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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 305
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Carissima,1

Quantunque non ci conosciamo personalmente, pure siamo unite nella santa dilezione dell’amor di Gesù, e più strettamente ancora perché ambe cerchiamo d’avviare al Signore anime create per amarlo; ma quanto è diversa la sua dalla mia sorte!

Ella trovasi attorniata da anime, che hanno il prezioso tesoro dell’innocenza, la quale lasciano sopra l’amabile loro volto trasparire, e perciò consolano chi si trattiene con loro; ed oh qual felicità proverà essa, insinuando in così teneri cuori la virtù, che ancor non ponno conoscere per la poca età, ma attratti si sentono a seguirla, perché nelle vene loro scorre un sangue puro, per cui, benché sieno figli d’Adamo, però rigenerati nel Santo Battesimo e nutriti delle massime cristiane, più facilmente vincono se stessi.

Non cessi adunque, mia cara, di far porgere giornalmente qualche preghiera al buon Gesù, acciò Egli voglia, per infinita sua carità, concederci la grazia di vederlo da tutti conosciuto ed amato.

Io spero proprio che le orazioni di quelle anime innocenti, alla di Lei cura affidate, potranno risarcire il dolcissimo Cuor di Gesù, e se Aronne e Hur videro la necessità che Mosé tenesse le mani innalzate per vincere gli Amaleciti,2 confesserò io pure che non trovo altro espediente, per placare la giustizia di Dio, che eccitare le anime pure a pregare, acciò voglia Iddio


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togliere dal mondo almeno una parte di quei mali, di cui si serve il nemico, per pigliare nella rete i mal cauti.

Operando in questa maniera, Ella si chiamerà la benedizione del Signore, perché essendo Egli nostro Capo, e noi suoi membri, ricorrendo a Lui colla preghiera, si mette una siepe di spine alla strada, per cui il nemico non può entrare.

Si faccia cuore, dilettissima, ed eseguisca con fedeltà il suo dovere; lo stimi e tutta in Dio si trasformi, non desiderando nulla, nulla volendo fuori del caro Gesù; e per amor suo tacitamente soffra quello che la carità sua saprà mandarle per farla meritare. La prego dare un abbraccio per me a tutti i cari figli della rispettabile famiglia, in cui si trova, e li preghi di non mai scordare l’anima della povera Rachele, che tanto ha bisogno di orazioni, affinché cominci una volta davvero a corrispondere all’infinita bontà di Gesù.

Particolarmente si ricordi nel prossimo lunedì,3 acciò nella rinnovazione dei voti rinnovi lo spirito mio e tutta mi cambi in Dio.

Mi presenti, la prego, doverosa a tutti i Signori, e li assicuri che non dimentico mai la tanta carità meco usata.4

La lascio nei SS. Cuori di Gesù e di Maria, ed in essi mi creda

                                Aff.ma nel Signore

                                     Suor Maria Rachele Guardini

Venezia li 29 Luglio 1840

 

Alla Stimatissima Signora

La Sig.ra Maestra Gatti5 in casa dei Sig.ri Co. Passi




1 ASDR, reg. I [pp. 191-192].



2 Es. 17, 8-12.



3 Il 3 agosto: cf. lett. nn. 304, 307, 308.



4 Durante la sua permanenza a Calcinate.



5 Maria.






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