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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume II. LETTERE 1838–1839.
    • LETTERE 1839. 8 gennaio – 30 dicembre. nn. 18–220.
      • 67
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Ho ricevuto la pregiatissima di Lei in data dei 30 Aprile, alla quale io risponderò con semplicità, com’Ella desidera.

Se avvenisse quello che mi propone riguardo al Sig. Professore, io direi ch’Ella impazzisce, o almeno lo chiamerei un pusillanime. So che la pusillanimità non piace al caro Gesù, e per questo mi sforzo di generosamente servirlo, quand’anche ne senta le più vive ripugnanze, guidata però dalla fede che m’assicura non errerò nell’obbedienza. Ma che vuole caro Padre, il buon Gesù dispose ch’io dovessi essere da Lei diretta, benché poca propensione ne sentisse il mio amor proprio; soffra dunque, la prego, ch’io la faccia meritare, col tenerla continuamente esercitata nella pazienza; e s’accerti che mi troverà, coll’aiuto di Dio, sempre pronta ad obbedire, quantunque mi sembrasse di commettere i più grandi falli, quali sempre li parteciperò per adempire al dovere di Figlia.

Monsignore ha ricordato a Sua Altezza2 la promessa visita; ma il Signore, che vede i cuori, permise ch’egli mancasse di parola, perché non commettesse qualcuna di noi atti di compiacenza. Ringraziamo il Signore che ci guarda anche dal male, che non prevediamo.

Ieri ho ricevuto il Sonetto3 pel Sig. Professore Rima; oggi


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anderò dal Sig. Barone Pascotini, per pregarlo di riceverne la dedica.4

Faccia la carità di tutte benedirci, acciò corrispondiamo alle tante grazie che il Signore ci usa.

L’altro giorno ho avuto la visita della Dalmistro5 con varie Sorvegliatrici; il primo Martedì anderò anch’io a Murano, per la unione.6

Piena di rispetto ho l’onore di dirmi

Umilis.ma Dev.ma Obb.ma Figlia

                                  Suor Maria Rachele Guardini

 

Venezia [5] Maggio 18397

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. Co. D. Luca Passi – Bergamo




1 ASDR, reg. I [pp. 27-28].



2 Rainieri.



3 Per volere di don Luca e di mons. Balbi, fu stampato un sonetto, in segno di gratitudine verso il prof. Rima e quelli che presiedevano all’ospedale civico di Venezia: cf. lett. nn. 74, 77.



4 Carlo Pascotini ringraziò dell’atto di ossequio, pregando di omettere la dedica, perché « queste cose fomentano la vanità»: cf. lett. n. 72. Madre Rachele apprezzò la sua umiltà e accrebbe la stima per lui: cf. lett. n. 75.



5 Si riferisce alla signora Maddalena o ad una delle sue figlie, Giuditta e Benedetta. Tutte e tre lavoravano nella Pia Opera della parrocchia dei SS. Maria e Donato di Murano. Nei prospetti Maddalena figura come anziana, Giuditta come vice-anziana e Benedetta come sorvegliatrice.

Maddalena Martinuzzi (1774-1853) sposò Antonio Dalmistro ed ebbe 5 figli: Rosa (1796), Rachele (1798), Vincenzo (1799), Giuditta (1808), Benedetta (1813). I primi 3 morirono in tenera età. Dedicò la sua vita alle opere di carità e all’educazione cristiana delle ragazze. Istituì un lascito nella fabbriceria dei SS. Maria e Donato.



6 Si svolse il martedì 7 maggio: cf. lett. n. 71. Nel registro dei verbali della parrocchia dei SS. Maria e Donato non si fa menzione di questa riunione; dopo quella del mese di aprile, si passa all’altra del 4-6-1839.



7 Non è indicato il giorno, che si può desumere dalla lett. n. 68 datata 5 maggio, nella quale si legge: « Oggi ho scritto al Sig. Co. D. Luca ».






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