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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume II. LETTERE 1838–1839.
    • LETTERE 1839. 8 gennaio – 30 dicembre. nn. 18–220.
      • 139
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Mia Caris.ma Madre,1

Io sono persuasa che i R.di Conti Passi l’avranno fatta consapevole del rincrescimento che provai in non poterle baciare la mano, e spiacemi moltissimo la causa di ciò, e bramo sapere come si trova presentemente lo zio2 dell’ottimo mio Padre.

Io non ho potuto far senza di esclamare che il Signore lo ama, perché in un momento ch’egli gustare poteva del piacere avuto pel ricevimento del denaro di Sua Maestà la piissima nostra Sovrana,3 aggiungere poteva questo di vedere la Casa sua figliale a porsi in perfetta comunità, professando i voti;4


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ma a Dio piacque di visitarlo. Sia egli sempre benedetto, ed io credo darle gusto annunciandole che spero proprio di venire a passare una giornata con Lei attesoché il medico obbligommi ad allontanarmi un poco, e non sarebbe ciò possibile per gli affari dell’Istituto, pure venne concertato dai Superiori che farò un piccolo viaggetto onde andare a prendere delle giovani aspiranti all’Istituto.

Le dico con sincerità che godo in pensare di poterla personalmente riverire. Favorisca presentarmi doverosa al R.do Sig. Direttore e la prego di riverirmi la caris.ma sua Sorella,5 e salutarmi tutte le mie Sorelle ed anche le ragazze.

Piena di rispetto ho il contento di dirmi

Umilis.ma Dev.ma Obbl.ma Serva ed indegna Figlia

                    Suor Maria Rachele Guardini

 

Li 21/9 18396

T.p. Venezia 22 Set. – Vicenza 23 Set.

 

Alla Stimatis.ma Signora

La Sig.ra Redenta Olivieri

Degnis.ma Direttrice dell’Istituto
delle Maestre di Santa Dorotea

Vicenza





1 ASDV, I. 132; ASDR, reg. I [pp. 75-76].



2 Don Antonio Farina, figlio di Girolamo e Maddalena Disconzi. Pio e dotto sacerdote, per 30 anni ebbe la cura spirituale di Locara; divenne poi arciprete di Cereda, ove restò 20 anni. Morì il 28-9-1839. Il nipote don G. Antonio ricevette da lui l’educazione del cuore, l’amore allo studio e la carità verso i poveri; perciò nutrì per lo zio stima e devozione. In ogni circostanza difficile, gli chiedeva consiglio e, negli ultimi anni di vita, lo circondò di amorose cure: cf. S. Rumor, L’Istituto delle Suore Maestre di S. Dorotea, cit., pp. 12-13.

Madre Rachele più volte aveva invitato il Farina e la Olivieri a recarsi a Venezia, per assistere alla cerimonia della professione (cf. lett. nn. 127, 129, 130, 131, 132). Il 13-9-1839, insistette anche don Luca: « Faccia questo miracolo: si ricordi che ne ha il dovere, perché questa casa è sua come figliale». Il Farina, però, non volle allontanarsi dallo zio, gravemente ammalato. La sua assenza fu motivo di dispiacere a don Luca, a don Marco e alla Guardini, che ne compresero però la ragione e parteciparono al suo dolore.



3 L’offerta di 2000 fiorini: cf. lett. n. 132.



4 Cf. lett. nn. 136, 137, 138.



5 Maria Redenta.



6 La trascrizione della lettera porta la data 22-9-1839: cf. reg. I [p. 76].

 






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