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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

IntraText CT - Lettura del testo

  • Volume II. LETTERE 1838–1839.
    • DOCUMENTI 1838–1839. nn. 1–38.
      • 20. Lettera di don Luca al Farina.
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20. Lettera di don Luca al Farina.1

 

Viva G. e M.

 

Molto Rev.do Signore

Eccomi ad anticiparle (almeno io credo) una consolante notizia. La congregazione dei Vescovi e Regolari ha opinato di approvare la instituzione delle Suore.

Eccole un paragrafo di una lettera di Roma: «Ho trovato che appunto la pratica mossa dalla Città di Vicenza è davanti alla Congregazione dei Vescovi e Regolari la quale ha opinato di approvare l’instituzione in genere, ma non le regole (ed è appunto quello che si desidera) in particolare volendo dar luogo ad un più maturo esame, ed esperimento».

Se credesse di farla raccomandare presso Sua Santità, potrò farlo. Me lo scriva a Venezia. Non so se l’instituto mandato da Lei a Roma sia intitolato delle Maestre di S. Dorotea, o delle Suore di Santa Dorotea. Il secondo comprende meglio i due ceti.2 Al presente si potrebbe rimediare avanti che si faccia il decreto.

Se facesse una gita a Venezia, intanto che mi troverò là, che bella cosa! Mi riverisca il Sig. Rettore e Confessore, la Sig.ra Superiora,3 il Sig. Felice;4 mi saluti tutte le suore e dica loro che mi raccomando come a prime pietre del mistico edificio che si lascino dunque lavorare alla gloria di Dio.


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Ieri si è terminata l’organizzazione di tutta la città, adesso vengo dalla presentazione a Maria SS. di tutte le ragazzine della Parrocchia di S. Giovanni. Lunedì di Pasqua si presenteranno tutte le Parrocchie riunite, Maestre e ragazzine, al Vescovo. Qui si è ottenuto in 13 giorni quello che a Vicenza non si è ancora potuto ottenere in 12 anni.5 Unusquisque proprium donum habet etc.6


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Mi raccomandi al Signore, e mi creda

                                             di V.S.R.

              Um.mo Obb.mo Servo

                                                           Se Luca Passi

 

P.S. Mi riverisca la Sig. C. Beatrice7 e le dica che vederò di fare qualche cosa adesso a Ferrara, almeno se la diligenza non passerà di notte.

 

Ancona li 24 Marzo 1839

 

 

 





1 ASDV, a I. 331.



2 Le maestre e le operaie: cf. doc. n. 26.



3 Madre Olivieri.



4 De Maria.



5 Nella lettera del 19-12-1838, don Luca, comunicando al Farina lo sviluppo della Pia Opera a Savona, aveva concluso: «Ecco dove meno si crede tutto si ottiene, e dove vi sembra esservi tutto si trovano mille difficoltà»: doc. n. 14. Le «Memorie storiche» dell’Istituto di Vicenza, 1839, pp. 17-18, accennano ai motivi della difficile affermazione della Pia Opera: «E pure ad onta di tutti questi stimoli la pia Opera a Vicenza non è cosi florida. Anzi dobbiamo dirlo con vero rammarico deperisce per modo che continuando il suo passo da qui ad un anno ella non sarà più. Donde avviene questo strano accidente? Nel difetto della Istituzione? No certo. Dalle teste dei Parrochi. Prima di tutto bisogna conoscere questo prurito vicentino di fare tutti per sé, e per conseguenza di erigere ciascheduno un tribunale egoista. La pia Opera è una buona istituzione, gridano alcuni. Io la voglio stabilire nella mia Parrocchia. Ma non mi vanno a sangue quelle mensili sedute, non mi piacciono que’ parziali regolamenti. E così chi distrusse un Capitolo, chi ne annovera un altro, e ciascheduno forma un pasticcio a sua posta. È da ciò che qui non avrà mai radice. E poi ci vogliono opere, e non parole. Non bisogna dire solo farò, ma faccio, e continuare fino all’ultimo istante. Le cose raffreddate cadono per sé, qualora altri non le sostengano. Aggiungesi adunque alla pretensione di alcuni la inerzia degli altri, la quale è più grande assai di quello si crede, e vedremo se così possono durare le cose. In parrocchia di S. Pietro la ignavia parrocchiale è certo spinta all’eccesso, e quel benedetto uomo non so che si pensi, e che si voglia […]. Ma allo infortunio che prova la pia Opera in questa Città altra causa pure si dee cagionare, ciò è la infermità dei preposti da Mr Vescovo. Il sopra sorvegliatore […] è Mr Cogolo, uomo implicatissimo in varietà di negozi, e poco atto a disimpegnarne uno qualunque […]. Le cose adunque procedono a meraviglia senza freno, e senza legge. Che cosa dobbiamo adunque sperare in così fatto emergente?».



6 1 Cor. 7, 7.



7 Cf. doc. n. 18.






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