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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume I. LA VITA E L’OPERA.
    • Capitolo XI. LA CASA DI CEMMO.
      • 3. Noviziato di Annunciata Cocchetti a Venezia.
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3. Noviziato di Annunciata Cocchetti a Venezia.

Non conosciamo perché la Cocchetti abbia tardato a recarsi a Venezia per l’inizio del noviziato. Probabilmente si volle attendere la fine dell’anno scolastico, per non turbare l’andamento della scuola, benché Madre Rachele avesse assicurato di inviare a Cemmo una suora maestra, per sostituirla.

Il 2 maggio 1842 la Panzerini morì, lasciando con testamento del 20 aprile 1842 alla superiora pro tempore dell’Istituto delle Suore Maestre di S. Dorotea di Venezia un legato di lire austriache 14.000, per costituire a Cemmo una casa filiale di Venezia.22

La delegazione provinciale di Bergamo il 3 agosto 1842 trasmise copia del testamento alla delegazione provinciale di Venezia, che l’8 agosto ne informò Madre Rachele.23

Don Vincenzo Panzerini, con l’Atto del 18 maggio 1842, « volendo promovere in Cemmo l’Istituto di S.ta Dorotea, il quale tiene per iscopo principale di sostenere la Pia


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Opera, ed attendere all’educazione femminile, e specialmente della classe indigente, perché si effettui questo bene », agendo per sé e per i suoi eredi, si impegnò a versare al suddetto Istituto la somma annua di lire milanesi 600 per il mantenimento di due suore, delle quali una maestra abilitata per le scuole Elementari.24

Il 24 maggio 1842 seguì la dichiarazione della Cocchetti: « Io sottoscritta desiderando appartenere all’Istituto di S. Dorotea qual sorella delle congregate nello stesso in Venezia, m’offro alle seguenti condizioni; e ciò per seguir la mia vocazione, giovando in questa maniera, anche alla povera gioventù femminile di Cemmo ».25

Il 26 luglio don Luca pregò la Marini di far domandare al p. Davide Clementi della Pace se aveva scritto alla Cocchetti, « secondo l’intelligenza fatta con me ».26 Forse si trattava dell’accordo per il viaggio a Venezia.

Al termine dell’anno scolastico, la Cocchetti comunicò a Madre Rachele il suo prossimo arrivo a Venezia. Madre Rachele le rispose il 6 agosto 1842: « Col solito aggradimento


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ho letto il di Lei foglio; sento che gode si avvicini il tempo di venire fra noi, onde sacrarsi al servizio del Signore. Sì, Dio gradirà l’opera che sta per incominciare; mi compiaccio, anzi, dell’umile di Lei sentimento, sicura che il Signore appunto le darà tutti gli aiuti, aprendo Egli all’umile i tesori delle sue grazie ».27

La Cocchetti si recò a Brescia, ove era attesa da don Luca e da don Marco, che andavano a Venezia per predicare gli esercizi al popolo nella parrocchia di S. Nicola da Tolentino.28 Proseguì il viaggio in loro compagnia. Giunsero a Venezia il 13 agosto.29

Il 18 agosto la Cocchetti scrisse all’arciprete di Cemmo, don Gregorio Valgoglio, di aver fatto un viaggio « felice » e di essere stata accolta da Madre Rachele con molta carità: « Mi dona tutta la sua confidenza, e molte volte ho il bene di godere l’amabile compagnia della medesima. Il giorno dopo che sono arrivata, la sudd.ta Sig.ra Sup.ra mi ha consegnato alla Maestra delle novizie, perché mi ammettesse subito al noviziato; ma il mio noviziato non mi costa fatica perché troppo benignamente sono trattata ». Concludeva chiedendo preghiere per poter trarre profitto dagli esercizi spirituali, che avrebbero avuto inizio dopo pochi giorni.30


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Il corso di esercizi cominciò il 24 agosto. Il 31 il patriarca Monico presiedette alla cerimonia durante la quale alcune suore emisero i voti, ed altre li rinnovarono.31

Don Marco il 2 settembre 1842 da Venezia comunicò alla Marini: la Cocchetti « fa a meraviglia ».32

Ella vestì l’abito religioso il 3 ottobre 1842.33

 

 




22 Cf. lett. n. 626. Nel testamento si legge: « da impiegarsi in favore dell’Istituto d’Educazione in Cemmo, il quale come si crede e desidera va ad unirsi al sudd.o Istituto di S. Dorotea»: doc. n. 78, nota 3.



23 Cf. doc. n. 78. Ella ricevette copia del testamento il 15 agosto 1842 dal tribunale di Bergamo: cf. lett. n. 625.



24 Cf. doc. n. 72.



25 Doc. n. 73. Per il periodo della prova e del noviziato, si impegnava a versare annualmente lire milanesi 400 per il sostentamento delle due suore a Cemmo, e 200 alla casa di Venezia per il proprio sostentamento. Fatta la professione, invece delle 600 lire annue, avrebbe versato alla casa di Cemmo la dote stabilita di lire austriache 6.000. Se per qualsiasi motivo avesse lasciato l’Istituto, avrebbe offerto alla casa di Cemmo lire milanesi 2.500: cf. doc. n. 73.



26 Cf. P. Guerrini, Le Dorotee di Brescia, cit., lett. n. 48, p. 70. Il p. Clementi, nato a Cortenedolo (Brescia) nel 1803, entrò nella Congregazione dei Padri Filippini della Pace in Brescia e vi ricoprì l’incarico di preposito per vari anni. Austero con se stesso, era benignissimo e tutto carità con gli altri. Durante il colera del 1836 e 1856 si dedicò all’assistenza dei malati ricoverati nel lazzaretto. Si spense piamente il 20-12-1886.



27 Lett. n. 624.



28 Cf. lett. n. 626.



29 Cf. « Gazzetta Privilegiata di Venezia », martedì 16 agosto 1842, n. 183: « Arrivi e Partenze nel giorno 3 agosto ». Dalla successione dei numeri della Gazzetta è evidente l’errore di stampa. Bisogna quindi leggere 13 agosto invece di 3 agosto. Pertanto non è esatto il giorno 9 agosto indicato, per l’ingresso della Cocchetti, in « Elenco dei nomi delle Suore componenti l’Istituto di S.ta Dorotea », ASDR.



30 ASDC, fald. n. 5, cart. 30. La lettera viene riportata nella nota 3 della lettera n. 624. Il 16 settembre la Cocchetti scrisse di nuovo a don Valgoglio, ripetendogli la raccomandazione di avere cura della casa, perché tutto vi si svolgesse ordinatamente: cf. ASDC, fald. n. 5, cart. 31.



31 Cf. lett. nn. 626, 628.



32 P. Guerrini, Le Dorotee di Brescia, cit., lett. n. 50, p. 73. In una lettera successiva don Marco scriveva alla Marini: « Riguardo all’Istituto di Cemmo non è a stupirsi che il diavolo ci metta le corna ». La lettera, non datata, reca i timbri postali: Bergamo 16 Sett., Brescia 18 Sett. Il Guerrini pone la data [Calcinate 15 Sett. 1841]: cf. ibid., lett. n. 32, p. 58. Questa datazione è inesatta. Il contenuto della lettera la fa collocare al settembre 1842. Infatti, il 2 settembre di quell’anno don Marco aveva scritto alla Marini che nella notte precedente la sua partenza da Venezia era stato assalito da forte febbre reumatica. Le aveva pure comunicato che don Luca si recava a Bologna: cf. Guerrini, ibid., lett. n. 50, pp. 72-73. Cessata la febbre, don Marco ritornò a Bergamo e di là scrisse alla stessa Marini: « Vado acquistando forze ognor più e la febbre non è più tornata [...]. Don Luca è andato da Bologna a Forlì e tutto gli è riuscito prospero il viaggio e Suor Rachele ne ha avuto giovamento dal viaggio »: P. Guerrini, ibid., lett. n. 32, p. 58. Il viaggio di don Luca a Bologna insieme con Madre Rachele avvenne nella prima settimana di settembre del 1842: cf. p. 203.

Le parole di don Marco (« Riguardo all’Istituto di Cemmo non è a stupirsi che il diavolo ci metta le corna ») forse si riferiscono al fatto che il protrarsi della permanenza di Madre Rachele a Bologna faceva ritardare la vestizione della Cocchetti e di conseguenza il suo ritorno a Cemmo. Madre Rachele ripartì da Bologna il 19 settembre e la vestizione della Cocchetti poté avvenire soltanto il 3 ottobre.



33 Cf. « Elenco dei nomi delle Suore componenti l’Istituto di S.ta Dorotea », cit.






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