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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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3. Inizio e incremento dell’attività. L’avvio fu davvero promettente. La presenza delle due suore cominciò a dare subito buoni frutti nel conservatorio, migliorandone la condizione sì che « non si potea desiderar migliore ».40 Nel dicembre del 1844 fu aperta la scuola per le esterne e ne era in progetto una per le fanciulle più povere del paese.41 Il 30 dello stesso mese Madre Rachele ne informò don Luca: « Hanno pure aperto la scuola per le giovanette civili, e sperano gran bene. Coltivano anche il pensiero di servirsi di una giovanetta dell’Orfanotrofio, per togliere dalle strade le povere ».42 Le notizie, che giungevano da Massa Lombarda, erano quanto mai consolanti. Verso la metà di dicembre Foschini scrisse a Venezia: « Il contegno, modestia, temperanza delle Suore le rendono esemplari; noi siamo di esse contentissimi; ci fanno pur esse coi fatti vedere che lo sono di noi. Suor Marianna si occupa della fondazione Pia Opera, e Maria Giuseppa nella scuola fa egregiamente; dessa è diligente, attenta e manierosissima ».43 Madre Rachele le trasmise a don Luca aggiungendo: « Ecco una visita del Signore. Chi mai avrebbe detto che la Cominelli si ammalerà? La stessa trovasi a letto che trattiene i progressi. Sia benedetto Iddio! Tanto si dice dell’aria di Venezia; le altre noi esperimentiamo piuttosto fatali. Preghiamo, ed avvenga quello che Dio vuole; tutto sarà buono! ».44 Purtroppo, anche a Massa Lombarda la salute delle suore, logorate dal molto lavoro, creò qualche problema.
Al centro della loro attività fu la Pia Opera. Essa ebbe inizio con un corso di esercizi predicato alle ragazze dal cancelliere del vescovo di Imola. Nel mese di dicembre del 1844 i drappelli erano già dieci;45 in seguito il numero di essi crebbe.46 Il Foschini annota: « nel volgere di neppure un anno essa ha fatto progressi maggiori di ogni aspettazione, poiché già mi trovo con in ordine un’unione composta di sorvegliatrici 14, assistenti 28, che vegliano fanciulline 168 in drappelli 14, dei quali quattro soli nella campagna, a cui sono pochi mesi che ho cominciato ad applicar l’opera, non avendolo potuto far prima per la stemperatezza della stagione, e pel fervor dei lavori, quando apparve la primavera ». La pianta, benché ancora giovane, cominciava a produrre « copiosi e dolci frutti ». Il Foschini dichiara: « Io mi sento intenerire il cuore al vedere i dì festivi assistenti e sorvegliatrici venire coi loro drappelli al Catechismo, vederle anche in altri attorniare i confessionali con innocenti bambinelle, e con gruppi di esse fare il pio esercizio della Via Crucis ».47 Grande fu la sua commozione nella visita, che il cardinale Mastai Ferretti48 fece il 5 giugno 1845 alla Pia Opera di Massa Lombarda, la prima istituita nella diocesi di Imola. Alla mattina, distribuì la prima Comunione a 180 fanciulli e ad altri amministrò la Cresima. Nel pomeriggio assistette alla Dottrina e partecipò alla congregazione delle cooperatrici, esortandole a proseguire nel santo proposito. Il Foschini commenta: « Era una consolazione veder in Chiesa da ogni parte sorvegliatrici e assistenti convenire coi loro drappelli con modestia edificante, e nella congregazione pendere dal labbro di lui [...]. Bello era veder lui [...] scorrere le lunghe schiere dei fanciulli e delle fanciulle e far loro interrogazioni, rincorandoli coll’ilarità del volto a rispondere, e in segno di approvazione dispensare ora a queste ora a quelli oggetti e simboli di divozione, dei quali fu ancor cortese alle Suore ed alle sorvegliatrici ».49 Lo spettacolo di fede si ripeté nella seconda domenica di luglio di quell’anno, quando don Luca poté costatare lo sviluppo della Pia Opera in Massa Lombarda. Il Foschini narra: « Oh! la bella e commovente scena veder quest’uomo venerando farsi fanciullo in mezzo a tante fanciulle, e passando come in rivista ad uno ad uno tutti i drappelli far travedere il gaudio in cui andavagli tutto il cuore al vedere quelle innocenti così ben avviate [...]. Presiedè alla Congregazione, in cui attestò alle Suore, alle cooperatrici, a me, ed al Sotto-Direttore Reverendo Signor D. Giuseppe Mainardi la sua soddisfazione, e tutti confortò a perseverar nell’impresa ».50 Nella primavera del 1845 don Luca, terminata la predicazione quaresimale nel duomo di Modena, passò per Massa Lombarda e fece visita alle suore.51 Il Foschini gli manifestò la sua pena per la Pirazzini e lo pregò di insistere presso Madre Rachele perché non la dimettesse. Don Luca, recatosi a Venezia, ne trattò con Madre Rachele. Fu, quindi, deciso che la Pirazzini poteva rimanere come conversa. Il Foschini, informatone da don Luca, ne fu contento e ringraziò Madre Rachele. Le comunicò pure che un’altra aspirante, Geltrude Bonvicini, sarebbe stata accompagnata a Venezia al termine del noviziato della Pirazzini, perché l’amministrazione non poteva in quel momento sostenerne le spese.52 Nel novembre del 1845 suor M. Giuseppa Cominelli ritornò a Venezia ammalata.53 Per sostituirla, fu mandata a Massa Lombarda suor Cecilia Nicolodi, che si segnalò per la sua operosità e abnegazione.54 Costatati i risultati dell’attività delle Suore Dorotee, anche l’arciprete di Cotignola, in diocesi di Faenza ma poco distante da Massa Lombarda, chiese alcune suore, alle quali affidare l’orfanotrofio e l’educazione delle fanciulle. Se ne rese interprete presso Madre Rachele don Foschini, « sperando contro speranza », perché conosceva la penuria di soggetti dell’Istituto. Lo zelo, da cui era animato, lo spinse addirittura a proporre un ambizioso progetto per la diffusione dell’Istituto: « Il Sig. Conte Luca à tanto desiderio di aprire una casa in Faenza, ecco che il Signore ne manda occasione prossima. Non tarderanno gli Orfanotrofii di Bagnacavallo e Fusignano a chiederne essi pure, ed ecco dilatarsi l’Instituto. Ecco la necessità di un Noviziato qui vicino; ecco tolto l’incomodo di viaggi e la spesa; ecco facilità di passaggi delle Suore da una casa all’altra; ecco provvidenza utilissima all’Instituto ».55 Il piano rimase un pio desiderio! Soltanto nel 1858 si poté aprire una casa a Fusignano. La Madre Sanfermo, succeduta alla Guardini, nell’ottobre del 1846 inviò la Pirazzini a Massa Lombarda, per collaborare nella scuola gratuita delle fanciulle povere. La giovane aveva ancora bisogno di assistenza nel cammino di formazione, e la Sanfermo raccomandò alla Roberti di esercitarla nell’umiltà « onde giovare al suo spirito; mentre ha molta inclinazione alla superbia ».56 La Roberti assicurò che la Pirazzini si comportava bene.57 Sull’esempio di Madre Rachele, la Sanfermo continuò a interessarsi della comunità di Massa Lombarda. Ricordò alle suore il « dovere di scrivere mensilmente » e le esortò ad avere in tutte le azioni « il vero e retto fine di dar solo gloria a Dio e piacere a Lui solo ».58 Lamentò che non erano stati premessi gli esercizi spirituali alla rinnovazione dei voti. In particolare, raccomandò di avere per le orfanelle « cura di buone Madri », non risparmiando « ogni sollecitudine onde fondamentarle nel santo amor di Dio »; e di usare con le esterne « in ogni caso bontà ».59 Augurò alla Nicolodi e alla Roberti « la grazia di corrispondere fedelmente al beneficio » di essere state chiamate a servire il Signore.60 Nel mese di giugno o di luglio del 1847 la Sanfermo fece visita alla comunità di Massa Lombarda e sostituì suor Marianna Roberti con la sorella suor M. Luigia, che continuò a curare lo sviluppo della Pia Opera.61 L’ultima lettera della Sanfermo a quella comunità, a noi pervenuta, è del 27 dicembre 1847. Ella esorta le suore ad osservare le regole e a corrispondere alla vocazione.62
Per tutto l’800 proseguì a Massa Lombarda l’attività delle suore. Il 4 luglio 1851 il vescovo di Imola, card. Gaetano Baluffi, scriveva che le Suore Dorotee dirigevano il Conservatorio di Massa Lombarda « in modo lodevolissimo sotto ogni rapporto morale, religioso, civile, ed economico », ed erano « superiori ad ogni encomio » per la loro prudenza, modestia, frugalità e parsimonia.63 Il 26 luglio 1857 Pio IX visitò il conservatorio. La « Cronologia » annota: « La camera ove si era innalzato il Trono pel Supremo Gerarca, nella quale il Clero Secolare e Regolare non che le RR. Suore e le Orfane ebbero la somma ventura di baciargli i piedi, di ascoltarne la veneranda parola, e di riceverne l’Apostolica Benedizione, fu precisamente l’ultima al piano superiore di quelle che hanno le finestre a Settentrione ».64
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L’opera delle suore venne poi interrotta per l’avversione degli amministratori massoni. Il 23 marzo 1890, prot. n. 37, il presidente della Congregazione di Carità, Eugenio Bonvicini, comunicò alla direttrice suor Dorotea Giustina la delibera del Consiglio Comunale, che stabiliva, alla conclusione di quell’anno scolastico, il termine della convenzione relativa al mantenimento delle Suore Dorotee insegnanti nelle scuole elementari comunali femminili.65 Il 5 giugno 1900, prot. n. 200, il presidente della Congregazione di Carità, Tebaldo Marchetti, scrisse a suor Dorotea Giustina, quale direttrice anche dell’Istituto delle Orfane di S. Carlo, che nell’adunanza del giorno precedente era stata approvata all’unanimità, per ragioni di economia, la chiusura della scuola elementare, di lavoro e di francese annessa all’Istituto, per la fine del corrente anno scolastico.66 Il 1° agosto 1904 le suore dovettero lasciare pure la direzione dell’orfanotrofio. Il 29 luglio 1904, il vescovo di Imola aveva indirizzato loro il seguente biglietto: « Mons. Francesco Baldassarri Vescovo d’Imola, mentre ringrazia vivamente le buone Madri Dorotee del bene, che hanno fatto alle giovinette di Massalombarda, tenendo la Direzione dell’Orfanotrofio Femminile, manifesta pur loro il forte dispiacere che prova, vedendole lasciare il luogo, dove hanno fatto e potevano ancor fare molto bene. Lo scrivente le accompagna colla sua pastorale benedizione, e prega Iddio che ritornino e ritornino presto, affinché il male, che purtroppo seguirà alla loro partenza, non si dilati troppo. Riverisce e ringrazia la loro Madre Gen.e, non che la M.e Provinciale ».67 Il 1° agosto 1904, prot. n. 338, il presidente della Congregazione di Carità scrisse alla superiora generale dell’Istituto delle Suore Maestre di S. Dorotea in Venezia: « Nel momento che le M.to RR. Suore Dorotee lasciano il locale Orfanotrofio S. Carlo, sento il dovere di rivolgere, per mezzo della S.V.M.R. i più vivi ringraziamenti al loro ordine, per tutto ciò che fecero in tanti anni a vantaggio delle nostre ricoverate. Sono lieto che il distacco – suggerito da riforme portate all’ordinamento dell’Istituto – non abbia alterate le buone relazioni che tra Congregazione e Monache furono sempre mantenute. Tanto era mio obbligo di dirle mentre ho l’onore di ossequiarla distintamente ».68 La superiora generale, Madre Paolina Baldan, accusò ricevuta della « rispettosissima lettera », assicurò che avrebbe informato le suore dei sentimenti in essa espressi, e ricambiò gli ossequi a tutti i membri della Congregazione.69 Si chiuse, così, il capitolo di storia della presenza delle Suore Dorotee in Massa Lombarda.
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40 Annali, cit., p. 201. 41 Il Foschini riferisce: « La scuola alle zittelle estere fu aperta nel Decembre, e quelle che la frequentano crescono maravigliosamente informate ad una istruzione, quale si addice a donne che debbono un dì regger famiglie non opulenti, e senza ticchio o prurito di doversi produrre nel gran mondo, fine troppo spesso, troppo indistintamente, e quindi sempre malamente oggidì da molti inteso e preteso nella educazione delle fanciulle. Invece le nostre Suore si studiano di instillare nelle loro fanciulline il timor di Dio, la purità d’intenzione, le massime fondamentali di nostra religione, e però la modestia, il ritiro, la semplicità: e perché le mettano in pratica, ogni giorno preghiere in iscuola, ogni giorno Messa, ogni quindici giorni percezione dei santissimi Sacramenti. Non si tarderà guari ad aprire scuola gratuita anche ad un discreto numero delle fanciulle più povere del paese, e se ne coglierà grande frutto »: Annali, cit., pp. 201-202. 42 Lett. n. 1023. 43 Lett. n. 1002. Il Foschini scrisse pure al patriarca Monico di « essere imparadisato » per il bene che le suore facevano con la scuola e con la Pia Opera: cf. lett. n. 1014. 44 Lett. n. 1002. 45 Cf. lett. n. 1023. 46 Cf. lett. n. 1042. 47 Annali, cit., p. 202. 48 Egli ebbe per don Luca stima e benevolenza. Divenuto Papa, auspicò la diffusione della Pia Opera. L’8-2-1847 don Luca scrisse alla signora Grandiglia Peroni: « Non so quello che penserete non vedendo alcuna risposta alla car.ma vostra direttami a Firenze, ma volevo aspettare di essere stato ai piedi di S. Santità. Non posso esprimere l’amabilità delle sue maniere, l’impegno che ha per la pia Opera, vi basti di sapere che ha intenzione di far una visita alla pia Opera riunita a S. Maria Maggiore [...]. Vi ho messe tutte a’ suoi piedi, e vi ho fatte benedire »: ASDR. 49 Annali, cit., p. 203. 50 Annali, cit., pp. 203-204. Il Foschini conclude la relazione rendendo « un tributo di lode alla condotta specchiatissima delle Suore, e principalmente alla operosa umiltà, e non ischifiltosa loro frugalità che rendono il loro mantenimento facilissimo e di nessun peso. Chi vuole piantare la Pia Opera, massime in luoghi che non porgono molti soggetti o inchinevoli o capaci a condurne l’andamento, che pur richiede, grandi e gravi no, ma minute e assidue cure, non si avvisi poterlo far di leggieri senza il soccorso delle Suore, le quali oltre a studiarsi di adempiere a tali cure come a fine proposto, preparano altresì nelle loro scuole e tengono sempre vivo un eletto semenzaio di buone fanciulline ben instrutte e formate, ed animate ad occupare i posti di assistenti e di sorvegliatrici »: ibid., pp. 204-205. Il Foschini, divenuto vescovo di Città della Pieve, ricordando il bene fatto a Massa Lombarda dalle Dorotee, raccomandò alla superiora generale di Venezia la richiesta degli amministratori dell’orfanotrofio femminile di quella città. Essi, per suggerimento dello stesso vescovo, volevano due suore, per affidare a loro la direzione dell’orfanotrofio: cf. lett. del 25-5-1886, ASDR. 51 Cf. lett. n. 1078. 52 Cf. doc. n. 148. Il Foschini indirizzò la lettera a Madre Rachele nell’incertezza che « l’alivolo Sig. Conte D. Luca » fosse ancora a Venezia; questi però ne era partito subito diretto a Bergamo, per portarsi poi a predicare le missioni nel Piacentino: cf. lett. n. 1078. 53 Il 29-10-1845 il Montanari scrisse all’arcivescovo di Imola che suor Maria Giuseppa, affetta « da una lenta tracheite », per consiglio del medico sarebbe ritornata a Venezia. In calce alla lettera si legge la postilla: « Dice l’Arciprete oggi 6 9bre di avere già mandata la Monaca Inferma alla Casa Matrice »: ACVI, Atti. 54 La Nicolodi rimase a Massa Lombarda fino al 1851, anno in cui fu inviata a Casola Valsenio, per aprire una nuova casa: cf. lett. n. 221, nota 3. 55 Doc. n. 161. 56 Lett. [ott. 1846], ASDR. La Sanfermo pregò pure il Foschini di vegliare sull’alterigia della Pirazzini, che « tanto spiaceva » a Madre Rachele: cf. lett. del 20-10-1846, ASDR. 57 Cf. lett. della Sanfermo a suor Marianna Roberti, 7-12-1846, ASDR. Anche in seguito il rendimento della Pirazzini fu buono, e la gente era contenta di lei: cf. lett. della Sanfermo a suor M. Luigia Roberti, 16-12-1847, ASDR. 58 Lett. del 17-11-1846, ASDR. 59 Cf. lett. a suor Marianna Roberti, 7-12-1846, ASDR. 60 Cf. lett. del 22-3-1847, ASDR. 61 Cf. lett. a don Luca, 28-7-1847; lett. a suor M. Luigia Roberti, 16-12-1847, ASDR. 62 ASDR. 63 Cf. lett. al card. Antonio Francesco Orioli prefetto della S. Congregazione dei Vescovi e Regolari, ACIVCSVA. La « Cronologia dell’Orfanotrofio » ci consente di seguire l’avvicendarsi delle suore nei vari incarichi, l’incremento della comunità e il numero di educande che divennero suore dorotee. Dopo M. Luigia Roberti, si susseguirono nell’incarico di superiora le suore M. Chiara De Micheli (1851-1873), Costanza Foschi (1873-1880), Giuseppina Pittoni (1880-1883), M. Teresa Bertuola (1883-1886), Dorotea Giustina (1886-1900), Pierina Galdini (1900-1902) e Chiara Benanzato (1902-1904). 64 Il 14-6-1857 don Luca da Bologna scrisse alla Marini: « La venuta del Santo Padre è un vero trionfo, non può esser accolto con maggior entusiasmo. Siane ringraziato il Signore. Oggi ho fatto domandar la benedizione per voi e per tutte. All’udienza anderò quando torno, se a Dio piace, però l’altro giorno in un andito del Palazzo arcivescovile, in mezzo della moltitudine, intanto che passava gli ho potuto baciare il piede; quando mi sono alzato mi ha conosciuto e ha detto: Eh D. Luca! ed io gli ho domandato se non avesse sofferto nel viaggio, ed egli mi rispose graziosamente. Vedete che bontà! Pregate molto per Lui »: ASDR; P. Guerrini, Le Dorotee di Brescia, cit., lett. n. 270, pp. 236-237. 65 Cf. ASDR. Partirono: suor Vincenza Giorgi, suor Dorotea Vicari, suor Rachele Baldan, suor Matilde Manea e suor Diomira Benasciutti. 66 Cf. ASDR. Il 14 luglio partirono la maestra suor Marina Placci e la superiora suor Dorotea Giustina, sostituita da suor Pierina Galdini. 67 ASDR. 68 ASDR. 69 Cf. minuta in ASDR. |
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