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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume II. LETTERE 1838–1839.
    • DOCUMENTI 1838–1839. nn. 1–38.
      • 12. Lettera di don Luca al Farina.
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12. Lettera di don Luca al Farina.1

 

Viva G. e M.

 

Molto Rev.do Sig.re

Bisogna in tutto adorare i giudizi di Dio, e ritenere sempre il meglio quello che a noi succede. Ma io temo che l’Imperatrice non abbia visitato l’Instituto a Venezia,2 perché non si sono presentati a domandarla come io aveva scritto a Monsig. Balbi e come fece V.S. per Vicenza. Io ho confidato molto nell’attività di V.S. che, trovandosi in tale circostanza a Venezia, animasse a far questo. Non si può dir altro che volontà di Dio. La Madre Maestra3 si lamenta perché non sia andato a Venezia. Io per questo era andato a Verona e l’andar anche a Venezia per una semplice visita già promessa mi sembrava un giudicare tutti buoni da niente; molto più che anche prima la cosa era combinata così.4


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Quanto a quello che mi scrive di raccomandare alla M. Maestra di contentarsi delle vecchie e di non esiger troppo, mi sembra meglio che sia V.S. che glielo scriva.5

Adesso dopo la visita costì di S.M. mi sembra che si potrebbe cominciare ad assumere qualche Parrocchia perché le Suore possano prendere lo spirito dell’Instituto. Sarebbe anche utile che cercasse d’instruirle di quello spirito perché possano divenire l’anima della Pia Opera, altrimenti avremo delle buone figliuole, delle ottime maestre, ma non avremo l’Instituto animatore della Pia Opera, impresa di maggior conseguenza che non si crede.6

E la Tonina7 si dispone ad andar a Venezia? Quella bisognerebbe


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che si abilitasse maestra e poi vi andasse. Mille ringraziamenti per quanto ha fatto. Le raccomando la Rachele. Veda di tenerla confortata nella presente vocazione, perché mi sembra nata fatta ed ha ottenuto quello che difficilmente avrebbe potuto altri ottenere.8 Mi raccomandi al Signore e mi creda

                                               di V.S.R.

                 D.mo Obb.mo Servo

                                                             Se Luca Passi

 

Bergamo li 24 8bre 1838

T.p. Bergamo 25 Ott. – Vicenza 26 Ott.

 

Al Molto Rev.do Signore

Il Sig. D. Antonio Farina

Professore nel V. Seminario – Vicenza

 

Postilla del Farina:

28 8bre. Risposto che si parlò a Venezia col Cappel.no di Corte per la visita a Venezia, che S.M. partì a bella posta, ed altri la condusse in altro luogo di S. Dorotea; che non si possono mandare Maestre alle parrocchie, perché ciò vien sentito male dai Parrochi.





1 ASDV, I. 103.



2 Cf. lett. nn. 10, 11.



3 Madre Rachele.



4 Nelle «Memorie storiche» dell’Istituto di Vicenza, 1838, p. 90, leggiamo: «Il Co. Luca era stato a Venezia a vedere le sue cose dopo una lunga peregrinazione in Tirolo, dove avea date le Missioni. Passando per qui si fermò presso di noi, e conchiuse che dovessimo portarsi a Venezia al momento che ci fossero le loro Maestà, perché colà potesse il Farina disporre di alcune cose per modo, che se una visita per avventura avesse luogo non si facesse cattiva figura. Furono adunque così predisposte le cose. Ei si partì per Bergamo dove doveasi fermare pochi giorni. Quando poi S.M. fosse a Verona, Egli sarebbesi colà portato per prestare omaggio all’Augusta Imperatrice e ringraziarla di quanto operò a favor nostro. Così adunque fu fatto. Appena poté aver un’udienza, mi fece consapevole ogni cosa per lettera».

Di fatto, don Luca il 28-9-1838 da Verona scrisse al Farina: «Adesso ho avuta l’udienza di S.M. l’Imperatrice, mi ha parlato con stima grande dell’Instituto suo, e mi ha promesso di visitarlo. V.S.R. vada dalla Gran Maggior Donna che era presente e la preghi che S.M. si degni d’una sua visita. Questa medesima è quella che mi ha ottenuto l’udienza. Stenda poi un bel articolo, e lo mandi al Cattolico, e vi unisca anche la lettera di protezione. Aspetti a scrivermi a Bergamo dopo la visita»: ASDV, I. 101.

In calce alla lettera si legge la postilla del Farina: «Il giorno 1° 8bre visita dell’Imperatrice, e Vice Regina».



5 Forse il Farina a Venezia aveva notato che Madre Rachele era troppo esigente circa l’osservanza regolare, oppure aveva sentito le lamentele di qualche suora anziana. Don Luca riteneva più opportuno che intervenisse lo stesso Farina, da cui la casa filiale dipendeva. Inoltre, conoscendo la vera situazione, approvava la direzione di Madre Rachele, di cui fa l’elogio.



6 Don Luca esprime chiaramente il suo pensiero circa le finalità e lo spirito dell’Istituto, che doveva essere principalmente «l’animatore della pia Opera», e le Suore «l’anima della Pia Opera» (cf. docc. nn. 19, 26, 31, 33).

Si può scorgere in questo una certa diversità di vedute o di accentuazione tra don Luca e il Farina. Questi proveniva dall’esperienza della sua Scuola di Carità, e quando fondò l’Istituto delle Suore Dorotee, pur accogliendo nelle finalità la Pia Opera, di fatto restò preponderante l’attività scolastica (cf. doc. n. 35). La diversità di vedute pesò negativamente nei tentativi di fondazione delle case filiali di Bassano e di Lonato.



7 Cf. doc. n. 14.



8  Questo riconoscimento all’opera di Madre Rachele era giusto e meritato. Ella infatti, in due mesi e mezzo, era riuscita ad organizzare la nuova comunità, e ad avviare un intenso programma di attività apostolica.






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