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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Stimatissima Signora,1 Memore sempre delle gentilezze da Lei usatemi in passando da costì, ed anche ricordandomi l’interessamento ch’Ella aveva per il bene delle fanciulle, mi faccio piacere di parteciparle come Iddio va dilatando la Pia Opera, la quale è sostenuta da un Istituto apposito, dove io benché indegnissima mi trovo; ed oh quanta consolazione gusto! L’accerto che ogni pena viene meno, a coltivare queste fanciulle indigenti, il trovarle totalmente ignoranti nelle cose di Dio, ed il poter loro infondere le cognizioni necessarie per farlo conoscere ed amare; ed il vederne il buon effetto rallegra e fa scordare la stessa fatica. Io spero che costì continueranno bene, ed Ella, per mezzo dell’esercizio della carità co’ suoi prossimi, crescerà sempre più nell’amore del caro Gesù. Mi consolo dell’Oratore2 che il Signore a Mori concede, nel prossimo Quaresimale. Egli farà gran bene, perché non cerca di farsi valente colla sublimità de’ termini, ma perché pio s’attiene alla semplicità del Vangelo. Faccia la carità, se ha occasione di parlare collo stesso, mi raccomandi alle sue orazioni; anzi sono certa che, se lo pregherà a tenere qualche discorsetto alle aggregate della Pia Opera, lo farà volentieri. Mi perdoni della libertà, ma favorisca presentarmi umilissima alle Signore Fiumi; le raccomandi di estendere l’ora di adorazione a Gesù Sacramentato, onde risarcirlo degli affronti che riceve dalle sue creature, e le preghi di non dimenticarmi al Signore. Piena di stima per Lei ho l’onore di dirmi Umilis.ma Dev.ma Serva Suor Maria Rachele Guardini
Venezia li 8 Febbraio 1839
Alla Stimatissima Sig.ra La Sig.ra Maria Rigotti Tirolo
– a Mori
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1 ASDR, reg. I [p. 6]. Maria de’ Rigotti, cresciuta in una famiglia benestante, «non ebbe che il pensiero della beneficenza; visse modesta, povera, serbando tutta la sua attività agli ideali religiosi e umanitari. Fondò per le giovani l’Opera del Lavoro, che mentre era istruttiva e provvida per l’avvenire, difendeva con materna cura la loro inesperienza. Assicurò alla borgata le annuali missioni, ebbe a cuore il decoro della chiesa, vegliò a ogni modo di carità e morendo, benché avesse nipoti e pronipoti carissimi, dispose di tutto il suo a favore dei poveri»: B. Malfatti, Maria de’ Rigotti, in la Donna nella Beneficenza in Italia, a cura di E. Bruno e V. Roggero-Sanvito, vol. II, Torino 1910, pp.281-282. Morì l’8-1-1854, all’età di 76 anni, fra il compianto dei poveri, dopo una vita esemplare ed attiva a favore dei bisognosi e della gioventù: cf. registro dei defunti della parrocchia di Mori (Trento), tomo VI, APMo. 2 P. Girolamo Evangelista Zendrini: cf. C. Facchinetti, Bergamo o sia notizie patrie, Bergamo 1840, p. 56. Nato nel 1800 a Breno (Brescia) da Carlo e Maria Vielmi, fu ordinato sacerdote a Brescia il 24-9-1825 ed esercitò il ministero a Edolo e presso le clarisse di Lovere. Nel 1835 entrò fra i Chierici Regolari di Somasca. Fu ministro provinciale della provincia lombarda. La resse con prudenza, energia e fermezza, sostenendo e rafforzando la pietà, l’operosità e l’osservanza religiosa. Si distinse per l’umiltà, la mansuetudine e la povertà. Morì nel collegio di S. Bartolomeo di Somasca il 17-11-1871: cf. ASG. |
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