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Vincenzo Carbone
Una contemplativa nella vita attiva. M. Rachele Guardini

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  • Volume III. LETTERE (1840).
    • LETTERE 1840. 3 gennaio – 31 dicembre. nn. 221–436.
      • 346
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Viva il Cuor di Gesù e di Maria!

 

Molto Reverendo Padre,1

Parmi di vederla giuliva in mezzo alla carissima sua Famiglia ricordare tutte le opere dell’Onnipotente usate nelle Serve del Signore in Tirolo.2

Voglia il buon Gesù concedere alla Signoria Vostra Reverenda che, in dando al corpo il necessario riposo, lo spirito suo prenda nuova lena, per così continuare le apostoliche fatiche.

Ora lo attende la Toscana. Pisa ha in pronto la messe. Due Canonici3 di colà furono, la scorsa domenica, per ben due ore nell’Istituto con Monsignor Superiore.4

Essi esaminarono con attenzione i registri della Pia Opera. Piacque loro sommamente la semplicità dello stile, come le osservazioni che si fanno.

Interrogarono le ragazze in Religione. Desse diportaronsi bene. A me fecero molte ricerche; ripetutamente mi raccomandarono di pregare la Signoria Vostra Reverenda tenere a cuore la Toscana e colà portarsi.5


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Riguardo alle giovani, raccomandatemi nella lettera di Maria Rosa,6 scriverò al Signor D. Partel ed appoggerò a lui la cosa.

Per la de Concini, direttami dal Signor Conte D. Marco, la manderò a D. Antonio Ferrari, e vedremo quello che disporrà.

Dallo stesso avrà inteso come il buon Gesù ha trovato il modo, acciò potessi soddisfare al desiderio di Lei, riguardo a Sua Maestà l’ottima Imperatrice.7

Anche in altra mia Le dissi che l’anima dell’Eminentissimo Patriarca8 gode pei progressi di questo Istituto, ed a me spesso lascia sentire il suo contento; pure, pel timore d’essere d’incomodo a Sua Maestà, non ha mai osato di scriverle; ma Dio, quando vuole una cosa, sa trovare il modo, e nessuno può esentarsi dal farla.

Difatti più volte l’esperimentai; ora ne ho un’altra prova. Dispose il buon Gesù che il segretario9 del Gran Maggiordomo10 dell’Imperatrice fosse a me diretto dal sunnomato D. Antonio.

Egli mi fece varie ricerche riguardanti l’Istituto. Io risposi colla mia semplicità ordinaria. Gli feci anche vedere la ristrettezza nostra, tuttavia mi chiese la grazia di ricevere per


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figlia una sua sorella,11 assicurandomi ch’egli sarebbe felice in pensando averla consegnata a me, accertando che farà molto bene.

M’offerse la sua servitù, protestandosi sempre pronto, quando abbisognasse attingermi qualche cosa presso la piissima Imperatrice.

Il giorno dopo, ci trovammo da Monsignore, dove parlammo nuovamente di sua sorella, ch’è stata da lui pure ricevuta.

Dietro l’eccitamento avuto da questo pio giovane, ho scritto al Gran Maggiordomo una lettera,12 ed acclusi quella di Sua Eminenza il Cardinale nostro Patriarca, che mi scrisse dopo la Pastorale sua Visita.

Io mi faccio dovere mandargliene copia.13 Quale sia stato l’esito non lo so ancora. Tosto ne saprò qualche cosa, la ragguaglierò.

Bacio rispettosa la sacra sua mano, pregandola benedirci. Mi presenti, la supplico, rispettosa con tutti della nobile sua Famiglia

          Umilissima Devotissima Obbl.ma Figlia

                              Suor Maria Rachele Guardini

 

Dall’Istituto di S.ta Dorotea

il dì 16 Settembre 1840

 

Al Molto Reverendo Signore

Il Reverendo Signor Conte D. Luca Passi – Bergamo




1 ASDR, reg. I [p. 216].



2 Le estatiche Domenica Lazzeri e Maria von Mörl. Don Luca chiese loro preghiere per l’Istituto: cf. lett. n. 348.



3 Mons. Luigi Della Fanteria e mons. Claudio Samuelli: cf. lett. n. 341.



4 Balbi.



5 Don Luca istituì la Pia Opera di Santa Dorotea nelle varie diocesi della Toscana, ove passò per la predicazione: Pisa (1842), Firenze (1843), San Miniato (1843), Siena (1844), Lucca (1853), Livorno, ecc.: cf. Annali, cit., n.1, vol. I, pp. 74 ss; n. 2, pp. 148-151; n. 3, pp. 138 ss; P. Guerrini, Le Dorotee di Brescia, cit., pp. 92, 95, 182, 196, 198, 212, 237, ecc. Istituì pure la Pia Opera di San Raffaele in vari collegi maschili a Firenze e a Siena (1843).



6 Sanfermo.



7 Maria Anna Carolina.



8  Jacopo Monico.



9 Tommaso Gar.



10  Maurizio Dietrichstein.



11 Teresa Gar: cf. lett. n. 336.



12 Cf. lett. n. 339.



13 Per la fretta, Madre Rachele omise di includere nella lettera detta copia: cf. lett. n. 348.






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