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Vincenzo Carbone Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini IntraText CT - Lettura del testo |
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18. Lettera di don Luca al Farina.1
Viva G. e M.
Venezia li 2 Feb. 1839
Stimat.mo e Rev.do Amico Car.mo Qui le cose sono sopra modo benedette. Si vede l’opera del Signore.2 La Rachele non può far meglio.3 Siane benedetto il Signore. Ho adempiuto le sue parti con Monsig.re4 che le domanda scusa se non l’ha ringraziato dei fogli di Lugano,5 ma è stato incomodato. Siccome credo di trattenermi una sera a Ferrara, e sarà giovedì prossimo, così favorisca a posta corrente di mandarmi una lettera della C. Beatrice Salvi6 diretta a chi può promuovere l’opera da cui mi porterò. Mi saluti tutte e mi faccia la carità di far pregare lunedì molto il Signore perché si tratta un’opera grande. Mi creda Suo Um.mo Servo Se Luca Passi
Al Molto Rev.do Sig.re Il Sig. D. Antonio Farina Professore nel V. Seminario Vicenza
T.p. Venezia 2 Feb. – Vicenza 3 Feb.
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1 ASDV, a I. 315. 2 Cf. lett. nn. 29, 32. Le «Memorie storiche» dell’Istituto di Vicenza, 1839, p. 15, annotano: «Ora con tutte siffatte evenienze [cf. doc. n. 17, nota 1] e con molte limosine che da buoni si profondeano, e dal Patriarca specialmente si seminavano, qual meraviglia, se l’Istituto prosperava, e bei frutti si raccoglievano. Senti le parole del Conte Luca in una sua lettera 2 Feb.o: Qui le cose etc.». 3 Il 24-10-1838 don Luca aveva scritto al Farina che Madre Rachele aveva ottenuto quello che altri difficilmente avrebbero potuto ottenere: cf.doc. n. 12. 4 Balbi. 5 Cf. docc. nn. 11, nota 2; 16, nota 2. Nelle «Memorie storiche» di Vicenza, 1839, p. 10, si legge: «Mons. Balbi non rispose veramente, perché occupatissimo, e poi non è persona da calcolare per siffatte specie di gentilezze. In lui leggi il cuore, e basta». 6 Le «Memorie storiche», 1839, p. 15, annotano: «Furono eseguiti i suoi ordini. La Contessa Beatrice estese una bellissima lettera, che il Farina spedì poi a Venezia aperta perché pure il Passi la leggesse. Ma fatto sta che in passando per Ferrara non poté egli alla magione rinvenire la persona a cui era diretta. Cosicché dovette il Conte Luca lasciarla al palagio perché al suo arrivo gliela consegnassero. E nel secondo ritorno per Ferrara avvenne la stessa sconciatura. Per lo che nulla si poté fare, e nulla poi anche in seguito si seppe». Cf. doc. n. 20 postilla. |
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