. 220, questa lettera viene ripetuta con la data: 19 Marzo 1845. Vi si notano le seguenti lievi varianti: – ultimo rigo del 2° capoverso: goduto, invece di «amato»; – primo rigo del 3° capoverso: la di Lei bontà, invece di «la bontà di Lei»; – ultima parola del 3° capoverso: bene, invece di «benedizione»; – dopo «benedizione»: La qui unita copia [cf. doc. n. 137] le dirà l’andamento della Pia Opera di qui; – ultimo capoverso: Favorisca porgere i miei saluti ai cari suoi subalterni. Bacio in ispirito... 2 Cf. doc. n. 146. 3 Mons. Mancini in qualità di canonico della Metropolitana fiorentina fu mandato, delegato dal Capitolo, a Piacenza a notificare al vescovo nominato da Napoleone l’inopportunità di accettare la direzione pastorale dell’arcidiocesi di Firenze. A seguito di questa ambasciata di chiaro stampo antibonapartista, i francesi arrestarono il Mancini, chiudendolo nella fortezza di Fenestrelle in Piemonte e deportandolo in seguito in Francia. Dopo la caduta dell’impero napoleonico poté far ritorno in patria. 4 Sanfermo. |
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