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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume II. LETTERE 1838–1839.
    • LETTERE 1839. 8 gennaio – 30 dicembre. nn. 18–220.
      • 197
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Eccomi a farle esercitare la carità leggendo questa mia. Subito ch’Ella si è allontanato dall’Istituto, giunse la giovane operaria di Adria, la quale per l’ufficio, che ha da occupare, spero riuscirà bene.2

Ho pure ricevuto una lettera dalla Baronessa Cristani,3 la quale mi annuncia che la causa del suo ritardo è stata questa: hanno voluto i suoi parenti che la Sig.ra Bertolini facesse pubblica la dichiarazione di lasciare i suoi beni per la erezione dell’Istituto delle Suore di S. Dorotea, le quali debbano operare a pubblico vantaggio, versando la carità loro particolarmente sopra le indigenti.

Ora si è determinata la sunnomata Sig.ra di comperare uno stabile. Subito che avrà ciò avuto l’effetto, ella verrà, onde cominciare ad apprendere le regole, per poter ad altro tempo, se piacerà al Signore, essere fondatrice.

Mi dice che l’anello rifiutato da me, suo fratello4 non lo volle più, ma lo segnò come appartenente a me od all’Istituto.

Sappia la Sig.ria V.ra R.ma che oggi è qui stato il R.do D. Gerardini,5 il quale ha dimostrato tutto il contento, per


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poter attestare a Lei la subordinazione sua, eseguendo ciò che le ha imposto.

Nell’atto stesso giunse il R.do nostro Sig. Parroco,6 il quale bramava essere il precursore del sunnomato. Ho mostrato la mia gratitudine ad ambidue, ma più di tutto devo alla carità V.ra R.ma; prego il misericordioso Iddio, acciò ricompensata sia eternamente.

Per non omettere ciò ch’è sua volontà, mi sono alzata e dissi confidentemente al Signore che Gli chiedo ciò ch’Ella mi ha comandato: sì, voglio la salute – dissi – e nella certezza di esserne esaudita, perché debbo obbedire, ho manifestato a Maria Rosa7 il desiderio mio di andare a pregare Santa Veronica, onde mi ottenga dal misericordioso Iddio quello spirito d’amore e di obbedienza dei quali ella era vestita.

Maria Rosa pare che trovasi in buona disposizione di graziarmi; io me ne sto zitta, aspettando da lei quello che il Signore le ispirerà. Se ciò non avrà effetto, ne ringrazierò Iddio.

Prego la di Lei bontà ad ottenermi dal Signore le dette grazie, per mezzo della Santa. Favorisca presentarmi ossequiosa all’Eminentissimo Patriarca, al quale bacio il Sacro Anello e lo prego della carità d’impartirci la paterna benedizione.

Le bacio la sacra mano ed ho l’onore di dirmi

Umilis.ma Dev.ma Obb.ma Serva e Figlia

                            Suor Maria Rachele Guardini

Venezia li 3 xbre 1839

 

A Monsignore Reverendissimo

Il R.mo Monsignor Co. Roberto Balbi

Cavaliere della Corona Ferrea – S.P.Mani




1 ASDR, reg. I [p. 113].



2 Cf. lett. n. 185. La giovane dopo 18 giorni ripartì, perché Madre Rachele non la ritenne idonea all’Istituto: cf. lett. n. 212.



3 Maria Teresa.



4 Giovanni Cristani. Cf. lett. nn. 210, 329.



5 Il confessore ordinario don Francesco Driuzzo, da molti giorni ammalato, fu sostituito da don Angelo Gerardini (cf. lett. n. 198), che divenne poi confessore ordinario della casa. Cf. Almanacco Ecclesiastico della Regia Città ed Archidiocesi di Venezia per l’anno 1841, cit., p. 38.



6 Don Carlo Gidini.



7 Sanfermo: cf. lett. n. 198.





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