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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume VI. LETTERE (1845-1853)
    • DOCUMENTI 1845–1868. nn. 134–233.
      • 230. Lettera di don Pietro Cagliaroli alle Suore Dorotee in occasione della morte del fondatore don Luca Passi.
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230. Lettera di don Pietro Cagliaroli alle Suore Dorotee in occasione della morte del fondatore don Luca Passi.1

 

V. G. e M. I.

 

Dilettissime Figlie in G.C.

Sento il dovere d’inviarvi due parole di conforto, nella gravissima afflizione colla quale piacque al Signore di visitarvi.

Voi non avete più il vostro S. Fondatore. Ricolmo com’era di meriti, perfezionato nella giustizia e nella santità, corsa già avendo tutta la sua carriera, era maturo pel cielo, e Dio lo ha chiamato a sé per retribuirgli quella mercede che per tanti titoli e ragioni gli era dovuta. Beato il nostro Padre! Egli ha lasciato l’esiglio, ed è entrato in quella Patria dove non hanno accesso il dolore ed il pianto; dov’è il possesso di tutti i beni, dove Dio medesimo è la mercede dei fedeli suoi servi. Egli è dunque felice nella gloriosa unione col suo Dio, e lo sarà per tutta l’eternità. Ma noi intanto... mi direte; siamo senza il nostro Padre, nostro conforto e sostegno, nostro tutto. Ah! non dite: Perché se vi ha lasciato col corpo, non vi ha abbandonato col suo spirito, che anzi vi è stretto con vincoli ancor più intimi, e vi protegge con più validi soccorsi. Il legame della carità non si rompe per morte, anzi vieppiù si rafferma e rafforza; il vostro Padre vi è adunque più unito di prima, perché adesso in Lui la carità ha raggiunto la sua perfezione. Nel lume istesso glorioso di Dio vede e comprende perfettamente tutti i bisogni delle sue Case, e di tutte e singole le sue figlie, e come diletto al Signore, in Lui medesimo


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trasformato, vale a provvedervi efficacemente, ed io sono in questa ferma convinzione che ci tornerà adesso di vantaggio di gran lunga maggiore, che non ci era quando ancora vestiva la nostra povera creta. Potete ben dunque confidare nel suo patrocinio e tenervi sicure che volgerà a tutte ed a ciascuna uno sguardo di benefica pietà da avvalorarvi l’animo all’opera della vostra santificazione. No, non vi ha abbandonate il vostro S. Padre; Egli vive ancora tra voi colla memoria de’ luminosissimi esempi suoi e delle savissime sue massime, e salutevolissimi ammaestramenti. E come mai vi potreste dimenticare la profonda sua umiltà, quel dispregio di se medesimo, ch’è il carattere più sicuro della santità; la semplicità del pargolo che traspariva da tutti i suoi atti, da tutte le sue parole; lo spirito di mortificazione interiore ed esteriore che fiancheggiò tutta la sua vita; quell’ardore di zelo che gli struggea il cuore e lo veniva confortando ad ogni opera che tornasse alla gloria di Dio ed alla santificazione delle anime? Parmi che non sia angolo nelle vostre Case che non vi debba ricordare alcuna di queste sue splendidissime virtù, e farvene sentire la salutevole influenza. E quanto si è agli ammaestramenti pieni di celeste sapienza che vi ha porti in tanti anni che vi fu Padre, sarebbe da dirne tanto da scriverne un volume; richiamateveli alla memoria, e ne avrete inestimabile giovamento. E sovra tutto, non siate mai per dimenticare quelle preziosissime ed infocatissime parole che vi diresse dal letto della sua agonia, che avete già raccolte in una fedele scrittura.2 Quelle furono proprio il suo Testamento, testamento di carità capace di mettere nei vostri cuori un incendio d’amore pei prossimi. Oh come vi recò innanzi i più toccanti


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e validi motivi per impegnarvi nella santificazione delle anime! il cuore più duro doveva tutto distemperarsi all’ardore ed alla forza di quegli accenti. Così non potea parlare se non chi avea spesa e consumata tutta la sua vita lunghissima nei ministeri di carità.

Dopo i suffragi pertanto che gli volete prestare, sebbene ci è proprio tutto a confidare che senza toccare le pene del Purgatorio sia tostamente volato agli amplessi divini, voi tutte vi porrete nel massimo impegno di rendervi degne sue figlie, e di meritarvi la sua protezione, coll’emularne la santità della vita, colla imitazione fedele delle sue virtù, e colla esatta osservanza delle regole che propose all’Istituto a cui appartenete, espressa immagine dell’infaticabile suo zelo, e sovra ogni cosa collo stringervi tra voi più intimamente col vincolo della santa carità. Carità, o mie figlie, carità perfetta tra voi, che vi porti a compatirvi reciprocamente nei vostri difetti, a sottentrare le une al peso delle altre, ad avere delle Sorelle quella stima che bene si meritano per le buone qualità che le adornano, ed a coprire le imperfezioni e debolezze inerenti alla nostra infermità.

Voi sapete, come da quattro anni il Padre Fondatore mi volesse, quantunque immeritevolissimo, assumere a parte delle sue paterne sollecitudini per l’Istituto di Santa Dorotea. Se vi ho amato fin qui in G. C. e per quanto lo comportarono le mie circostanze ho procurato di esservi di qualche giovamento, adesso sento il dovere di assistervi ancor più nei limiti delle mie incombenze. Questo vi dico anche per alleggerirvi in qualche parte quel dolore che vivo ed intenso dovete provare per la perdita dell’ottimo di tutti i Padri, ed anche per tranquillità degli animi vostri in ordine all’Istituto. Ogni cosa, lo spero in Dio, e nella protezione di che ci sarà largo il S. Fondatore, avrà il suo compimento al maggior bene ed al


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consolidamento di codesta Religiosa Congregazione. Pregate e pregate voi intanto incessantemente il Signore perché assista coi suoi lumi la piissima vostra Madre Generale,3 e chi sarà voluto dalla Provvidenza a cooperatore con Lei dello spirituale edificio. – Intera, amorosa, perfetta sia la vostra docilità ed obbedienza, come lo fu fin qui, a chi sostiene il carico arduo e difficile della direzione della Comunità, alla vostra Superiora. Concordia negli animi, pace di cuore, osservanza di regole, e non dubitate che avrete la benedizione dall’alto e saranno soddisfatti i vostri santi voti. Nei tre giorni di Rogazioni spero di trovarmi tra voi personalmente, ed a voce supplirò a quanto non ho detto per iscritto. Vi chiudo tutte nei Cuori SS. di Gesù e di Maria, ed abbiatemi sempre

                                Vostro aff. Padre in G.C.

                                                                 S. P. C.

 

Rovigo li 19 Aprile 1866

 





1 Venezia, Tip. Arm. di S. Lazzaro 1866; Padova, Tip. Semin. 1866.



2 ASDR. Le parole di don Luca furono stampate in una pagellina: Venezia, Tip. Arm. di S. Lazzaro 1866; Padova, Tip. Semin. 1866.



3 Madre Marina Marini.






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