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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1 Ieri sono stata da Lei e mi sono dimenticata di parteciparle che ho ricevuto lettera del Sig. Co. D. Luca. Egli scrive da Roma e m’impone di tanto riverirla; dice che la funzione della canonizzazione dei Santi è proprio stata un paradiso in terra.2 Scrisse anche il R.do D. Agostinelli di Bassano, la quale a Lei mando colla risposta.3 Faccia la carità di leggerla, per vedere se ciò che ho scritto è secondo la sua volontà. Ieri è stato da me il R.do D. Daniele,4 onde invitarmi per andare a S. Lorenzo questa mattina, ciò per passare un momento con Annetta.5 Io ho un poco pensato e, credendo d’interpretare la sua intenzione, mi sono scusata essendo colà stata da poco. Se fosse ciò contrario al suo volere, le chiedo perdono. Ella non ha che donarmi un cenno di sua volontà, ed io coll’aiuto di Dio farolla mia. Lascio per non attediarla, pregandola di avere possibilmente cura di sua salute, che tanto mi sta in cuore. Le bacio la sacra mano e la prego della carità di tutte benedirci Umilis.ma Dev.ma Obb.ma Serva ed indegna Figlia Suor Maria Rachele Guardini
Venezia li 12 Giugno 1839
A Monsignor Reverendissimo Il
R.mo Monsignor Co.
Roberto Balbi S.P. Mani
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1 ASDR, reg. I [p. 43]. 2 Cf. lett. n. 79. 3 Cf. lett. n. 90. 4 Canal, nato il 3-12-1791 da illustri genitori. Fu canonico onorario della basilica di S. Marco, protonotario apostolico e cavaliere di vari Ordini, gloria del clero e lustro del patriziato veneto. Consacrò la sua vita all’esercizio della carità. Nel 1816 succedendo al fratello sacerdote, morto a 30 anni per tifo, contratto nell’assistere i moribondi negli ospedali, cominciò ad occuparsi della Civica Casa d’Industria a S. Lorenzo, dove erano raccolti 2.600 poveri, di ogni sesso ed età. Restaurò e riaprì al culto la chiesa di S. Lorenzo, adiacente al ricovero. Mise ordine nella casa, che diresse per 24 anni. Poiché le bambine ivi erano in pericolo di perdersi, fondò per esse un Istituto nella parrocchia di S. Marziale; lo trasferì poi in quella dei Santi Gervasio e Protasio, e infine (1841) nell’ex monastero annesso alla chiesa di S. Maria del Pianto. Nel 1852 lo affidò alle Figlie del S. Cuore della Verzeri. Nel 1864, coadiuvato da Anna Marovich, istituì nel convento dei Serviti a Cannaregio la Casa di Riabilitazione per le giovani che, dopo una qualche dolorosa esperienza o dopo il carcere, vivevano in uno stato di abiezione. Morì il 18-3-1884. Durante i funerali nella basilica di S. Marco il patriarca card. Domenico Agostini lesse l’elogio funebre, che fu pubblicato da « La Difesa », a. XVIII, n. 71, giovedì 27-3-1884, pp. 2-3. Cf. Venezia e le sue lagune, vol. II, cit., p. 474; P.L. Bembo, Delle Istituzioni di beneficenza nella città e provincia di Venezia, cit., pp. 113 ss.; AA.VV., La beneficenza veneziana. Note e memorie, cit., pp. 111-112. 5 Anna Marovich nacque a Venezia il 7-2-1815 da Giuseppe, dedito al commercio, e da Maria Ivanovich. La famiglia, religiosa e stimata, era oriunda di Dabrota (Dalmazia) e godeva di floride condizioni economiche. Quando le vicende politiche cominciarono a turbare i rapporti tra le nazioni, il commercio ne risentì e il Marovich andò verso il fallimento. Colpito da apoplessia, si spense nel 1851. Nella formazione di Anna influì molto il Canal, che ebbe cura di lei fin dall’età di sette anni. Ella cominciò presto a scrivere opere di carattere ascetico. A 20 anni, pubblicò Il mese di luglio (cf. lett. n. 95, nota 2). Seguirono: Pie Conversazioni sulla vita di S. Dorotea V.M. (cf. lett. n. 29, nota 4); Lettere morali di una pia giovane, Venezia 1840; 2ª ed. 1852. Dopo alcuni anni di preparazione, coadiuvata dal Canal, fondò a Venezia (1864) le Riparatrici del Cuore Santissimo di Gesù, per l’assistenza alle giovani traviate. Il 21 novembre ebbe luogo la vestizione religiosa delle prime 8 suore. Nel 1868 avvenne la fusione con le Suore della Riparazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria Immacolata, di Milano, che avevano lo stesso scopo. Il patriarca Monico stimava molto la Marovich, della quale disse: « è di tali doti fregiata, ch’io non vidi in alcun’altra l’unione felice di tanti lumi e di tante virtù»: F. Apollonio, Anna M. Marovich. Memorie, Venezia 1900, Tipografia Emiliana, p. 82. Il 1-3-1845 il patriarca le scrisse: « Permettete piuttosto che io mi dichiari a voi debitore della fedele ed efficace cooperazione, che da più anni mi prestate nell’adempimento dei miei tremendi doveri, colle orazioni, colle comunioni, cogli scritti, con le pitture, colle invenzioni di nuove pratiche a riparo delle offese di Dio, colle lettere e coi colloqui tendenti a dirigere tante anime sulle vie della perfezione cristiana »: ASRM. «A molta penetrazione di spirito » univa « la pratica di tutte le virtù »: cf. minuta di lettera del patriarca all’imperatrice, ACPV. Morì il 3-10-1887. È in corso la causa di beatificazione. Cf. G. Rocca, Marovich Anna, in Dizionario degli Istituti di perfezione, vol. V, Roma 1978, col. 1014; I. Lustrissimi, Riparatrici del Cuore Santissimo di Gesù, ibid., vol. VII, Roma 1983, coll. 1791-1792. |
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