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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume II. LETTERE 1838–1839.
    • LETTERE 1839. 8 gennaio – 30 dicembre. nn. 18–220.
      • 80
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Rever.do Padre,1

Cosa sarà mai il Paradiso! Oggi, per obbedire, sono stata a S. Marco, dove Monsignore2 mi ha fatta entrare in una tribuna di Sua Eminenza,3 perché potessi gustare la glorificazione accidentale, che veniva data al Corpo di Gesù, per mezzo della Processione.

Avrei voluto che tutto il mondo la vedesse, perché risvegliava proprio il desiderio del Paradiso. Se una pittura smorta della sua grandezza basta per beare l’anima, che sarà il possedimento di Dio?

Oh santa Fede! e perché non sei sempre nelle anime operativa? Dirò meglio: credo io che il motore di tutte le cose sia Dio? Sì, eppure molte volte lo mentisco nell’esecuzione, necessitandomi uno sforzo per seguire l’amabilissima sua volontà.

Io era penetrata da queste idee, per cui sentivami struggere il cuore dal desiderio di compensare in avvenire almeno in parte, con amore, le tante ingratitudini da me commesse.

Vorrei poterle descrivere così bella funzione, ma la sorpresa, che ho provata, non mi permette, per timore di non essere veritiera.4


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Ella conosce la vastità di Venezia e sa come è ricca di Congregazioni e di Confraternite; perciò potrà farsene una piccola idea. Queste erano riunite nella Cattedrale, portando seco tutto ciò che avevano di bello.

Eranvi pure i Parrochi ed i loro Sacerdoti Assistenti; i Regolari, non potendo pel voto di povertà presentare ricchezze, avevano ornato con grande eleganza il Maestro Divino, e colla loro umiltà personale edificavano il popolo.

Eranvi tutte le Autorità, cominciando dal Governatore.5


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Io, presa da meraviglia, non sapeva esclamare che: buon Gesù! e consolavami in vedere che coloro, i quali assistevano alla Processione, la maggior parte mi sembravano penetrati dall’azione che sostenevano.

Sua Eminenza ha funzionato, ed io mi sono in quella più volte ricordata di Lei e della stimatissima sua famiglia, per cui ho pregato il caro Gesù a volerli tutti benedire.

Per carità, non si scordino la povera anima mia, ed in particolare in questa Sacra Novena dell’Amabilissimo Cuore m’ottenga dal caro Gesù la grazia che il mio sia sempre occupato di Lui solo. Oh allora sì che potrassi effettuare quella felice trasformazione, che fece esclamare all’Apostolo: Vivo io, non più io, ma Gesù vive in me!6

Ah, Padre mio, quante volte in un giorno geme l’anima mia, per timore d’illudere gli altri, nonché me stessa!

La ringrazio della pregiatissima di Lei lettera. Mi fu caro anche il Sonetto dell’ottima Bisleri,7 e prego il Signore a conservarla alle sue figlie.


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Oh come dice bene l’ultima strofa! Sì, sì soffrire ed amare è necessario, per avanzare nella vita spirituale.

Quando scrive qualcuno all’amabile Cattina,8 la riverisca per me.

La prego presentarmi umilissima a tutti di sua rispettabile famiglia, nonché ai R.di Sacerdoti di Calcinate9 ed a tutte le mie Sorelle Congregate,10 così la prego ricordarmi colle donne di casa sua.

Ho ricevuto lettera dal Sig. Co. D. Luca, nella quale mi dice che partiva per Roma, onde godere un po’ di paradiso.11

Le bacio la sacra mano e la prego della carità di benedirmi

di Lei Umilis.ma Dev.ma Obb.ma Serva e Figlia

                       Suor Maria Rachele Guardini

 

Venezia li 30 Maggio 1839

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. Co. D. Marco Passi – Bergamo




1 ASDR, reg. I [pp. 35-36].



2 Balbi.



3 Jacopo Monico.



4 « Decretata da Urbano IV la festa del Corpus Domini nel 1264, adottolla la Repubblica pe’ suoi stati con terminazione 31 maggio 1295. Ordinò pure il 22 maggio 1407 che si dovesse fare in quel giorno una solenne processione per la Piazza di S. Marco, nella qual circostanza ciascun patrizio camminava appaiato ad un pellegrino, e più tardi ad uno dei poveri della città. Anche anticamente la processione sfilava protetta da una tenda, ad ogni palo della quale solevasi innalzare due candele accese. Nelle ore pomeridiane del giorno del Corpus Domini affollatissima ne era la chiesa di gente per assistere all’apertura del solenne ottavario, ed alla esposizione dell’Ostia consecrata, che a tal effetto la Confraternita del Sacramento, detta Scuola dei Nobili, trasferiva con pompa dalla parrocchiale di S. Geremia. Terminata la funzione, aveva luogo sul Canal Grande uno di quei corsi di barche, appellati Freschi, perché in essi si gode l’aura fresca, solita nell’estiva stagione a spirare sull’imbrunire della sera. La processione in Piazza, ed in parte anche il fresco, conservaronsi fino a questi ultimi tempi »: G. TASSINI, Curiosità veneziane, cit., pp. 187-188. Tra tutte le feste, celebrate a Venezia con grande solennità, spiccavano quelle di S. Stefano e del Corpus Domini: cf. Venezia e le sue lagune, vol. II, Venezia 1847, Stabilimento Antonelli, p. 588. Circa lo splendore della processione P. G. Molmenti annota: «Il Casola, che nel 1494 fu presente alla processione del Corpus Domini, sulla piazza di San Marco, non trova parole per descrivere i gentiluomini vestiti di aurei drappi e di velluti, la ricchezza degli addobbi, la profusione dei fiori, la quantità dei ceri, la varietà dei colori »: La storia di Venezia nella vita privata, Torino, Roux e Favale, 1880, p. 369.



5 Conte Giovanni Battista Spaur di Pflaum e Valör, ministro straordinario d’Austria in Dalmazia, governatore del Veneto dal 1829 e dal 1840 della Lombardia. Si distinse per molte istituzioni di utilità pubblica, per la fondazione dell’Accademia fisico-medico-statistica a Milano, per aver cooperato al riordinamento degli archivi in San Fedele e per l’istituzione della Scuola paleografica. Fu insignito di molte onorificenze (Gran Croce dell’Ordine Imperiale di Leopoldo, Cavaliere della Corona Ferrea, ecc.).

Morì il 1-11-1852, all’età di 76 anni: cf. Menzioni onorifiche dei defonti...  nell’anno 1852, per cura di G.B. CONTARINI, Venezia 1852, Tipografia di Giuseppe Grimaldo, p. 46.



6 Cf. Gal. 2, 20.



7 Non sappiamo se si riferisca a Madre Francesca Margherita Bisleri, oppure alla sorella, Madre Antonia Felice. La prima nacque a Crema il 3-11-1776 da Antonio e Margherita Sangiovanni. A 11 anni entrò come educanda nel monastero della Visitazione di Alzano (Bergamo). Maturata la vocazione religiosa, avrebbe voluto restare nel monastero, ma a 18 anni ritornò in famiglia, perché i genitori desideravano che trascorresse un periodo nel mondo. Dopo un anno rientrò nel monastero. Nel 1818, con la sorella si trasferì a Brescia per la fondazione del monastero « S. Croce», che diresse per molti anni (1818-1825, 1831-1837). Morì il 28-2-1840: cf. AVB, Coll. I, fasc. 11.

Madre Antonia Felice, nata a Crema il 29-1-1778, entrò nel monastero di Alzano e fece la professione a 18 anni. Nel monastero di Brescia fu maestra delle novizie e insegnante delle educande. Si alternò con la sorella nel governo del monastero (1825-1831, 1837-1843). Morì il 17-9-1845: cf. AVB, Coll. I, fasc. 13. Le Bisleri, pie e dedite al bene delle loro figlie, lasciarono esempi di carità, umiltà e semplicità.



8 Caterina Angela Passi, nata a Calcinate il 14-5-1825 dal conte Fermo e da Elisabetta Zineroni, fu educata nel monastero della Visitazione « S. Croce» in Brescia. Sposò (1-10-1861) Lodovico Alessandri. Morì il 28-7-1908.



9 Negli anni 1837-1845, oltre al parroco G.B. Fenaroli sono a Calcinate i sacerdoti Luigi Belotti, viceparroco; Vincenzo Vicini, cappellano; Giacomo Bertacchi, Paolo e Giuseppe Algarotti, Luigi Zeppini: cf. APC.



10 Si riferisce alle Terziarie di S. Dorotea (cf. lett. n. 711).



11 Assistere alla solenne canonizzazione di alcuni santi: cf. lett. n. 79.






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