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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!
Molto Reverendo Padre,1 Questa mattina sono venuti i nobili coniugi Pascotini2 all’Istituto, affine di prendermi, acciò visitassi l’asilo delle scuole infantili a S. Marziliano.3 Quantunque abbia fatto una notte cattivissima, pure ho creduto bene di condiscenderli. Veramente sono sorpresa dell’ordine e politezza, che ho trovata colà. Io ero intenerita dal piacere, per cui ho lodato la divina Provvidenza, che tanto veglia sopra di noi. Io credo proprio che la carità, versata su quegli infelici, servirà per riformare i costumi. Voglia il Signore benedire la premura di chi cerca il vero bene, qual è la coltivazione dello spirito, usando dei mezzi umani per giungere a questo, così avranno i successori nostri maggiori consolazioni. Mi disse lo stesso Sig. Pascotini ch’Ella non ha riscontrato a quella carta,4 e dimandommi il perché. Gli addussi che le Visite Patriarcali lo avevano tenuto occupato. Quantunque sia di questo persuasa, pure la prego di presto rispondergli. Le bacio la sacra mano ed ho l’onore di dirmi Umilis.ma
Dev.ma Obb.ma Suor Maria Rachele Guardini
Venezia li 17 Luglio 1839
A Monsignor Reverendissimo Il R.mo Monsignor Co. Roberto Balbi Cavaliere della Corona Ferrea S.P. Mani
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1 ASDR, reg. I [p. 55]. 2 Barone Carlo e Anna Bessich. 3 Nel 1836, principalmente per merito del Pascotini, di Michelangelo Codemo e del conte Venceslao Martinengo, sorse a Venezia la « Pia fondazione degli Asili di carità per l’infanzia », con lo scopo di custodire ed educare gratuitamente, tutti i giorni esclusi i festivi, bambini poveri di ambo i sessi, dell’età dai due ai sei anni, che non potevano essere curati dai genitori impegnati nel lavoro. Il primo asilo fu aperto nella parrocchia di S. Giovanni Battista «in Bragora» (1836); seguirono gli altri nelle parrocchie dell’Angelo Raffaele e di S. Marziale (1837); di S. Samuele (1838); di S. Giacomo dall’Orio (1839); successivamente alla Giudecca e a Castello. Il Pascotini fu presidente della fondazione fino al 1842. Gli successe il conte Nicolò Priuli. Questi alla sua morte (11-2-1854), lasciò all’opera 60.000 lire austriache, che costituirono l’inizio del patrimonio, accresciutosi poi per altri legati e donazioni: cf. P.L. Bembo, Delle Istituzioni di beneficenza nella città e provincia di Venezia, cit., pp. 30-34; AA.VV., La beneficenza veneziana. Note e memorie, cit., pp. 116-117. 4 Forse riguardava la pratica in corso per il riconoscimento della casa di Venezia come centrale. |
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