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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume VI. LETTERE (1845-1853)
    • DOCUMENTI 1845–1868. nn. 134–233.
      • 145. Lettera di don Luca a Madre Paola Frassinetti.
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145. Lettera di don Luca a Madre Paola Frassinetti.1

 

 

V. G. M.

 

                                             Modena, Giovedì Santo 1845

                                                           [20 marzo]

 

Cariss.ma figlia in G.C.1

Eccovi un progetto che, spero, deve piacere a Sua Em.za il Sig. Cardinale Vicario,2 che ha tanta bontà per l’Istituto, e che ha provato tanto dispiacere di non poter annuire ai vostri desideri, e d’altronde questo progetto non deve trovare difficoltà nella sacra Congregazione de’ Vescovi e Regolari, ed il progetto sarebbe che invece di cercare l’approvazione delle Regole come ora si faceva, si domandasse solamente un altro Decreto di lode dell’Istituto non diviso, come presentemente in tante Congregazioni separate, e solo tra loro legate in Carità, ma formante in cambio una sola Congregazione, avente il centro a Roma, come ora s’intende di fare. Tanto meno deve trovare difficoltà questo progetto, cioè che venga lodato un piano già approvato dalla Santa Sede in altri Istituti di donne come nelle Suore della Carità, nelle Dame del Sacro Cuore etcc. ed il S. Padre3 medesimo ha già esternato questo desiderio quando vi siete presentate (se vi ricordate, io pure ero presente) colla Superiora di Venezia4 e con alcune vostre


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compagne nella passata estate, dicendo il S. P. a tutte voi: già formerete una sola Congregazione.5

Il Decreto che ora si ha non porta che di una sola Casa isolata, ed in generale che attende l’Istituto alla Educazione delle Fanciulle, e non lo qualifica come diretto a sostenere principalmente la Pia Opera di S. Dorotea;6 e nel nuovo decreto di lode potrebbe essere riportato il ristretto delle presenti Costituzioni come si fa anche nel Breve della Pia Opera (che non è che di lode) dove dice «con queste nostre lettere commendiamo, e con molte lodi magnifichiamo il memorato Pio Istituto il quale principalmente consiste nello scegliere in ciascuna Parrocchia coll’approvazione del Parroco qualche Donna etc.» (Vedi Breve).7 Ecco che qui è detto in ristretto tutta la sostanza della Pia Opera.

Ottenuto questo decreto di lode alla Congregazione delle Suore di S. Dorotea la quale abbia il suo centro stabile in Roma (che è quello che più mi preme, anzi è la ragione principale onde cercare questo nuovo decreto di lode, perché non riceva in seguito l’Istituto influenze straordinarie) si può aspettare sin che si vuole, onde ottenere dopo l’esperienza un’approvazione formale delle Regole. D’altronde se questo non si fa, e non si fa presentemente vedo un gran pericolo che succedano nell’Istituto cambiamenti, modificazioni, secondo il diverso pensare de’ Vescovi, e delle Superiore delle Case nelle diverse Provincie, e non si possa più unire l’Istituto come si desidera per l’uniforme andamento, in Congregazione unica che abbia il suo centro, cioè la Casa


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Madre in Roma. Dicevo poi se non si fa questo presentemente forse in seguito sarà più difficile ottenerlo, perché ora le Case diverse esistenti dipendono da poche Superiore fondatrici delle medesime, ed io stesso spero di poter avere qualche influenza avendo promosso ed aiutato tali fondazioni.

Presentate i miei omaggi a Sua Em.za uniti ai più vivi ringraziamenti per la bontà che dimostra per il nostro povero Istituto, e pregatelo a mio nome a voler compiere l’opera ottenendo un tale decreto di lode che può decidere l’esito della Santa intrapresa.

E se vi fosse difficoltà a dare un secondo decreto si potrebbe far comparire come primo, e sarebbe forse anche meglio. L’altro è stato dato a richiesta del Vescovo di Vicenza8 che porta il nome di S. Dorotea (vi sono forse undici Istituti che portano il nome del S. Cuore) ma diverso dal modo in cui ora si vanno a costituire gli altri cioè in Congregazione Generale.

Questo nuovo decreto si darebbe a richiesta di S. Em.za il Sig. Cardinale Vicario, di S. Em.za il Patriarca di Venezia,9 e di S. Em.za l’Arcivescovo di Genova,10 i quali a tal fine hanno già diretta una supplica a S. Santità, e d’altronde il Vescovo di Vicenza questa volta nulla ha scritto, e domandato a S. Santità, ed in quel Decreto non si fa parola che di Vicenza, e non so nemmeno se l’Istituto di Vicenza presentemente vorrebbe far parte alla Congregazione Generale.

Tutte le altre Case, poi ora esistenti dipendono tutte o da Roma, o da Genova, o da Venezia dove tutte sono disposte


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alla unione, e così si abbraccia con questo nuovo decreto di lode tutte le Case che ora esistono. Spero proprio che questo progetto appiani ogni difficoltà, e si ottenga quanto si desidera cioè la riunione. Pregate e fate pregare perché il Signore benedica.

La risposta potrete dirigerla a Bergamo, quando mi scriviate prima della metà di aprile, se dopo a Firenze.

Ieri giorno di S. Giuseppe ho detto la S. Messa per questo, ed ho messo la cosa nelle mani di questo gran Santo.

Non potrò fare la gita a Roma avendo alla metà di aprile una Missione nel Piacentino che non si è potuta fare questo inverno per la neve.

Salutate tutte le compagne, pregate per me, e credetemi

 

* * *

 

Lettera della Frassinetti a don Luca1

 

Roma 1846

 

Ill.mo e R.mo Signore

Quando ricevei la sua lettera che m’incaricava di vedere se fosse possibile di muovere questo Em.mo Signor Cardinale Vicario a prestarsi per ottenere un nuovo Breve di Lode a favore del nostro Istituto, mi detti tutta la premura di fare le sue parti presso il medesimo e di raccomandargli quanto poteva, di prendervi il massimo impegno. E per


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dargli maggiore campo da riflettere sopra tutte le ragioni ch’Ella adduceva per appoggiare la domanda, gli lasciai in mano la sua lettera acciò con comodo la leggesse e ne rimanesse persuaso.

Mi rincresce però molto di doverle significare che nulla ho potuto conchiudere a seconda dei nostri desideri. Sua Em.za prese tempo per considerare la cosa e poi mi ha detto negli scorsi giorni di scrivere a suo nome che non vi è esempio di tornare a ripetere un Breve di Lode e di riassumere in quello lo stesso affare.

Mi ha poi soggiunto che, nelle presenti circostanze, noi non possiamo né dobbiamo fare altro che procurare in ogni maniera l’osservanza esatta delle nostre Regole e modo di vivere come se già espressamente fosse il tutto approvato e sanzionato, perché questa è l’unica strada di accellerare la cosa, quando vi sieno le prove di fatto e la conferma dell’esperienza.

Ei ha insistito molto su questo punto e, mostrandomi il solito suo desiderio di poterci giovare in tutto mi ha raccomandato di cercare nei soggetti e nelle fondazioni uno spirito uniforme, acciò non abbia ad accadere come alle Maestre Pie, che si aprono delle case quasi separate le une dalle altre; e non si vada a distruggere col fatto quello che si cerca di formare, cioè un solo corpo col consenso ed approvazione dell’E.mo nostro Cardinale Protettore.

 

Suor Paola Frassinetti

 





1 Copia in ASDFR.



2 Costantino Patrizi.



3 Gregorio XVI.



4 Madre Rachele Guardini.



5 Cf. lett. n. 856 di Madre Rachele.



6 Cf. Decreto di lode del 1-3-1839, in S. Rumor, L’Istituto delle Suore Maestre di S. Dorotea, cit., pp. 117-118.



7 Cf. riproduzione, vol. IV, p. 192.



8  Mons. Giovanni Giuseppe Cappellari.



9 Jacopo Monico.



10  Placido Maria Tadini.



1 P. Frassinetti, Lettere, Roma 1985, lett. n. 28, pp. 33-34.






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