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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 287
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Eccomi ad adempiere un dovere, dandole nuove della visita che Sua Eminenza, l’ottimo nostro Cardinale Patriarca, fece ieri.2

Egli si portò, alle ore 10 antimeridiane, a visitare la chiesa del SS.mo Nome di Gesù da Catullo.3 Poi passò a S. Andrea, succursale di S. Nicola da Tolentino, e da colà poteva con più prontezza venire da noi, prima che dalle Convalescenti;4 ma diede ordine al Maestro di cerimonia di lasciarci le ultime, perché voleva con quiete trattenersi tra noi.

Quando giunse, eravamo ai piedi della scala col 


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Padre Confessore5 e col Padre Casimiro6 affine di riceverlo.

Ha egli cominciato dal visitare gli altari, ed in quest’occasione ci diede la Pastorale Benedizione; poi visitò i sacri arredi e, compiuta la visita, chiamommi e dissemi che provava piacere in vedendo provveduto così bene il culto esterno del Signore, e desiderommi ogni benedizione.7

Egli era seguito da più di venti persone tra Canonici e Sacerdoti. Io vedevo lo zelante nostro Superiore Monsignor Balbi a compiacersi per quello che udiva dalle labbra del Sacro Pastore, ed io provavo pena, perché credevomi causa delle bugie che involontariamente diceva, encomiando la Rachele che poveretta si conosce.

In quest’occasione erano riunite le Sorvegliatrici ed Assistenti, che contano il numero di 50. Spiacevami dover fare l’ardita, perché avrei bramato che il Sig. Parroco8 od il Sacerdote Assistente9 avesse parlato, ma vedendo che niuno favellava sopra l’argomento Pia Opera, presi coraggio, gli presentai il Prospetto, dicendogli che si erano riunite per ricevere dalla carità sua la Pastorale Benedizione.

Egli mi fece varie interrogazioni sopra i progressi suoi, e poi mi chiese se doveva parlare loro. Risposi che non osavo ciò domandare, ma che utile sarebbe stato. Di fatti egli le animò, colle parole del Santo Vangelo, alla perseveranza ed al fervore; annunciò pure loro che tra non molto la Sig.ria V.ra


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R.ma sarebbe ritornato, per vedere se il campo, affidato a noi, viene lavorato bene; perciò le pregava tutte [di] voler a gloria di Dio essere sollecite, affinché possa avere la consolazione di vederne buoni frutti.

S’internò nell’Istituto, visitò anche la scuola esterna. Vedendo ch’era per partire, temevo che si scordasse di visitare i privilegi10 ed i registri; avvisai Monsignore, che ne fece a Sua Eminenza cenno, ed ebbe allora la bontà di dirmi che gli era caro il pensiero di ritornare per quello che aveva promesso alla Paternità V.ra R.ma,11 nel qual giorno avrebbe avuto a cuore i privilegi; e m’impose di tanto riverirla.

Sono a pregarla, se può, di chiedermi da Sua Santità due Indulgenze: una, che baciando o facendo baciare la medaglia, che porto dei Sacri Cuori e di S. Dorotea, vi sia annessa un’Indulgenza; e la seconda, che mi fosse permesso avere nella stanza, che abito, la Via Crucis colle Indulgenze alla stessa concedute, facendola anche in compagnia con qualche altra.

Le raccomando i nostri privilegi. Piena di rispetto le bacio la sacra mano, pregandola della carità di benedirmi

Umilis.ma Dev.ma Obbl.ma Figlia

                                  Suor Maria Rachele Guardini

 

Venezia li 30 Maggio 1840

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Molto R.do Sig. Co. D. Luca Passi – Roma

 





1 ASDR, reg. I [pp. 178-179].



2 Cf. lett. n. 286; doc. n. 55.



3 Don Giuliano Catullo, figlio di Pietro ed Elisabetta Demel. A sue spese, costruì il conservatorio e la detta chiesa, consacrata dal patriarca Monico il 12-10-1834. In una casa accanto raccolse alcune monache disperse dalla soppressione napoleonica. Esse si stabilirono in clausura perpetua sotto il titolo di «Clarisse Sagramentarie al ss. Nome di Gesù »: cf. G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, vol. 91, Tipografia Emiliana, Venezia 1858, p. 234. Il rev. Catullo morì il 26-4-1843, all’età di 76 anni.



4 Maddalena di Canossa istituì a Venezia una casa per le donne sole e per le giovani cadute che, uscite dall’ospedale, non avendo alcun appoggio si trovavano in difficoltà e nuovamente esposte ai pericoli: cf. M. Giacon, L’azione caritativa e formativa di Maddalena di Canossa, Tipografia M. Pisani, Isola del Liri 1974, pp. 156-157; M. Nicolai, Maddalena di Canossa istitutrice e madre, Verona 1984, p. 51.



5 Don Angelo Gerardini.



6 Teresio Cividale.



7 Cf. doc. n. 55.



8  Don Carlo Gidini.



9 Don Luigi Girardi.



10  Cf. lett. n. 279.



11 Benedizione e imposizione della medaglia propria delle Suore Maestre di S. Dorotea: cf. lett. nn. 278, 288, 307.







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