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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume VI. LETTERE (1845-1853)
    • LETTERE 1845. 2 gennaio – 25 dicembre. nn. 1024–1094.
      • 1062
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1062

 

Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Godo che abbia trovato motivo di consolarsi pel fervore delle pie Dame del Sacro Cuore.2 Ah voglia l’amabilissimo Gesù accrescerle in esso, che di cuore glielo desidero!

L’immagine del suo e mio tesoro contenente le molte indulgenze pontificie, trovasi presso di me, avendolo appunto rinvenuto nella piccola stanzina ove mangiava, sopra esso imprimo più baci, e benché miserabile intendo abbia Ella a sentirne gli effetti.

Sì, è passato il tempo della sua stazione in Venezia, ma troppo presto, ed anche nell’eternità spero proprio sarà contento essere qui venuto, mentre in ogni petto parmi veder palpitar più frequente il core, per desiderio d’amare il nostro buon Gesù.

Ah, potessimo aver la consolazione di farlo amare da tutte le creature che sono nel mondo, che giustamente immondo lo chiama la Signoria Vostra.

Questo riflesso non poco pesa sopra il mio sensibile cuore, mentre chiaramente veggo che tale si è reso coll’opera dell’uomo creato per amare e godere di Dio.

Ah, preghiamo, preghiamo! Questi poveretti sembrano accecati, mentre tutto dice la bontà e misericordia del nostro caro Gesù! Fino il tempo parla loro, ammonendoli dei disordinati appetiti, ma chiudono gli occhi dell’anima, e così non possono gl’infelici comprendere ciò che a loro tornerebbe tanto utile.


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Madama Neville3 si è trattenuta di più di un’ora col P. Luca nel Collegio dei Gesuiti a Modena. Egli sta bene; la stessa sarebbesi consolata qui trovar Lei, ma pazienza!

Essa colla cara sua figlia e con Anna lo riveriscono, e così accetti i baciamani di tutta questa Comunità, che dalla piccola Nanna4 fino alla padrona di casa intendono ciò fare.

La nostra Santa Dorotea si è mostrata molto benigna in verso noi, come avrà inteso dalla lettera che ho spedito in Brescia.

Questa volta pure, udito dal medico e chirurgo che la malattia di Benedetta5 era molto seria, mi portai dalla stessa dicendole confidasse in essa Santa, che le avrebbe dal buon Gesù ottenuto di fare con noi la Santa Comunione il giorno dell’istituzione del grande Sacramento; ed infatti così è stato, di maniera che il Padre, avutala al confessionale mercoledì sera, le disse qualche cosa, temendo facesse una bravata; ma continua a star bene con sorpresa del medico e chirurgo, i quali mi dissero [che] avrebbero proprio creduto fatale la malattia di Benedetta, che svanì.

Ogni benedizione scenda su Lei e tutta la rispettabile sua famiglia nel ritorno delle Pasquali Sante Feste. La supplico presentarmi a tutti piena di gratitudine

Umilis.ma Dev.ma Obbl.ma Figlia

                                 Suor Maria Rachele Guardini

Il giorno 21 Marzo 1845

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. Co. D. Marco Passi – Bergamo




1 ASDR, reg. III, p. 222.



2 Cf. lett. n. 1041, nota 2.



3 Cf. lett. n. 1060.



4 Cf. lett. nn. 1054, 1072.



5 Aprile: cf. lett. n. 1054.






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