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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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3. Istituzione di regolare casa filiale. Non ci è pervenuta la corrispondenza epistolare tra Venezia e Padova dal dicembre 1841 a tutto il mese di ottobre 1842. Estendendosi il campo apostolico, Madre Rachele, secondo la promessa, decise di inviare a Padova altre due suore. In tal modo, vi si poteva fondare regolare casa filiale.33 D’accordo con mons. Scarpa, si rivolse all’ex benedettina Madre Maria Regina Zanolli che, con alcune monache, viveva nel soppresso monastero di San Pietro. Il progetto venne accolto e fu deciso che il 2 maggio 1842 le quattro suore dorotee si sarebbero stabilite in quel monastero, ove avrebbero aperto una terza scuola di carità.34 Non sappiamo però se questo avvenne proprio il 2 maggio, o nei giorni successivi. Alla Ziller e alla Roberti si aggiunsero suor Veronica Pellizzari35 e M. Eletta Toniolli, che aveva fatto la vestizione il 26 aprile 1842. Fu sempre considerata superiora la Zanolli.36 Alla sua morte (1858), ella lasciò il locale alle Dorotee, con l’obbligo di tenervi una comunità religiosa per l’educazione delle fanciulle.37 Verso la fine di maggio, mons. Scarpa scrisse al Balbi che era « contentissimo » delle suore ed esse erano « beate ».38 Nel settembre del 1842 è presente nella casa di Padova M. Vincenza Baroldi, che aveva fatto la vestizione nel precedente mese di agosto. Vi era stata forse inviata a sostituire la Ziller richiamata a Venezia. Questa, infatti, nel novembre non risulta più a Padova.39 Il 20 settembre 1842 Madre Rachele, di ritorno da Bologna, passò per Padova e vi trovò la Baroldi ammalata. Avrebbe voluto subito ricondurla con sé a Venezia, ma il medico consigliò un mezzo più adatto per il viaggio. Perciò Madre Rachele proseguì e l’indomani mandò la Sanfermo ad accompagnare a Padova suor Cecilia Nicolodi in sostituzione della Baroldi da ricondurre a Venezia.40 In una lettera del 4 novembre Madre Rachele, rispondendo alle suore, raccomanda loro di tradurre in pratica i buoni propositi e di eseguire le sue direttive. Le esorta a prepararsi spiritualmente al Santo Natale, con il raccoglimento interiore ed il fedele compimento del dovere anche nelle piccole cose.41 In occasione delle feste natalizie, esprime la sua gratitudine a mons. Scarpa ed alla Zanolli che, insieme alla Melchiori, aveva favorito l’apertura della casa di Padova e sosteneva le suore.42 Desiderava rivederle, ma il disturbo agli occhi glielo impediva. Promise una visita in gennaio;43 non sappiamo però se l’abbia fatta. Nel carteggio si accenna a un suo viaggio a Padova nei primi di aprile del 1843. Vi si recò per disporre, consenziente mons. Scarpa, il trasferimento della Toniolli a Cemmo, in sostituzione di suor Veronica Guardini. L’8 aprile scrisse alla Toniolli, raccomandandole tra l’altro fiducia in Dio, ubbidienza pronta ed allegra, retta intenzione in ogni azione. Concludeva: « con fortezza riverite tutte » prima di partire.44 In un’altra lettera, diretta nello stesso giorno alle suore di Padova, manifestò la sua soddisfazione per la pronta ubbidienza della Nicolodi. Le esortava ad avanzare « nella semplicità dell’obbedienza» e ad osservare diligentemente le Regole.45 Al posto della Toniolli fu mandata a Padova suor M. Teresa Da Roit.46 Nel maggio del 1843 Madre Rachele fu invitata dalla Melchiori a Padova, « per infervorare le Cooperatrici della Pia Opera », ma non vi poté andare, perché la Sanfermo era ammalata. Promise di recarvisi appena questa si fosse ristabilita.47 Si era pensato di richiamare a Venezia suor Marianna Roberti, forse per affidarle qualche incarico nella casa centrale; ma la Melchiori e le monache di San Pietro espressero il desiderio che non fossero fatti trasferimenti. Madre Rachele, in segno di gratitudine, pregò mons. Balbi di accontentarle; « ma diversamente stava scritto in cielo ».48 Nell’ultima decade di settembre del 1843 la Roberti si recò a Venezia con la Pellizzari per gli esercizi spirituali e la rinnovazione dei voti. Vi giunse, però, con la febbre e dovette porsi a letto, per « un gastrico infiammatorio ». Non poteva quindi ritornare a Padova fin quando non si fosse completamente ristabilita. Madre Rachele ne informò subito la Zanolli, mons. Scarpa e la Melchiori.49 Dopo la rinnovazione dei voti (29 settembre),50 la Pellizzari ritornò a Padova con la Baroldi. La Roberti, ancora ammalata, rimase a Venezia e rinnovò i voti nella seconda metà di ottobre.51 Nell’approssimarsi delle feste natalizie del 1843, Madre Rachele inviò alle suore di Padova il « fioretto » spirituale, raccomandando di metterlo in pratica. Per poter progredire nella perfezione, le esortava a compiere la volontà di Dio, ad avere fiducia in Lui e ad ubbidire al direttore.52 Mandò il « fioretto » anche alla Melchiori, che glielo aveva chiesto, e le augurò che il Bambino Gesù le concedesse « la grazia di tutta consumarsi per Lui ».53 Da una lettera del 5 marzo 1844 apprendiamo che la Melchiori si era recata a Venezia per « motivo di carità ». Madre Rachele le raccomandò di non stancarsi di soffrire, abbracciando – contenta – la croce, perché Gesù le avrebbe dato la forza di portarla.54 Nel viaggio per Loreto, la sera del 23 aprile pernottò insieme con la Sanfermo presso le suore a Padova; ma al ritorno, il 26 giugno, non vi si poté fermare. Il viaggio si era protratto più del previsto, ed ella aveva premura di giungere a Venezia, date le non buone condizioni di salute della Sanfermo. Le suore di Padova se ne dispiacquero. Ella le invitò ad offrire a Dio il sacrificio e promise che al più presto si sarebbe procurata il piacere di rivederle.55
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33 Cf. Regole, 1840, cit., parte I, cap. II, § 3. 34 Cf. doc. n. 71. La prima era nella casa della Melchiori, la seconda nella parrocchia Ognissanti: cf. lett. nn. 603, 609. 35 Nel registro « Istituto di S. Dorotea in Padova. Cronaca dal 1° Genn. 1861 al 6 Febb. 1866 », p. 1, l’arrivo della Pellizzari alla casa di Padova è fissato al 4 maggio 1842 (ASDR). 36 Nell’indirizzo della lettera (n. 667), inviatale da Madre Rachele il 20-12-1842, è chiamata « Superiora nel Convento di S. Pietro ». L’8-4-1843 Madre Rachele scriveva alla Toniolli: « Prima di partirvi da costì, chiedete perdono a Maria Regina, se aveste in qualche cosa mancato » (lett. n. 714). 37 Cf. lett. n. 633, nota 4. 38 Cf. lett. n. 622. 39 Cf. lett. n. 633. La lettera, indirizzata a suor Marianna Roberti, menziona soltanto la Nicolodi e la Toniolli. 40 Cf. lett. n. 629. 41 Cf. lett. n. 633. 42 Cf. lett. nn. 666, 667. 43 Cf. lett. n. 672. 44 Cf. lett. n. 714. 45 Cf. lett. n. 715. 46 Cf. lett. nn. 716, 718. 47 Cf. lett. n. 724. 48 Lett. n. 766. 49 Cf. lett. nn. 753, 754. 50 Cf. lett. nn. 758, 759. 51 Cf. lett. n. 766. 52 Cf. lett. n. 789. 53 Cf. lett. n. 790. 54 Cf. lett. n. 829. 55 Cf. lett. n. 872. |
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