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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume II. LETTERE 1838–1839.
    • LETTERE 1839. 8 gennaio – 30 dicembre. nn. 18–220.
      • 46
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Rever.do Padre,1

La giovane ammalata2 continua a star bene, anzi è il secondo giorno che la febbre l’ha lasciata; comincia ad avere appetito ed a parlare chiaro.

Le è stata carissima la cera, che la Sig.ria V.ra le ha mandata, e la tiene con divozione. Le spiace assai di non poterla vedere; io per tranquillarla le ho promesso che, qui venendo, farà la carità d’andare a benedirla.

A Sua Altezza3 è morto un figlio di 9 anni,4 per cui è dolentissimo. Tutto ha fine; l’eternità sola non si compie. Questo pensiero ben ponderato basta per vincere tutti gli ostacoli, che il nemico può suscitare.

Ho ricevuto la pregiatissima sua lettera, nella quale con maggiore fermezza mi fa conoscere che Iddio vuole essere servito da me in Venezia.5

Adoro la sua santissima volontà e sono contenta di servirlo come vuole e dove vuole; ma la promessa che le feci, di non nasconderle ciò che penso, mi obbliga a parteciparle una


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nuova tentazione, la quale ho disprezzata e cerco di trascurare anche presentemente.

Povero Padre! io m’assicuro ch’Ella avrà creduto di più persuadermi, ponendo la seguente riflessione nella sua lettera, cioè che potrebbero credermi stanca di stare in Convento, s’io andassi a mia casa; ma che vuole? Parmi che questo supporre delle persone servirebbe ad avanzarmi nell’amore di Dio, essendo proprio dei seguaci del Salvatore l’essere disprezzati per suo amore. Conosco ch’Ella potrà rispondermi: è temerità l’esporsi a cose grandi, quando non si sa soffrire con allegrezza le piccole. Ah, Padre mio! preghi per me e faccia pregare, acciò io sempre segua la sua voce, che Pastore la veggo datomi dal Signore; oh allora sì sarò certa di non errare!

Bacio a Lei ed al R.do Co. D. Marco la mano, pregandoli di tutte benedirci

Umilis.ma Dev.ma Obb.ma Figlia

                                   Suor Maria Rachele Guardini

 

Venezia li 20 Marzo 1839

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. Co. D. Luca Passi – Ancona6




1 ASDR, reg. I [p. 15] .



2 Anna Moro: cf. lett. nn. 28, 42, 43.



3 Rainieri.



4 Massimiliano, deceduto il 16-3-1839: cf. «Gazzetta Privilegiata di Venezia», mercoledì 20-3-1839, n. 65.



5 Madre Rachele, anima contemplativa, anelava al raccoglimento e al colloquio con Dio, ma amava anche l’apostolato. Aveva accettato per obbedienza la missione propostale da don Luca, però di tanto in tanto riaffìorava in lei il desiderio per la vita claustrale: cf. lett. nn. 81, 83, 108, 143, 146, 216, 218, 285, 298, 310, 311, ecc.



6 Nel 1839 don Luca predicò in Ancona il quaresimale e le missioni. Insieme con don Marco istituì la Pia Opera nelle parrocchie. Il vescovo, mons. Antonio Maria Cadolini, nella «seconda festa di Pasqua» partecipò, nella chiesa del seminario, alla riunione di tutte le fanciulle, accompagnate dai parroci e guidate dalle assistenti e dalle sorvegliatrici: cf. Instituzione della Pia Opera di S. Dorotea in Ancona, in o La voce della verità », 18-4-1839. Il 24-31839 da Ancona don Luca scrisse al Farina che in 13 giorni aveva organizzato la Pia Opera in tutta la città: cf doc. n. 20. Un anno dopo, il vescovo espresse ai fratelli Passi la sua riconoscenza per l’istituzione della Pia Opera, che «è atta a formare il cuore della gioventù, e indirizzarlo al buon costume, alla devozione, alla osservanza de’ cristiani doveri. Io ne ho veduti gli ottimi effetti, e la Città n’è rimasta edificata»: lett. del 22-5-1840, ACIVCSVA.






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