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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 229
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Le dissi già nell’altra mia2 che le continue benedizioni, che il caro Gesù versa sopra quest’Istituto, mi confondono, per cui non so che dire, indegna riconoscendomi.

Ho fatto in particolare pregare per Lei, nonché per tutta la carissima sua famiglia; e poi ho cominciato un Settenario alla Santissima Vergine pel Sig. Osculati3 che farogli fare da tutte la Santa Comunione.

Riguardo alle Hadin, la maggiore avrebbe l’età, e capace sarebbe d’imparare presto il francese; ma come fidarsi della sua testa?

La stessa ebbe la disgrazia di prima sentir l’impulso carnale che la grazia, essendo vissuta senza niuna religione fino ai 16 anni, per cui mi è necessaria una sorveglianza particolare sì a questa che a Flavia.4

La seconda Hadin sente più prontamente il desiderio della virtù, ed ha moderato tanto quella sua alterigia, ma è giovinetta, ha soli 15 anni, e 14 passati nelle tenebre dell’ebraismo; dessa necessitale coltivazione; pure ponderi la cosa e la consulti con Dio, e poi disponga ciò che crede.

Godo sommamente che l’Istituto di Genova abbia la fortuna


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di prestare la sua carità in due capi della città; così quei luoghi hanno l’aiuto spirituale.5

È venuto il Decreto colà di Casa Centrale? Io spero di sì. Siane ringraziato Iddio!

Godo che Como abbiale dato motivo di consolarsi.6 Il buon Gesù ha trovato necessario confortarla, perché sempre più animato Ella operi per la sua gloria.

Sorpresi, vedendo che annunciami non trovare nella lettera del 6 la bambina che si vuol lasciar condurre. Ah, caro Padre, purtroppo io faccio come i bambini che, allettati dalla maniera di qualcuno, danno ciò che tengono, e quando si


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trovano privi di ciò, che possedevano, piangono. Sì, la figlia sua sente tutta la tristezza nella situazione sua presente, ma coll’aiuto di Dio tien salda la volontà di solo volere quello ch’Egli vuole, per cui s’ella potesse togliersi da questo stato, non lo farebbe per timor di opporsi al divino volere.7

Raccomandi al Signore Maria Rosa,8 acciò ella possa farsi de’ meriti, soffrendo pazientemente i dolori, particolarmente nelle reni, per cui le fu fatta un’emissione di sangue. Dimani le metteremo le sanguisughe. Trovasi a letto da domenica e non può muoversi. A gloria di Dio le dico ch’io tengo anche il suo posto.9 Sembra impossibile a tutte come possa reggermi, eppure sto bene. Ella ringrazi per me Iddio, e mi presenti doverosa a tutti della rispettabile sua famiglia. Piena di rispetto mi segno

Umilis.ma Dev.ma Obbl.ma Figlia

                                  Suor Maria Rachele Guardini

 

Venezia li 14 Gennaio 1840

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. Co. D. Luca Passi
Bergamo

 





1 ASDR, reg. I [pp. 137-138].



2 Del 6-1-1840: lett. n. 223.



3 Girolamo, benefattore dell’Istituto: cf. lett. n. 456.



4 Cf. lett. n. 177.



5 In un attestato (10-5-1840) del card. Placido Tadini, arciv. di Genova, si legge: « Quest’Opera stabilita fino dall’anno 1829 per le cure del zelantissimo Sig. Abate D. Luca Passi Institutore e Promulgatore di essa, forma tuttora un oggetto della nostra maggior consolazione […] ha ormai sotto la sua sorveglianza nella Città quasi tre mila ragazze delle più abbandonate, le quali mediante le cure delle Sorvegliatrici e delle Assistenti componenti la pia Opera sono indirizzate alla frequenza dei Sacramenti, della dottrina cristiana e delle scuole, e tolte così al pericolo di diventare preda del vizio e della corruzione.

Ella è poi quest’Opera anche commendevole per questo che senza bisogno di mezzi o spese temporali riesce a procurare il vero utile spirituale d’un gran numero di Zitelle »: ACIVCSVA, R/10.



6 Forse si riferisce al triduo predicato a Como da don Luca e don Marco « a entrambi gli Oratori dei figli e delle figlie di S. Raffaele e di S. Dorotea »: cf. lett. del 16-12-1839 di don Marco alla Marini, in P. Guerrini, Le Dorotee di Brescia, cit., lett. n. 10, p. 41. Ivi, nella data è incorso un errore: è segnato 1838, invece di 1839.

La Pia Opera era stata istituita a Como nel 1827 da don Luca e don Marco dopo un corso di missioni al popolo: cf. I. Lustrissimi, Rossi Maria, in Dizionario degli Istituti di perfezione, vol. VII, Roma 1983, col. 2044.

Don Luca era soddisfatto di quanto aveva realizzato a Como la signora Laura Rivolta, che aveva istituito una scuola per ragazze, con maestre che attendevano alla Pia Opera: cf. lett. del 1840 alla Marini, in P. Guerrini, op. cit.,  n. 11, p. 42.



7 Cf. lett. n. 227, nota 4.



8  Sanfermo.



9 Di economa: cf. lett. n. 140, nota 4.







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