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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume I. LA VITA E L’OPERA.
    • Capitolo XVIII. ITINERARIO A DIO.
      • 3. Speranza intrepida.
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3. Speranza intrepida.

All’intensa fede si univa in Madre Rachele una incrollabile speranza. Fermamente sperò di ottenere da Dio la salvezza eterna e visse protesa verso Dio e i beni dello spirito, nel distacco dalle cose terrene e da ciò che è effimero. Scrive: « Tutto ha fine; l’eternità sola non si compie. Questo pensiero ben ponderato basta per vincere tutti gli ostacoli, che il nemico può suscitare ».68

Ancora: « È proprio vero che niun bene è permanente quaggiù, perciò necessitati siamo ad innalzare la nostra mente a quel Regno, che non avrà mai fine ».69


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Non confidava nelle sue forze, ma unicamente nel Signore. Esclama: « In voi solo io pongo la mia confidenza, e voi vi compiacete di sostenermi nel gran combattimento »;70 abbandonata a lui, sperava di vivere in lui e con lui.71 Riconosce: « Se il buon Gesù fissa fissa non mi tenesse la sua santa mano sopra il capo, neppure un momento forse persevererei ».72 Perciò fiduciosa si rifugiava nel Signore: « È proprio vero che, fino che siamo nell’esilio, non troveremo mai pace fuori di Dio; conviene adunque abbandonarsi perfettamente in Lui ».73

Non si preoccupava delle cose materiali; affermava: « Nulla curo l’interesse, perché molto bene vedo come è buono Iddio con chi pone tutta la sua confidenza in Lui ».74

Le contrarietà e le difficoltà non la turbavano; si appoggiava a Dio, che non le fece mancare mai il suo sostegno, come ella riconosceva.

Nell’ardua impresa della fondazione e dello sviluppo dell’Istituto, si affidò al Signore e ne sperimentò l’aiuto.75 I risultati positivi superarono ogni aspettativa.

Lo stesso dicasi dell’attività apostolica. Ella esclama:


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« Confortami anche il ricordare che tanto ponno tre operai che dieci, quando la mano del Signore li sostenta ».76

Era convinta che le difficoltà e le lotte distinguono le opere del Signore,77 le quali hanno « sempre difficilissimo il loro principio, progresso più facile e fine felicissimo ».78

Scriveva: « Lasciamo l’opera di Dio in mano a Lui [...]. Egli può trarre delle creature dai sassi ».79

Dinanzi all’incomprensione e al rifiuto di qualche parroco, per l’istituzione della Pia Opera, non si scoraggiava, ma adorava le disposizioni divine, « che sempre sono giuste », e ringraziava il Signore.80

In ogni necessità confidava nella Provvidenza. Scrive ad un benefattore: « A gloria di Dio le dirò che [...] mi sono trovata in una grande afflizione, per non sapere come togliere dalle necessità temporali e spirituali quattro fanciulle di condizione civile.

Mentre non avevano esse niun mezzo, cercai di procurarle qualche cosa, ma solo ebbi due talleri da un signore ed un napoleone d’oro da una dama.

Questa penuria mi oppresse, ma animata dalla confidenza in Dio ho risolto di accettare due che, più avvenenti, erano a maggiori pericoli esposte, persuasa che il buon Gesù mi avrebbe provveduta inaspettatamente; ed ecco ch’io veggomi presentemente assistita per mezzo della carità sua.

Spero pure che in avvenire verrò soccorsa dalla benefica


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Provvidenza, la quale mosse anche il pietoso cuor suo ».81

Convinta esclama: « Oh, com’è vero che colui, che spera nel Signore, non resta confuso! ».82 « Esperimentai com’è buono il Signore con chi pone sua confidenza in Lui ».83

Forte della sua esperienza, esortava gli altri a sperare e a confidare sempre in Dio. Scrive ad Elena Bassi: « Ella onorerà più Dio, quando con più confidenza si abbandonerà nelle sue braccia. Oh! siamo pur senza senno, confessiamolo, quando ci abbandoniamo alla tristezza per qualche evento. Che possiamo mai far noi, se Dio non ci aiuta? ».84 La «confidenza [...] è proprio necessaria, onde obbligare il misericordioso Iddio a far anche miracoli, se questi faranno bisogno ».85

 

 

 




68 Lett. n. 46. Costante era in lei il pensiero dell’eternità: cf. lett. n. 1034. « Noi dobbiamo sospirare pel Paradiso [...]. Oh mio Dio! venga presto un sì caro giorno, l’anima mia lo desidera con ardore »; e nell’attesa di esso vuole « consumarsi tutta nella fornace del santo amore »: lett. n. 357; « Una sola cosa desidero, ed è venga per me bello quel dì, che sarò da Lui chiamata »: lett. n. 878; cf. lett. nn. 534, 970, 977.



69 Lett. n. 648.



70 Lett. n. 362.



71 Cf. lett. n. 198.



72 Lett. n. 518. « Più d’ogni altra commetterei il male, se la sua infinita carità non mi sorreggesse continuamente »: lett. n. 110; cf. lett. n. 143.



73 Lett. n. 56.



74 Lett. n. 284. « Quegli, che confidano in Lui, provano gli effetti di sua bontà; io sono tanto meravigliata della sua bontà e misericordia che vo ripetendo, piena di giubilo, oh come è buono Iddio! »: lett. n. 48.



75 Cf. lett. n. 20. Dichiara: « Esperimento ogni giorno essere il buon Gesù guidatore di quest’Opera. Egli la estende, la regge, la benedice »: lett. n. 417.



76 Lett. n. 10.



77 Cf. lett. nn. 32, 268, 954.



78 Lett. n. 10.



79 Lett. n. 201.



80 Cf. lett. n. 24.



81 Lett. n. 443; cf. lett. n. 441.



82 Lett. n. 690; cf. lett. n. 1044. « Dissi al Signore che in Lui speravo, per cui essendo i cuori degli uomini in sua mano, non volesse farmi restare confusa »: lett. n. 144.



83 Lett. n. 295.



84 Lett. n. 785; cf. lett. nn. 27, 65, 125, 152, 340, 350, 644, ecc.



85 Lett. n. 210. Confida alla Pagani: « Io le dirò che per ogni dove si trovano delle difficoltà, ma quando il buon Gesù vuole una cosa, Egli toglie tutto ciò che l’uomo pone di ostacolo alle opere sue »: lett. n. 241.






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