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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù! Viva il Cuor di Maria!
Molto Reverendo Padre,1 Eccomi ad esporle come si mette la Casa sua figliale. Il giorno 13 il Sig. C.te D. Luca diede fine ai S.ti Esercizi;2 il seguente, cioè il giorno 14, dopo pranzo, [si] lessero le Regole dell’Istituto3 a queste sue buone figlie. Dopo ci siamo portate in 3 alla Parrocchia dei Tolentini, ove si unì un numero di forse 50 tra Sorvegliatrici ed Assistenti, nonché la Sig.ra Anziana4 e Vice Anziana.5 Trovavasi il Direttore di quella Compagnia6 ed un altro Sacerdote,7 nonché l’ottimo Sig. C.te D. Luca e Monsignore Balbi, il quale fece un commovente discorso sopra la misericordia del Signore che, con infinita sua bontà, spirò nel cuore a persone straniere di aprire il nuovo Istituto delle Suore tanto utile alle fanciulle periglianti.8 Tutte le Cooperatrici accettarono con sommo piacere la cura delle ragazze, e noi partimmo consolate. Ritornate all’Istituto, abbiamo trovato nuovamente Monsignore col R.do Sig. C. D. Luca ed il Padre Confessore.9 Tutte le Suore si unirono in coro e le Educande vennero portando il Crocefisso in processione, cantando: Come è bello in dì sì lieto abbracciare, ecc.10 Poi il Sig. Direttore tenne un tenero discorso, onde muovere tutte all’osservanza delle Regole, ed il Sig. C.te D. Luca annunciò le cariche seguenti: Superiora: Sig.ra Madre Redenta Olivieri, Superiora dell’Istituto di Vicenza. Maestra delle Novizie: Suor Maria Rachele, figlia dell’Istituto di Vicenza. Ella avrà il titolo di Madre, perché provvisoriamente riunisce l’autorità di Superiora, come destinata Direttrice di questa Casa figliale di Vicenza dal M. R.do Sig. Professore Farina, Direttore della Casa Centrale di Vicenza. L’Economa, Suor Margherita Marzari.11 Assistente alla Superiora, la Signora Suor Maria Rosa Sanfermo.12 Vice Maestra delle Novizie, Suor Maria Elena Agan.13 Sotto Economa, Suor Maria Giuliana Tommasi.14 Tutte le obbedienze restano provvisoriamente conservate come sono, restando però in libertà della Superiora. Riguardo poi all’orario, è questo: levata alle 5; alle 51/2 orazione quotidiana, meditazione ed orazione di S.ta Dorotea; indi tutte si portano alle obbedienze. Alle 8, od anche più tardi, Messa; poi segue la scuola fino alle 113/4; dalle 11 e 3/4 fino alle 12 Visita ed esame, poi pranzo; fino alle 11/2 ricreazione, indi un quarto d’ora di lezione, poi scuola fino alle 7; allora orazioni del cristiano e meditazione ed orazioni quotidiane; alle 8 e 1/2 cena; alle 9 ed un quarto una Visita a Gesù Sacramentato, indi riposo.15 Tutto viene eseguito per quanto è possibile nel suo principio in una numerosa Comunità. Spero che tutto verrà eseguito appuntino, essendo queste sue caris.me figlie desiderosissime di crescere nell’amore e, per ottenere questo, stanno sopra se stesse, onde non contravvenire alle Regole. Il numero delle Suore è 22, delle Oblate 5,16 delle Educande 23; tre di queste le accettai in prova del Noviziato, ed il R.do Monsignore disse che, se si diporteranno bene, invece dei sei mesi concederà loro in grazia 3 soli mesi, per dimostrare il contento che prova per questa nuova fondazione. Bramo la di lei venuta, ed anche della R.da Madre Superiora, alla quale presenterammi umilis.ma. Favorisca salutarmi tutte le mie Sorelle, nonché le fanciulle tutte, e le preghi di raccomandarmi al Signore. Io sono contenta e ringrazio il Signore; solo mi spiace la carica che tengo, per timore di trattenere per mia indegnità la mano del Signore a spandere sopra queste ottime figlie le sue più copiose benedizioni.17 Preghi, per carità, per me che io, indegnissima, faccio pregare tutti i giorni per loro. La prego fare i miei doveri con tutte quelle persone che altra volta le nominai.18 Riguardo alla facoltà poi di questo Istituto, vivono poveramente, ma non hanno niun debito, però mi s’offersero due Sig.ri, ai quali, venendo in necessità, potrò ricorrere coll’assenso del Sig. Direttore. Queste buone creature spesso mi domandano da quanti anni mi trovo nell’Istituto, ed avendo io proibizione dal Sig. C.te D. Luca di dire il poco che stetti nella Casa sua, come pure che io ero governante in sua casa,19 perciò rispondo: non è molto che sono entrata; è poco che è eretto l’Istituto anche a Vicenza; e così me ne cavo (dissi ciò per far ridere V. S.ria Rev.ma colla Sig.ra Superiora). Faccia grazia, al suo venire, prendersi il libro delle Regole, acciò possiamo assieme passarlo, avendo aumentata qualche regola ed altra tolta il Sig. C.te D. Luca. Mi farà grande carità anche portarmi la Via Crucis20 apparecchiata da Ella. Bramerei, se fosse possibile, avere un libro che spiegasse la Dottrina nella maniera da Ella spiegata. Perdoni della libertà, e piena di rispetto le bacio la sacra mano, pregandola della carità di benedirmi con tutte le nostre buone figlie che rispettose meco s’uniscono a baciarle la sacra mano Umilis.ma Dev.ma Obbligatis.ma Serva e Figlia Suor Maria Rachele Guardini
P.S. Avverto la S. V.ra che trovai grandi difficoltà in qualcuna a persuaderle alla vita comune perfettamente; ma ora, colla grazia del Signore, ho ottenuto il cuore di tutte in modo che tolta verrà ogni difficoltà; credei però bene il prevenirla, perché deve venire a Vicenza il Sacerdote che celebra, per carità, qui nell’Istituto, il quale, pregato dalla fu Superiora,21 si portò da Monsignor Balbi, onde ottenere lo scioglimento della vita comune, ma subito che penetrai poter questo avvenire, scrissi al suddetto Monsignore, ed al dopo pranzo mi portai personalmente, ed intese anch’egli quello che si legge di S.ta Teresa: non potervi essere vero spirito, dove non vi è perfetta comunità.22 Oggi fu di nuovo all’Istituto Monsignore, il quale m’incombenzò di farle i suoi complimenti. Mi portò una lettera scrittami da D. Marchi per l’Arciprete dei S.ti Apostoli, il quale condiscende che la sorella mia Irene venga a Venezia, per entrare in questo Istituto in qualità di Maestra. Perciò prego la di Lei bontà fare in modo che, al suo venire il prossimo mese qui, mi conducesse anche la sunnominata; anzi dissemi Monsignore di pregarlo tener conto di tutto ciò che incontra per questa parte di spesa, che egli soddisferà a tutto. Perdoni la mia libertà. Il R.do Sig. Arciprete dei S.ti Apostoli di Verona chiamasi Gaetano Turri.23 Faccia grazia rendermi consapevole di ciò che disporrà, al più presto.
Al Molto Rev.do Signore Il Sig. Professore D. Antonio Farina – Vicenza
T.p.
Vicenza 22 Ago.
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1 ASDV, I. 95. 2 Il Sartori pone al 14 la fine degli esercizi: cf. Vita del Conte Cavaliere Don Luca Passi, cit., p. 108. 3 Regolamento disciplinare dell’Istituto delle Maestre di S. Dorotea, in vigore a Vicenza. 4 Lucia Girardi: cf. Pia Opera di Santa Dorotea, Venezia 1834, cit.; prospetti della Pia Opera di Venezia, aa. 1832, 1843-1851. 5 Antonia Rigatti. 6 Don Carlo Gidini: cf. « Registro mensile delle Congregazioni per la parrocchia di S. Nicola da Tolentino », cit., verbale della riunione del 14-8-1838, p. 1. Egli fu eletto vicario della chiesa succursale S. Andrea Apostolo (20-6-1822) e poi promosso (4-3-1824) parroco di S. Nicola da Tolentino. Il 24-7-1841 divenne canonico residenziale della basilica di S. Marco. Morì il 2-4-1843, all’età di 62 anni: cf. Successione dei Parochi, cit.; Delle Inscrizioni Veneziane, cit., vol. VI, p. 65; Menzioni onorifiche dei defonti... nell’anno 1856, per cura di G.B. Contarini, Venezia 1856, Tipografia di F.A. Perini, p. 5. 7 P. Luigi Girardi: cf. « Registro mensile delle Congregazioni...», cit., p. 1. Nato a Venezia nel 1778, a 18 anni vestì l’abito di Minore Riformato. Per la soppressione, ritornò in famiglia. Insegnò alcuni anni nel seminario di Venezia; si dedicò poi al ministero sacerdotale e fu cooperatore nella parrocchia di S. Nicola da Tolentino. Morì il 10-7-1845: cf. Menzioni onorifiche de’ defunti..., per cura di G.B. Contarini, Venezia 1845, Tipografia All’Ancora, pp. 358-359; Almanacco Ecclesiastico, cit., Venezia 1842, p. 27. 8 Tra l’altro disse: « le Suore che veggono qui presenti, hanno per iscopo d’assistere alle congregazioni mensili affine coltivare la Pia Opera »: « Registro mensile delle Congregazioni... », cit., p. 1. 9 Don Francesco Driuzzo, già confessore delle Figlie di Maria SS. Addolorata. Insegnò nel ginnasio S. Caterina; il 7-3-1839 fu nominato vicario della chiesa di S. Lodovico (S. Alvise), sussidiaria della parrocchia di S. Marziale: cf. Successione dei Parochi, cit.; Almanacco Ecclesiastico, cit., Venezia 1840, p. 48. Si spense il 15-9-1848, all’età di 68 anni: cf. Menzioni onorifiche dei defunti... nell’anno 1848, per cura di G.B. Contarini, Venezia 1849, Tipografia Gaspari, p. 28; Delle Inscrizioni Veneziane, cit., vol. VI, p. 473. 10 L’inno si cantava nella cerimonia della promozione di un’assistente a sorvegliatrice: cf. [L. Passi], Pia Opera…, Roma 1836, cit., p. 98. Fu pure usato per la cerimonia della vestizione e della professione delle suore. 11 Nacque a Venezia il 1-2-1797 da Giandomenico e Giovanna Sanfermo. Era stata superiora delle Figlie dell’Addolorata. Il 9-8-1838 scrisse alla Madre Olivieri, ringraziando lei e il Farina per l’aggregazione del suo Istituto a quello delle Dorotee di Vicenza, e per l’invio a Venezia di Madre Rachele, « giovine tanto pia e zelante per il bene delle fanciullette »: cf. doc. n. 8. Morì a Venezia il 15-4-1869: cf. « Memorie sull’Istituto », cit., p. 27. 12 Nacque a Venezia (27-9-1803) da Lorenzo e Cecilia Susanna. Entrò tra le Figlie dell’Addolorata il 4-10-1830 e vestì l’abito religioso il 2-10-1831. Emise i voti semplici il 27-9-1832 e quelli perpetui il 27-9-1835. Divenne poi suora dorotea. Madre Rachele nutrì per lei molta stima, apprezzandone lo spirito religioso e le capacità. La Sanfermo corrispose con sincera devozione e fedele collaborazione. Il 12-6-1840 conseguì il diploma per l’insegnamento nella terza classe elementare. Oltre che assistente, dal 1841 al 1843 e nel 1845 fu anche maestra delle novizie. Dal 28-9-1846 al 9-9-1852 fu superiora. Divenne poi assistente ed economa. Nel 1853 successe a Madre Rachele nella guida del conservatorio delle Zitelle. Nel 1858 passò alla casa di Fusignano (Ravenna) e la diresse fino al 1884. Dal settembre 1876 alla fine del 1879 fu anche provinciale: cf. « Cronaca dell’Istituto di S. Dorotea in Forlì », ms., reg. I, pp. 12 ss. (ASDR). Morì a Fusignano il 23-1-1887 (APSGBF). Ci sono pervenute oltre cento sue lettere. 13 Morì a Venezia dopo lunga malattia il 1-6-1848, all’età di 81 anni: cf. « Registro Morti dall’anno 1827 fino all’agosto 1849 », p. 314, n. 34, APTV. 14 Al secolo Giustina, morì a Venezia il 30-5-1847, all’età di 52 anni: cf. « Registro Morti ... », cit., p. 299, n. 31, APTV. La Sanfermo il 1-6-1847 scrisse a suor Rosa Donini (Bologna): « Una di queste mie care figlie di nome Maria Giuliana il giorno 30 spirato maggio è passata a godere il premio della sua vita esemplare e singolarmente della sua carità, che imparziale esercitava a pro di tutte »: ASDR. 15 Si rileva l’ampio spazio dato alla preghiera, che si articola durante il giorno, animando spiritualmente l’attività. 16 L’Istituto delle Figlie dell’Addolorata era diviso in cinque classi: oblate, novizie, sorelle semplici, sorelle congregate e sorelle professe: cf. « Regole Generali pel Conservatorio delle figlie di Maria Ss. Addolorata », cit., p. 1. 17 L’umiltà, che distingueva Madre Rachele, traspare continuamente nelle sue lettere. 18 Cf. lett. n. 2. 19 Nella casa Passi a Calcinate (Bergamo). 20 È attribuito al Farina il volumetto: Gesù al cuore delle fanciulle nella meditazione della Via Crucis, ad uso dell’Instituto di S. Dorotea di Vicenza, Treviso 1851, Tipografia Vescovile di G. Longo, pp. 24, form. 16¥11 cm. 21 Suor Margherita Marzari. 22 L’espressione non si trova in S. Teresa e non è certo il suo stile, ma è un probabile rifacimento e sunto di Cammino 7, 10: « Se per caso uscisse di bocca qualche paroletta contro la carità, si ponga subito rimedio e si preghi il Signore con grande istanza. Quando poi dovessero allignare tra voi quei mali di più lunga durata, come fazioni, punti d’onore, desideri d’ambizione, quando, dico, dovessero succedere tali cose, tenetevi come tutte perdute […]. Pensate in tal caso e tenete per certo d’aver cacciato di casa il vostro Sposo ». Forse l’espressione è una specie di sintesi di quanto S. Teresa dice relativamente a ciò che la spinse alla riforma e alla fondazione del monastero di S. Giuseppe di Avila. Considerando i danni che la vita religiosa aveva all’Incarnazione di Avila, per mancanza di vita comune, si comprende la dottrina della Santa e le sue realizzazioni in vista della vita comune: cf. Vita, scritta da lei stessa, cc. 32-36. 23 Nato nel 1794, fu ordinato sacerdote nell’ottobre del 1818. Fu coadiutore nella parrocchia di S. Luca; nel 1826 venne nominato arciprete della parrocchia dei SS. Apostoli, ove rimase fino al 1856, quando fu eletto canonico della cattedrale di Verona. Morì nel 1864: cf. ACVV. |
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