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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 266
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Mia Cara Madre,1

Prima d’ora le avrei scritto per anticiparle gli auguri di felicità e di benedizione in occasione delle Sante Feste Pasquali, ma mi sono riservata, nella speranza di poterle personalmente baciare la mano.

Era fondata questa mia lusinga sulla certezza che, trovandosi il Sig. Direttore2 in questi giorni libero dalla Scuola, le avesse dato coraggio ad eseguire la promessa,3 essendo la stagione favorevole; ma deluse restarono le mie aspettazioni. Eccomi perciò ad effettuare quello che prima avrei fatto. Io prego l’Amante Divino a volerla, nelle prossime Sante Feste, inebriare del santo suo amore, per cui piena di questo accenda tutte quelle che alla di Lei carità sono affidate.

Favorisca presentarmi doverosa al R.mo Sig. Direttore; mi riverisca la sua Sorella4 e tutte anche le mie, pregandole della carità di raccomandarmi a Dio Signore, acciò possa sempre adempire la sua volontà.

Ero per dar fine a questa mia, quando ho sentito con piacere dal R.do Sig. D. Magrini5 loro nuove, che mi sono


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carissime; ma sono restata sorpresa, vedendo ch’Ella non ha approfittato di così bella occasione; perché non è venuta con sì buona compagnia? Perdoni, il desiderio di rivederla mi fa passare i limiti della civiltà; a me non si compete, il conosco, chieder i motivi dell’operar suo; solo dirolle che per noi sarà un bel giorno, quello che potremmo baciarle la mano.

Mi faccio piacere narrarle che tra l’ottava di Pasqua vestiranno l’abito 3 giovani ed una professerà.6 Godo anche parteciparle che il giorno 29 del prossimo mese avremo la visita pastorale di Sua Eminenza l’ottimo Cardinale.7

Con tutto rispetto ho l’onore di dirmi

     Umilis.ma Obbl.ma Serva e Figlia

                                   Suor Maria Rachele Guardini

 

Venezia li 16 Aprile 1840

 

Alla Stimatissima Signora

La Sig.ra Redenta Olivieri
Direttrice nell’Istituto delle Maestre di S. Dorotea a Vicenza




1 ASDR, reg. I [p. 163].



2 Don G. Antonio Farina.



3 Di una visita alla casa di Venezia: cf. lett. nn. 154, 155, 181, 244, 249.



4 Maria Redenta.



5 Don Antonio, nato a Vicenza (3-10-1805) da Marco e Teresa Franco. Dopo l’ordinazione sacerdotale (20-7-1828), fu nominato maestro in seminario. Il 20-2-1829 passò alle scuole elementari maggiori. Nel 1861 ottenne la cattedra di professore catechista nel ginnasio-liceo, e nel febbraio 1865 quella di geografia e storia nel ginnasio dei SS. Gervasio e Protasio di Venezia. Nel 1866 accettò la stessa cattedra a Gorizia, dove rimase fino al marzo 1869. Ritornato in patria, morì il 7-1-1872. Per i suoi scritti, meritò il nome di rerum nostrarum Varro alter. Fondò in Vicenza la Congregazione di mutua carità fra i sacerdoti e fu presidente della Commissione per la conservazione delle cose patrie. Fu socio di varie istituzioni ed accademie: cf. S. Rumor, Gli scrittori vicentini dei secoli decimottavo e decimonono, vol. II, Venezia, Tipografia Emiliana, 1907, p. 241.



6 Il 7-5-1840 vestirono l’abito religioso Anna De Micheli, Teresa Nicolodi, Sofia Ziller: cf. lett. nn. 277, 278, 279, 280. Non risulta che in quello stesso giorno sia stata fatta una professione.



7 Monico: cf. doc. n. 55.





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