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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume VI. LETTERE (1845-1853)
    • LETTERE 1845. 2 gennaio – 25 dicembre. nn. 1024–1094.
      • 1072
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Mia Carissima,1

Eccomi a voi, per assicurarvi essermi stata grata la vostra lettera, ed ho benedetto l’amabilissimo Gesù che sana v’abbia posta fra le braccia della buona vostra Madre, che godo rimessa in salute.

Io avevo patito nel timore che vi foste trovata nel vapore il giorno di quella burrasca, che il foglio descrisse con tanta forza.

Mi rallegro sentire da voi ripetere i bei sentimenti, che tante volte personalmente mi lasciaste godere.

Sì, mia cara Letizia, tenete per certo che quanto maggiore sarà il vostro impegno per adempire i figliali doveri, tanto più v’ameranno gli amatissimi vostri genitori, che per me riverirete assicurandoli che sono ricordati nelle preghiere che innalzo a Dio.

Fate inoltre di rivedere settimanalmente quei proponimenti che nel fervore vi scriveste, affine poterli eseguire; se per qualche circostanza mancaste a qualcuno, procurate di non lasciarvi prendere da malumore, ma chiedete umilmente perdono al nostro buon Dio ed incoraggiatevi nuovamente.

Quello, che sopra tutto mi preme ch’esercitiate, è l’offerta delle azioni la mattina. Per carità, mia Letizia, non sortite dalla vostra stanza senza questo aver fatto, anzi ricordatevi quel quarto d’ora di meditazione che mi prometteste; poi con santa allegrezza esaurite i vostri doveri.

Rammentatevi di quando in quando che Dio vi è sempre


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presente. Un tal esercizio vi garantirà da molti mali nei quali cadono quelli che non si curano di un tanto mezzo.

Tutte le vostre compagne vi salutano; stanno benissimo; la Nanna2 poi diventa ogni giorno più cara; esse sono cresciute di numero.

Ebbimo qui per 15 giorni il Conte D. Marco Passi che ha loro dato i S.ti Esercizi; e per verità li fece molto bene.

La Serafini si è dichiarata col suo papà di volersi far Suora, ma io l’ho pregato di attendere un poco, per esperimentare meglio la sua vocazione.

Ho dimandato alle fanciulle come alle Suore dei fazzoletti di fular che dite, ma nulla sanno, eccetto di quello brutto che foderaste quel cuscino da scranna senza mia saputa; ma non è nuovo né bello.

Riguardo alle altre cose voi sapete che v’ho raccomandato procurare di tutto precisamente rinvenire; difatti mi diceste non si trovava un lenzuolo, e ve lo feci passare della Comunità. Ricordate alla vostra cara Mamma quello [che] donaste a qualche povera e lasciaste in Trieste; forse allora troverà l’intiero numero.

Ricordatemi al buon Gesù ed a Maria, ed a quelle persone che voi credete

                                              la vostra in Gesù Affezionatissima

                                   Suor Maria Rachele Guardini

 

Il giorno 25 Marzo 1845

 

Alla Stimatissima Signora

La Sig.ra Letizia Alnaider

Riva di Trento




1 ASDR, reg. III, p. 227.



2 Cf. lett. nn. 1054, 1062.






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