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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume II. LETTERE 1838–1839.
    • LETTERE 1838. 6 agosto – 26 dicembre nn. 1–17.
      • 12
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12

 

Viva il Cuor di Gesù! Viva il Cuor di Maria!

 

Molto Rever.do Padre,1

Io avrei prima d’ora scritto a Lei, onde raccontargli la visita che ebbi il primo del mese, ma il male di capo2 m’impedì l’esecuzione.

I Sig.ri coniugi Costa3 che, pieni di compatimento per noi, anzi accesi d’un santo zelo, mi proffersero, quando trovavasi qui l’ottima Imperatrice, di volersi interessare per farla venire, ma avendo io per sistema di non mai operare in ciò che s’aspetta ai Superiori, conoscendo che da me stessa non farei che cose contrarie alla loro volontà, così non accettai, e ne provarono questi vivissimo dolore perché siamo restate


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deluse.4 Ne parlò col Vice Delegato5 con sentimento (attesoché egli era il condottiero di Sua Maestà), ed egli rispose che più volte l’eccelsa Sovrana bramò di venire a visitarci, ma che egli non conosceva questo luogo, perché mica annunciato per tale alla Polizia.

Quando, dietro l’eccitamento dei Sig.ri Costa, il giorno dei Santi venne all’Istituto, e mi disse quello che in antecedenza aveva detto, mi fece molte dimande, e tra le altre mi chiese se le Maestre sono patentate. Dimostrò piacere, intendendo che tra poco ne farò approvare alcune.

S’internò nella Casa, e poi mi chiese di fargli avere con mio comodo le Regole, perciò bramo sapere se al Governo le mandò tutte, oppure come devo farle apparecchiare.

Io lo assicurai che il non avere manifestato i Superiori alla Polizia questa riforma non è dipenduto dal volerla trascurare, ma che, essendo tutte in Noviziato coteste Vergini, stanno a vedere come si mette la cosa. La intese bene e partì contento.

L’Oratorio di S. Pantaleone si mette bene;6 la prima e seconda festa non eravi che sette ragazze; ora siamo al numero di trenta, le quali si può dire che non conoscono Dio.

Lei vede quanto bene si può con queste fare. Le teniamo per un poco riunite, parlando loro del Signore e cercando di far loro conoscere l’importanza di salvarsi; poi le assistiamo


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ad ascoltare la S.ta Messa, e sono contentissime di questo.

Favorisca presentarmi umilissima alla Stimatis.ma Madre Superiora,7 mi saluti tutte le Sorelle nonché le ragazze.

Bacio a Lei rispettosamente la sacra mano, e piena di stima ho l’onore dirmi

Umilis.ma Dev.ma Obbligatis.ma

                                                      Serva ed indegna Figlia

                                          Suor Maria Rachele Guardini

 

Li 5 9bre [1838]

T.p. Venezia 6 Nov. – Vicenza 7 Nov.

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Sig. D. Luca [sic] Farina

Professore di Teologia Pastorale

Vicenza




1 ASDV, I. 104.



2 Soffriva spesso di questo disturbo, che l’accompagnò fino alla morte.



3 Giovanni Girolamo Costa e Lucia Wcovich Lazzari. Il Costa nacque a Venezia il 16-8-1782 da Giovanni Francesco e Teresa Poli. Nel novembre 1798 iniziò la carriera di pubblico funzionario, terminata il 29-8-1849 nella qualità di segretario dell’I. R. Governo generale delle province venete presso il magistrato camerale delle finanze: cf. la sua dichiarazione del 13‑8‑1850 all’imperatore Francesco Giuseppe I (BCV, mss. Wcovich Lazzari, busta 138).

« Si mostrò per tutto il corso della sua vita eminentemente filantropo […] nelle opere e nella verità […]. Probo, solerte ed intelligente impiegato, per circa dieci lustri prestò servigi allo Stato, e sempre con soddisfazione di tutti »: Menzioni onorifiche dei defonti... nell’anno 1854, per cura di G.B. Contarini, Venezia 1854, Tipografia F.A. Perini, pp. 43-44.

Il 3-7-1838 don Luca scriveva di lui al patriarca Monico: « fa le cose nostre a Venezia ». Madre Rachele lo dice « Procuratore gratuito dell’Istituto »: lett. n. 1056. Morì a Venezia l’8-12-1854.



4 Cf. lett. nn. 10, 11.



5 Barone Carlo Pascotini. Madre Rachele scrive sempre « Pascottini », ma egli si firmava « Pascotini ». Fu benefattore di varie istituzioni benefiche e uno dei promotori della « Pia fondazione degli asili di carità »: cf. lett. n.106, nota 3. Collaborò per il riconoscimento della casa di Venezia come centrale.



6 Cf. lett. nn. 9, 11.



7 Redenta Olivieri.






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