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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 252
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

È da gran tempo che sogno di viaggiare per certe montagne; anche la notte antecedente al ricevimento della di Lei a me cara lettera, segnata in data 2 Marzo, io avevo viaggiato per un alto monte, ed obbligata a discendere da quello, ne sentivo somma paura, ed andavo tra me stessa pensando (sempre in sogno) quanto facilmente s’innalza l’anima, assistita dalla divina grazia, e quanto soffre quando, per le nostre cattive inclinazioni, vogliamo attirarla al basso.

Avevo ciò raccontato a Maria Rosa ed a qualche altra, quando mi giunse la sunnomata, che parla del loro viaggio sulle montagne e delle riflessioni fatte sopra quelle.

Noi stiamo sufficientemente bene, ma recaci molta pena lo studio. In giugno amerei che venissero patentate almeno 4 ed in questo numero trovomi anch’io.2 Sono contenta di sostenerli per obbedire, quand’anche fossi certa di far pessima figura.

Troppo mi preme togliermi da questo peso, onde non dover operare con ansietà, essendo questa maniera contraria allo spirito di pace, dallo Spirito Santo infuso nelle anime che cercano solo Dio.

M’assicuro che la Sig.ria V.ra R.ma leggerà il qui accluso viglietto con sorpresa, perché io non so ancora persuadermi che ciò sia, e scorgo un miracolo della Provvidenza.3 Oh!


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quanto m’intenerisce il vedere che Dio piove tante benedizioni sopra un’ingrata qual io sono.

Le Tirolesi non hanno risposto; ho accettato una povera delle montagne del Cadore; spero potrassi civilizzarla, e formarla utile alla società.4 Questa è adatta per far trionfare l’opera dell’onnipotenza! Ho consultato Monsignore, indi ho scritto alla Baronessa Teresa Cristani.5

Favorisca presentarmi doverosa al R.do Co. D. Marco, e lo preghi della carità di non dimenticarmi a Dio Signore, acciò mi conceda una volta la grazia di corrispondere a tanti benefici, che piove sopra di una miserabile qual io sono.

Le bacio rispettosamente la sacra mano, e la prego di tutte benedirci

Umilis.ma Dev.ma Obbl.ma Figlia

                                  Suor Maria Rachele Guardini

Venezia li 17 Marzo 1840

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. Co. D. Luca Passi – Bergamo6




1 ASDR, reg. I [pp. 153-154].



2 Cf. lett. n. 248.



3 Forse mons. Balbi le aveva comunicato che la casa di Venezia era stata riconosciuta come centrale, oppure le aveva inviato gli 11 napoleoni di oro, donati da un benefattore: cf. lett. n. 253.



4 Cf. lett. n. 255.



5 Cf. lett. n. 251.



6 Probabilmente l’indicazione « Bergamo » è errata. Forse mancava nella minuta ed è stata aggiunta nella trascrizione tardiva. Pare infatti che in quei giorni don Luca non fosse a Bergamo. Il 14 marzo egli scrisse al Farina e alla Madre Rachele da « Stato Pontificio – Terni »: cf. doc. n. 46.

Il 19 marzo Madre Rachele, riferendosi agli sviluppi della Pia Opera a Roma e a Fermo descritti da don Luca, osserva: [Balbi] « lesse con sommo piacere le benedizioni, che Dio costì sparge sopra la Pia Opera »: lett. n. 254. Bisogna quindi supporre che don Luca si trovasse ancora in quei luoghi. La conferma ci viene dalla lett. n. 260, che Madre Rachele il 31-3-1840 indirizzò a don Luca a Roma.






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