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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 255
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Viva il Cuor di Gesù  e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Eccomi ad adempire un dovere, partecipandole la venuta d’una giovane Cadorina; questa è rozza, ma piena di buona volontà, giovane sana e che mostra talento, perciò spero che, dopo che avrò coll’aiuto di Dio sostenuto fatica per educarla, diverrà utile all’Istituto e atta per promuovere la gloria del Signore.2

Ieri ho ricevuto una lettera dall’ottimo fondatore Conte Don Luca, nella quale scorgo le benedizioni che Dio piove sopra la pia Opera. Egli mi commette di trascriverle3 i due brani di lettere, una ricevuta da Roma e l’altra dalla città di Fermo. Ecco quanto mi viene annunciato.

« Riguardo alla pia Opera noi siamo nelle più felici circostanze di poterla generalizzare in tutta Roma. I Curati delle Parrocchie ove è stata stabilita ne sono sempre più contenti, ed abbiamo fondata speranza di avere a Sopra Sorvegliatrice G.le una piissima Principessa ».4


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« Pieno di giubilo vi scrivo per darvi le più felici notizie della solenne funzione di questa mattina (12 Marzo). Si può dire che la pia Opera con questa istituzione5 ha fatto un passo da gigante. Ne ho vedute tante delle Istituzioni, ma questa non fu inferiore ad alcuna.

Alle ore 13 Sua Em.za il Cardinale Arcivescovo6 venne alla Chiesa dei RR. PP. Filippini. Celebrò la S. Messa, dispensò la SS. Comunione a tutte le incaricate, e prima della Comunione tenne un breve discorso assai patetico prendendo


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l’argomento dal Vangelo del giorno che parla della fede della Cananea.

Erano le pie Operarie circa 150. Intervennero tutti i Parrochi ed assistettero alla funzione in cotta. Erano concorse dalle nove Parrocchie con le loro Sorvegliatrici ed Assistenti anche le figlie. Furono distribuite in bell’ordine. Anche i Reverendi PP. Filippini assistevano in cotta. Molto popolo concorso se ne stava spettatore manifestando segni del più vivo commovimento.

Finita la Messa si cantò in musica la canzoncina Come è bello etc.7 messa appositamente in musica dall’ottimo Cavalier Cordella. Poi l’Arcivescovo fece l’estrazione delle Sante protettrici da assegnarsi a ciascuna Compagnia. Terminata la quale Sua Em.za fece un discorso di esortazione e di congratulazione; colla sua impareggiabile eloquenza parlò in modo da cavare le lagrime; ribatté in fine tutte le difficoltà, ed animò tutte da Apostolo ad esercitare la carità; fece osservare sapientemente la circostanza del tempo santo di Quaresima in cui Gesù venne col suo Sangue a diffondere la carità, e finalmente l’Arcivescovo, prima di venire alla Benedizione, fece a nome di tutti un’orazione a Dio, a Maria SS. e a S. Dorotea. E si terminò col canto del Te Deum ».8

Si vede in ambidue il buon Gesù che opera, l’impegno dei R.di Curati ed anche di Sua Em.za l’Arcivescovo: non può essere umano; si veggono spinti da impulso superiore.

Noi ne abbiamo ringraziato Iddio e lo preghiamo ad accrescere quelli nel santo amore ed a concederlo a tutti quelli


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che non l’hanno. La stagione si fa buona; mi raccomando a Lei, acciò la mia buona madre9 mantengami la promessa.10

Le bacio unitamente alle mie figlie la sacra mano, e la prego di tutte benedirci. Favorisca salutarmi tutte le mie sorelle ed anche le ragazze

                                                                     di Lei
           Umilissima Dev.ma Obbl.ma
                                                       Serva ed indegna Figlia

                                     Suor Maria Rachele Guardini

 

Venezia 20 Marzo 184011

T.p. Venezia 21 Mar. – Vicenza 22 Mar.

 

Al Molto Reverendo Signore

Il R.mo Sig. D. Antonio Farina

Professore di Teologia Pastorale
Vicenza





1 ASDV, I. 149; ASDR, reg. I [p. 156]. Il Farina rispose il 23 marzo: cf. doc. n. 47.



2 Cf. lett. n. 252.



3 Cf. doc. n. 46.



4 Nel 1836, la Pia Opera era stata istituita in 4 parrocchie di Roma: cf. lett. di don Luca al Rosmini, 19-11-1836, ARS.

Don Luca ebbe molto a cuore lo sviluppo della Pia Opera in Roma e lo seguì con cura (cf. lett. nn. 269, 270, 283). Il 22-5-1840, scriveva al Farina: « Raccomandando al S. Padre la pia Opera, che si stabilisce in dodici Parrocchie di Roma, mi disse: Farò quanto posso. Sono consolanti parole nel Vicario di G. C. »: doc. n. 54. Dall’affermazione della Pia Opera in Roma don Luca si attendeva grande vantaggio per la conoscenza e la diffusione di essa anche all’estero.

Le Suore della Frassinetti, appena si stabilirono a Roma (1841), assunsero subito la direzione della Pia Opera in 7 parrocchie: cf. P. Frassinetti, Lettere, Roma 1985, lett. n. 3, p. 3; Memorie intorno alla Venerabile Serva di Dio Paola Frassinetti, cit., p. 55.



5 Nella città di Fermo.



6 Gabriele Ferretti, nato in Ancona (31-1-1795) da Oliverotto e da Flavia Manciforte Sperelli. Fu alunno del Collegio Tolomei di Siena; passò poi a quello di S. Carlo in Ancona per gli studi ecclesiastici, che proseguì a Roma, al Collegio Romano. Il 1-6-1817 venne ordinato sacerdote e il 27-4-1827 eletto vescovo di Rieti. Nel 1833 fu inviato nunzio apostolico presso Ferdinando II re di Napoli. Da Gregorio XVI fu nominato poi vescovo di Montefiascone e Corneto, ma non raggiunse mai la sede, essendo stato destinato quasi contemporaneamente vicario e amministratore apostolico di Fermo, di cui divenne (22-9-1837) arcivescovo. L’8-7-1839 fu creato cardinale e nel 1842 fu nominato prefetto della Congregazione delle Indulgenze e SS. Reliquie. Il 5-7-1847 divenne Segretario di Stato. Il 18-1-1848 assunse la legazione di Ravenna. Nel 1852 fu nominato Penitenziere maggiore, e nel concistoro del 12-9-1853 optò per la sede suburbicaria di Sabina. Morì il 13-9-1860: cf. M. De Camillis, Il Card. Gabriele Ferretti, in «L’Osservatore Romano», 13-9-1940.

In un attestato (ACIVCSVA), rilasciato il 23-5-1840, il Ferretti descrive l’istituzione della Pia Opera a Fermo, di cui nominò direttore generale don Luigi Pantanelli, sacerdote della Congregazione di S. Filippo Neri.



7 Cf. lett. n. 3, nota 10.



8  Questi due brani non furono riportati nella trascrizione del reg. I [p.156], perché in quel tempo si conservavano le lettere, dalle quali erano stati stralciati.



9 Redenta Olivieri.



10  Di una visita alla casa di Venezia.



11 Nel reg. I [p. 156], la copista è incorsa in un errore, scrivendo 26 marzo 1840.





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